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July 2025

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

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X di Xylella, Bibbia e alberi sacri

Visioni
di Gigi Mangia

Gli ulivi, del poeta Girolamo Comi, sono la forza narrativa della terra del Salento, la quale con la morte “dei Patriarchi del tempo”, diventa luogo di morte della terra, diventa tristezza, ed il paesaggio disperazione: senza la bellezza, la visione degli ulivi é uno smarrimento, ed é anche paura di vedere. La morte dell’Ulivo, causata dalla Xylella fastidiosa, é servita al regista, Gabriele Vacis, per rappresentare la crisi profonda del nostro tempo, lo smarrimento del cammino al buio dell’umano attraverso una interpretazione di attrici donne la cui sensibilità di usare la voce, il canto, ma il più ancora interpretare il dolore del corpo, favorisce il filo rosso del tempo per tessere e per declinare, evitando le rotture, la visione della cultura pagana con la profondità della cultura cristiana. La Bibbia e gli alberi sacri sono esercitazione artistica per rappresentare l’uomo raccontando i suoi tempi nella storia attraverso il cammino della terra insieme da Oriente a Occidente per scoprire la vita e per mettere fine al tempo digitale dell’algoritmo di Whatsapp che dura un attimo e non lascia memoria. Il palcoscenico diventa visione. Nello spettacolo c’é la fede, la cultura e soprattutto ci sono i canti e le voci del mediterraneo. Lo spettacolo sollecita e chiede impegno, stimola la ricerca educa a lottare e a resistere. La grande storia di Gerusalemme è di Atene oggi sono lontane, sono perse e sono confuse del nostro pensiero. Se muore l’albero, la terra perde tutta la sua bellezza. Gli alberi sono la nostra salvezza.
“Ecco il mio Tronco: stelo, frutti e carne
Ed echi sordi di succhi e di cieli.
Antichità di giovani risvegli
Nel peso universale del mio sangue.”
(Versi di Girolamo Comi ).
L’incontro della terra con l’arte e con la poesia, preghiera civile, stimola il pensiero e la cultura attraverso il valore dell’albero malato ma indicano anche la rottura con la natura e l’indifferenza verso la vita delle piante, in particolare emerge anche la frantumazione dell’Io che, diventando polvere, si disperde nel nulla. La terra é abbandonata al sole, l’aria é malata e per l’uomo viene indicata la sfida più difficile: vincere il male!

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immagine di copertina Goffredo Fofi

Goffredo Fofi

Visioni
di Gigi Mangia

La morte ha fermato il cuore e ha chiuso gli occhi: così all’età di 88 anni è morto a Roma Goffredo Fofi. Se ne va dal nostro tempo un grande intellettuale che sapeva vedere e sapeva insegnare. Goffredo Fofi ha attraversato il ‘900 scrivendo pagine con cui ha insegnato a studiare, a comprendere e a conoscere le grandi trasformazioni sociali. La sua attività di intellettuale lo ha portato a fare grandi riviste come: Quaderni piacentini, Ombre rosse, Lo traniero e L’Asino. Ha formato grandi intellettuali, giornalisti come Alessandro Leogrande, pedagogisti come Franco Lorenzoni di cui il libro più importante è Scuola contro vento. Goffredo Fofi è stato un grande critico del cinema e si è interessato anche molto del teatro e della musica popolare. Per Teatro Koreja, Goffredo Fofi non è stato soltanto un ospite importante, ma un Maestro, un aiuto, una guida per far conoscere a noi il sud e la grande sfida culturale nella promozione del Mediterraneo. Lo ricorderemo sempre con grande affetto e porteremo avanti, con coraggio, i suoi insegnamenti.

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8 Luglio giornata internazionale del Mar Mediterraneo.Il mare e l’ulivo

Visioni
di Gigi Mangia

L’8 Luglio è la giornata internazionale del mar mediterraneo, per me è una giornata per riflettere: la salute del mare malato, l’inquinamento della plastica abbandonata, lo sfregio della troppa speculazione del cemento che distruggono le coste del mare. Il mediterraneo è stato il mare dei Miti, dei misteri, della nascita della civiltà dei diritti, della filosofia, dei poeti e dei teatri: con l’inizio del Cristianesimo è stato il mare dove è iniziata la nuova storia dell’uomo. Il mediterraneo ha secoli di storia dei popoli vissuti lungo le sue coste. Nella nostra terra, attraverso il mare, sono passati: Enea, San Pietro e Paolo, ed è nato l’impero romano e il papato. Il mediterraneo è stato un mare di pace, un mare di accoglienza, di incontro di lingue di tradizioni, di religioni diverse. Nel mediterraneo è nata la scrittura, la forza della parola scritta, la meraviglia del dialogo che ha favorito l’integrazione. Oggi il Mediterraneo è un mare malato, la vita dei suoi fondali è minacciata dalla troppa plastica abbandonata e dalle reti dei pescatori lasciate nel fondo del mare. L’aumento della temperatura dell’acqua di 1 grado è diventata una grave minaccia per la sua salute, in particolare del corallo nero che vive nelle profondità del mare, nelle isole tremiti e nel capo di leuca, ma è tutta la biodiversità ad essere minacciata dall’inquinamento. Il mare dei Miti, degli Dei e del canto dei poeti, oggi è diventato un mare di morte, dei disperati senza storia perchè sono percepiti solo come un disturbo al nostro egoismo.
Il buio e la luce sono i tempi della vita del mare mediterraneo e quando le sue acqua si uniscono al cielo sono la libertà del pensiero, la casa dell’immaginazione. Il Mediterraneo è il mare legato all’ulivo dal quale dipende la sua storia e le radici dei Miti che resistono ancora al tempo e rendono viva la cultura mediterranea.
Senza l’ulivo il Mediterraneo perde la sua anima e sispengono le emozioni.
Dobbiamo lottare, i poeti sono ancora il nostro aiuto perchè la cultura favorisce e rafforza l’essere comunità.

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FRATELLI DI SPERANZA

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di Gigi Mangia

Infiorata per la manifestazione religiosa della Festa del Corpus Domini.
Progettata e curata dall’artista Franco Melcarne Casi, con la partecipazione spontanea e motivata dei fedeli e con il grande impegno delle donne.

L’arte è straordinaria, soprattutto quando coinvolge il cuore e l’anima, quando alimenta la speranza, guida il cammino, aiuta l’uomo a credere nella fede come forza, come visione di pace, come convivialità nel pensiero di creare futuro con le proprie mani.

L’infiorata è davvero un movimento straordinario che inizia con la fioritura dei campi, con l’avvento della primavera, con la luce del sole che accende il cielo e apre la terra a sprigionare tutta la sua creatività.

Sono le donne, le quali, nei campi, raccolgono i fiori che successivamente curano con grande dedizione, facendoli seccare al sole, proteggendoli dai venti umidi di scirocco e dalle notti.

L’artista Franco Melcarne Casi disegna i quadri da realizzare su fogli che si sviluppano per 50 metri, per rappresentare il mistero del Corpus, che ancora resiste nel cuore e nell’anima: è l’intero paese a credere e a partecipare.

È l’uomo cristiano, e sono le donne, le sole a sentire la creatività della vita attraverso il loro corpo; quelle a credere, a lottare, e a gridare che la pace non si può fare con la forza, con le armi, che portano dolore e morte.

Nell’infiorata sono due le figure a rappresentare questo messaggio della Chiesa: il defunto Papa Francesco e il nuovo Papa Leone XIV.

L’infiorata è un esempio di Genius Loci che resiste, che non si arrende al tempo e che continua a credere che l’uomo può fare e può vincere il male credendo nel bene.

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Donne non vi fermate lottate, il silenzio è complicità

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di Gigi Mangia

Se i corpi delle giovani donne sono percepiti e trattati come rifiuti, non è solo violenza ma odio e profondo disprezzo verso di loro.
Il professore, Massimo Ammanniti, psichiatra infantile e scrittore di successo, ha studiato in profondità la fragilità dell’età degli adolescenti nella società in crisi emotiva ed esistenziale; ha approfondito i ruoli educativi, la scuola e la famiglia nel tempo dei social. Ha scritto pagine molto interessanti sull’integrazione dei disabili e dei ragazzi stranieri nella scuola: come accoglierli, come sostenere il processo dell’integrazione, come insegnare a usare la lingua italiana diversa rispetto alla lingua dei ragazzi stranieri provenienti da mondi lontani.
Per un bambino, fare un percorso di crescita cognitiva e affettiva, i un contesto nuovo e lontano dalle proprie origini culturali, è difficile ed è anche impegnativo, per raggiungere buoni risultati serve un grande impegno. Massimo Ammaniti ha studiato in profondità la crisi e la fragilità della famiglia dei nati digitali. Con i suoi studi ha dato una nuova definizione di famiglia: Adultescente, esaminando i tempi emotivi nei passaggi della crescita dentro i rapporti e nella conflittualità dei desideri verso la rottura e la distanza dei bisogni fra genitori e figli in particolare nei social.

Le sue ricerche, il suo studio aiutano a vedere nella famiglia la frontiera della crisi del welfare sociale e anche capire la crisi degli adolescenti esposti alla solitudine, all’angoscia, alla depressione.
I femminicidi di ragazze sono la misura drammatica della perdita dei valori della nostra società, dove il dolore e la sofferenza portano al buio morale, dove scompaiono i valori e in particolare si perde il rispetto dell’identità altrui.
Martina Carbonaro aveva appena 14 anni, 12 anni quando si è fidanzata con Alessio Tucci, il suo assassino. Martina aveva subito violenza, uno schiaffo dal suo fidanzato e per questo aveva deciso di lasciarlo. Martina è ancora bambina e non ha raggiunto l’equilibrio di gestire le sue emozioni e i suoi sentimenti. È nelle mani del suo fidanzato, il quale ha il pieno potere sul suo corpo e sui suoi sentimenti. In un casolare fatiscente e abbandonato, i due si appartavano e avevano rapporti sessuali.
Alessio l’ha uccisa colpendola a sassate perché Martina voleva liberarsi. Alessio dopo aver privato della vita il corpo di Martina, ha trattato il corpo come se fosse un rifiuto speciale infatti lo ha ricoperto di rifiuti e con un vecchio armadio, dimostrando un profondo disprezzo mosso dall’odio. I corpi delle giovani donne svuotati dalla loro vita, diventano rifiuti, vengono fatti a pezzi, messi in sacchi neri di spazzatura e poi abbandonati nelle campagne, buttati nei fiumi, lasciati nei cassonetti. Sono troppi i femminicidi di donne giovanissime per non capire che serve una vera evoluzione educativa dei sentimenti a partire dalla scuola e nella famiglia. Serve anche un profondo cambiamento del linguaggio, troppo offensivo verso le donne, in particolare il rap violento dei giovani. Non serve l’aumento delle pene, il populismo giustizialista, serve al contrario un grande piano di educazione profonda che coinvolga l’intera società tutte le agenzie educative e sociali.
DONNE NON VI FERMATE, LOTTATE, IL SILENZIO E’ COMPLICITA’ .

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immagine di copertina CTK INSTITUT istituto per le scienze umane

CTK INSTITUT istituto per le scienze umane

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di Gigi Mangia

L’inquietudine non spaventa il teatro.
Siamo coinvolti da una straordinaria crisi emotiva; disarmati subiamo la paura; cadiamo nel vuoto della vita e non siamo capaci di dare la mano al diverso, a guardare fuori, a capire il dolore, ad accogliere chi sfida la morte per trovare un futuro.
Alessandro Leogrande scriveva nella rivista “Lo straniero”, dove trovava parole chiare, coraggiose per raccontare la storia, la sfida dei corpi feriti dai violenti venti salati e dalla violenza delle onde del mare contro i migranti che non fanno sconti alla morte. Alessandro Leogrande esortava a non voltare le spalle al dolore per non vedere la loro morte, per non assistere al naufragio di barche inadeguate e sporche alla navigazione. La “Frontiera” non è un libro di semplici accuse: è molto di più. È un grido inquieto verso e contro la politica che ha dimenticato Dio e ha tradito Cristo facendo del Vangelo carta straccia. Leogrande aveva i valori della promessa cristiana, della solidarietà, della convivialità, delle differenze vissute e maturate nella sua prima esperienza di vita sociale nella associazione dei boyscout. Sono pagine straordinarie quelle scritte sulla storia di Taranto che approfondiscono il capitalismo selvaggio e uccide e distrugge, la sua città infatti perde la bellezza del mare e l’aria diventa malata.
Dedicare al nome dello scrittore Alessandro Leogrande da parte di Koreja non è semplicemente voler rispettare la memoria di un grande amico ed esperto collaboratore, ma è invece prendere l’impegno di continuare nel teatro a far tesoro del suo pensiero e del suo insegnamento. L’istituto delle scuenze umane vuole essere un passaggio, un incontro di culture, di esperienze artistiche, di progetti per declinare una visione delle culture mediterranee che tengano e diano vita ai grandi valori che hanno promosso e guidato l’uomo nelle grandi conquiste sociali. Il teatro è ancora lo specchio vuoto dove la società si rappresenta, si fa immagine, si conosce e quindi trova la strada per guarire con la forza della creatività dell’arte.

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immagine di copertina Con i dazi, il presidente Donald Trump, fa la guerra alla libertà dell’arte

Con i dazi, il presidente Donald Trump, fa la guerra alla libertà dell’arte

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di Gigi Mangia

Al Festiival di Cannes, Robert Deniro ricevendo la Palma d’oro alla carriera, ha fatto un discorso importante e impegnativo in difesa del Cinema e in particolare della libertà dell’arte. Per il presidente Trump, combattere e osteggiare l’arte con i dazi in particolare i film prodotti fuori dagli Stati Uniti è una strategia che fa parte di quel modello di valorizzare l’economia dell’america, infatti secondo Trump con i dazi si realizzeranno gli anni d’oro degli Stati Uniti primi al mondo. La politica al contrario, la politica dei dazi, si sta verificando una vera follia , una grande presentazione del manifesto populista, in cui gli obiettivi dichiarati sono:

  1. Il potere di fare affari eliminando il conflitto di interesse;
  2. Il potere di controllare la ricerca scientifica dell’istruzione tagliando i finanziamenti;
  3. Il controllo della stampa imponendo un codice linguistico dichiarando illegali le parole contrarie alla politica Trumpiana;
  4. Tagliare le unghie alla libertà di stampa, rendendo la voce del nuovo populismo al potere.
    Robert De Niro è stato molto chiaro e puntuale con il suo discorso nel mettere in evidenza il pericolo del ritorno del fascismo e del nazismo, non solo per il ritorno dei nazionalismi in politica con il successo delle destre, ma più ancora per il pericolo della nostalgia del passato. Il potere assoluto e le mani del dittatore cancella i corpi intermedi, la libertà di stampa e dichiara guerra alla libertà dell’arte. Donald Trump in una intervista dichiara di non essere obbligato al rispetto della costituzione, venendo meno al giuramento fatto sulla Bibbia. Robert De Niro lo ha capito e lo ha denunciato con forza e con grande lucidità. Per noi il discorso dell’attore Robert De Niro deve essere non solo un momento di riflessione e di condivisione ma un grande impegno per difendere in tutti i campi la libertà della creatività dell’arte.

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Il cantico delle creature

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Il cantico delle creature di San Francesco compie 800 anni e il suo messaggio è ancora vivo nei nostri giorni.
Il cantico di San Francesco compie 800 anni di vita ed è ancora una delle prime pagine fondative della letteratura popolare, all’origine della letteratura italiana. Il cantico del frate di Assisi è l’inizio di una visione del pensiero che vede nei corpi, nella relazione con la natura la bellezza della vita, il dono fatto da Dio all’essere umano.
Le parole chiave usate dal Santo sono: Fratello, Sorella e Madre Terra. Il frate di Assisi, disegna una geografia dei sentimenti interiori, in cui sentire, vedere, conoscere e scoprire, sono i momenti che regolano il rapporto Uomo-Natura, il paesaggio esteriore con i sentimenti più profondi del pensiero. Ma fratello, sorella e madre sono anche i verbi con cui il frate cerca di delineare una chiesa di solidarietà, lontana dalla guerra. San Francesco dovette scontrarsi con la chiesa di Roma, rischiò infatti di essere accusato di eresia ma ala fine il Papa Onorio III riconobbe il suo movimento. San Francesco era per il dialogo fra le religioni del mediterraneo e soprattutto si battè per la difesa dei poveri secondo l’insegnamento del Vangelo.
Il principio di Fraternità, come valore fondativo delle differenze, è il dialogo fra religioni monoteiste in lotta nella città di Gerusalemme, distrutta dalla guerra, oggi rendono quanto mai attuale il Cantico del Frate. La Chiesa con Papa Francesco è stata la voce morale più alta che si è battuta per fermare la guerra e avere la pace. Con la sua morte Papa Francesco lascia un mondo in guerra, la quale potrebbe cambiare definitivamente il rapporto mondiale tra i popoli. Il mondo è angosciato e la voce più alta è quella che chiede la Pace e il rispetto della natura ma i grandi della terra rispondono offrendo guerra e distruzione. Lunedì 5 Maggio il gabinetto di Governo del Presidente di Israele, Benjamin Netanyahu, ha approvato l’occupazione della striscia di Gaza, bombardando per espellere definitivamente i Palestinesi verso il sud, nel piccolo lembo di striscia verso Rafha mettendo in fuga più di 2 milioni di palestinesi, costringendoli a subire fame e morte.
Siamo in una crisi terribile, con 52 guerre e con il rischio di avere la guerra nucleare fra India e Pakistan. In un mondo di crisi i poveri non lottano pù per il lavoro, lottano invece per difendere la vita, per vincere la paura della morte.
La guerra distrugge, la terra non è più la madre che da frutti succosi e colorati del cantico di San Francesco ma un cielo aperto di morti innocenti.
Personalmente mi sento di condividere e sostenere l’appello degli intellettuali “Gli Ultimi Giorni di Gaza” per salvare i palestinesi dalla violenza della guerra e soprattutto difendere il diritto di avere la loro terra.

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29 Aprile giornata internazionale della danza

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di Gigi Mangia

La danza è una delle arti che si è imposta nella cultura e nelle tradizioni popolari. Sono molte le forme che la danza puó assumere. Ogni epoca ha affermato i suoi ideali attraverso il linguaggio del corpo manifestando il distacco dai valori terreni oppure il radicamento ai costumi e alle tradizioni locali. Riassumendo possiamo dire: ogni corpo ha danzato il suo tempo.
La danza del 900 si è rinnovata, superando i vecchi modelli, dando vita a molte attività di ricerca sul movimento e quindi sul linguaggio del corpo. La danza è uscita dai teatri ed è andata nelle piazze, nei borghi storici, nei teatri, nei castelli. Sono nate così tantissime realtà sperimentali in cui danzare ha significato “danzare con chiunque”, coinvolgendo tutti. Una pagina significativa della danza dei borghi è il festival della Notte della Taranta, danza e musica popolare che hanno la forza di far ballare tutti i popoli del mediterraneo al ritmo del tamburello, giovani e vecchi, tutti pizzicati dalla Taranta.

La danza e la musica ed il canto sono la creatività della potenza della libertà del corpo che non conosce barriere perchè cantare e danzare vuol dire vuol dire essere sociale, essere vivo, stare nel tempo ed abitare lo spazio. Danzare vuol dire avere piacere e amore del proprio corpo.

La Dance Ability, nasce negli anni 80 negli Stati Uniti, nelle pratiche della Counct improvisation. La definizione : “Dance Ability” fu data da Alito Alessi e Aren Nelson. Il modello è quello di fare danzare insieme, essere comunità danzante. Le diverse capacità mentali e gli infiniti modi di stare al mondo non devono rappresentare un problema. Il vero problema è quando le persone si isolano, si giudicano preparando gli uni agli altri. Il problema vero è come riuscire ad evitare di isolarsi. La Dance ability è un modello che nasce per unire attraverso la danza tutte le persone, superando ogni disabilità, perchè la danza è l’arte che ha la forza di unire e di far partecipare senza escludere nessuno.

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La Terra eternamente rispettabile

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L’invito ed in particolare l’impegno per rispettare la Terra ci viene dal movimento internazionale dei giovani i quali nella loro saggezza ed in particolare del loro diritto al futuro hanno gridato che : la Terra é eternamente rispettabile e che tutti dobbiamo ascoltare gli scienziati e attuare i loro progetti. La crisi internazionale del clima, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento degli oceani, il consumo del suolo dicono che siamo in ritardo e che dobbiamo cambiare il nostro comportamento e soprattutto il modello di sviluppo. Il pensiero che la terra é eternamente rispettabile, viene dal lontano dagli antichi filosofi e dai poeti che hanno scritto pagine profonde e meravigliose che abbiamo perso perché non abbiamo saputo studiarle. Siamo in ritardo, dovevamo fermarci prima.

“Questo ti voglio dire ci dovevamo fermare. Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti ch’era troppo furioso il nostro fare. Stare dentro le cose. Tutti fuori di noi. Agitare ogni ora – farla fruttare. Ci dovevamo fermare e non ci riuscivamo. Andava fatto insieme. Rallentare la corsa. Ma non ci riuscivamo. Non c’era sforzo umano che ci potesse bloccare. E poiché questo era desiderio tacito comune come un inconscio volere – forse la specie nostra ha ubbidito slacciato le catene che tengono blindato il nostro seme. Aperto le fessure più segrete e fatto entrare. Forse per questo dopo c’è stato un salto di specie – dal pipistrello a noi. Qualcosa in noi ha voluto spalancare. Forse, non so. Adesso siamo a casa. È portentoso quello che succede. E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano. Forse ci sono doni. Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo. C’è un molto forte richiamo della specie ora e come specie adesso deve pensarsi ognuno. Un comune destino ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene. O tutti quanti o nessuno. È potente la terra. Viva per davvero. Io la sento pensante d’un pensiero che noi non conosciamo. E quello che succede? Consideriamo se non sia lei che muove. Se la legge che tiene ben guidato l’universo intero, se quanto accade mi chiedo non sia piena espressione di quella legge che governa anche noi – proprio come ogni stella – ogni particella di cosmo. Se la materia oscura fosse questo tenersi insieme di tutto in un ardore di vita, con la spazzina morte che viene a equilibrare ogni specie. Tenerla dentro la misura sua, al posto suo, guidata. Non siamo noi che abbiamo fatto il cielo. Una voce imponente, senza parola ci dice ora di stare a casa, come bambini che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa, e non avranno baci, non saranno abbracciati. Ognuno dentro una frenata che ci riporta indietro, forse nelle lentezze delle antiche antenate, delle madri. Guardare di più il cielo, tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta il pane. Guardare bene una faccia. Cantare piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta stringere con la mano un’altra mano sentire forte l’intesa. Che siamo insieme. Un organismo solo. Tutta la specie la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo. A quella stretta di un palmo col palmo di qualcuno a quel semplice atto che ci è interdetto ora – noi torneremo con una comprensione dilatata. Saremo qui, più attenti credo. Più delicata la nostra mano starà dentro il fare della vita. Adesso lo sappiamo quanto è triste stare lontani un metro.”

Poesia di Mariangela Gualtieri

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