VIVERE NEI CUBI DI CEMENTO
Visioni
di Gigi Mangia
Ci chiediamo: cosa manca ai bambini che vivono in cubi di cemento, manca il rapporto con la natura, fondamentale per un processo pieno, armonioso e corretto di formazione dei bambini. È indubbio il nostro giudizio positivo dei grandi benefici del processo urbano che ha portato nelle case i servizi necessari per la salute a partire dall’acqua e dai servizi per l’igiene personale. I bambini pero’, passano la maggior parte delle loro ore di vita in cubi di cemento, come le scuole e le case prive di alberi, di spazi per giocare, soprattutto nelle periferie delle grandi città dove le case sesso sono anche carenti di servizi. I bambini vivono chiusi in camera, soli, spesso davanti allo schermo di uno Smartphone.
È questa la stanza “digitale” senza muri nella rete dove si è soli nel mondo senza voci, senza parole, persi, impossibilitati a sentire i sapori del vivere: i profumi, i colori, i sapori che vivono e nascono nella luce. La pedagogia ha scritto pagine importanti sull’importanza del ruolo della natura nella crescita dei bambini. Ricordiamo “La scuola giardino” di Pestalozzi nell’800 e prima ancora la pedagogia del grande teorico Jean-Jacques Rousseau.
Anche nei nostri giorni, la pedagogia, ha avuto interesse verso la natura proponendo “la scuola nel bosco”. I bambini della casa nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, rappresentano una forma di educazione alternativa, a quella della scuola rigida costruita sulle discipline secondo il modello della trasmissione dei saperi.
I bambini erano felici, seguiti con affetto dai loro genitori. Al tribunale dei minori è mancata la prudenza e la capacità di vedere la forma alternativa di educazione nel decidere la separazione e l’allontanamento. Il ministro della giustizia Nordio, invece, ha fatto del caso un uso politico contro i magistrati impegnati nel referendum contro la proposta del Governo relativa alla separazione delle carriere.
Le sue minacce infatti sono state inopportune perchè le azioni del ministro contro il tribunale dei minori di inchieste e di provvedimenti disciplinari sono infondate immotivate e per di più non di sua competenza. Il vero problema, che non si è voluto vedere, è quello della mancanza e della debolezza del ruolo della natura nella formazione dei nostri bambini, i quali infatti conoscono e giocano con animali di plastica oppure con animali mai visti e solo conosciuti in rete.
