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Maggio 2020


04 dic

Teatro dei luoghi >Festival internazionale

Il paesaggio cambiato: dalla ferita alla rinascita

La Puglia tra memoria e futuro: la bellezza che resiste> teatro dei luoghi festival internazionale

L’olio nuovo della rinascita

Teatro Koreja in collaborazione con Potenziali Evocati Multimediali

X di Xylella , Bibbia e Alberi Sacri


06 dic


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Teatro Koreja

MODUGNO, PRIMA DI VOLARE


08 dic

Teatro La Baracca Testoni Ragazzi

L’ELEFANTINO


18 dic

Crisitina Kristal Rizzo/ Diana Anselmo

MONUMENTUM DA


20 dic

Federica Rosellini

IVAN E I CANI


21 dic

Teatro Koreja in collaborazione con Babilonia Teatri

ESSERE O NON ESSERE

immagine di copertina Sognare

Sognare

Visioni
di Gigi Mangia

Sognare è un’attività fondamentale per la salute, in modo particolare per quella dei bambini. La ricerca sta approfondendo il cambiamento del sognare in tempi di quarantena, di distanza sociale, di allontanamento delle figure fondamentali della vita dei bambini: dai nonni alle maestre ai compagni di gioco. Un forte impatto emotivo sulla persona è dato dal linguaggio e dai dispositivi di difesa sanitaria dal Coronavirus come le mascherine e i guanti. Lo specialista, volto noto al grande pubblico, Massimo Recalcati, parla di cambiamenti profondi del sognare. Ai bambini è molto difficile parlare di paura quando il pericolo è invisibile.

Convincere i bambini che la mascherina serve ad evitare il contagio non risulta essere facilmente comprensibile. Il divieto di abbracciare il nonno è subìto come un castigo incomprensibile. I bambini, nella loro lotta al Coronavirus, sono i più penalizzati e i più soli, perchè sono stati allontanati dalle figure di riferimento più significative per la loro affettività. L’inizio della relazione sociale “io-tu” del bambino è quella con la sua mamma, con la conoscenza del suo volto e della sua voce. Per il bambino vedere il volto mascherato della mamma è percepito, emotivamente, come smarrimento nella paura. La solitudine del bambino senza scuola, senza teatro, senza nonni e senza compagni diventa uno spazio di reazione in cui attivare energie creative. Per lui, sotto ad un tavolo c’è un teatro dove recitare storie; una sedia può diventare un cavallo per raggiungere i nonni, i compagni di gioco, le maestre. Il bambino non è un attore, ma un creatore di rappresentazione; per lui l’arte non è un mestiere, ma la vita.

Così saggiamente insegnava nella “Fantastica” il grande conoscitore dei bambini, Gianni Rodari. I bambini torneranno nel loro teatro e porteranno tutte le difficoltà emotive vissute nel tempo di quarantena. Per loro bisogna preparare un’accoglienza festosa e predisporre un laboratorio di ascolto ai loro liberi racconti di esperienze di solitudine. Il teatro è libertà di fare, di parlare, di ascoltare, di inventare storie. Il teatro è cura ed educazione della sfera emotiva dei bambini. Le famiglie si devono fidare e devono credere.

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