Calendario

August 2023

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina Il menu del Signor G

Il menu del Signor G

Critica
di Francesco Iazzi

SERVIAMO…Il MENU del FESTIVAL una (s)cena dal sapore unico

Un viaggio critico-culinario per “assaporare” il Teatro dei Luoghi Festival Internazionale 2023 in modo creativo…e senza ingrassare! 

Nello splendido quadro che è l’Ortale di Koreja, armonico e vivido come una tartarre di manzo, un battuto di carne che esplode di sapore, si è esibita nella quinta serata del Teatro dei Luoghi la Banda Gaber, per ricordare il Signor G. a 20 anni dalla sua scomparsa. Per quasi due ore le canzoni e gli aneddoti della storica formazione hanno fatto rivivere Gaber nel teatrogiardino, riassaporando la fondamentale importanza del cantante milanese nel panorama artistico e culturale del Novecento. E così gli spettatori si sono trovati ad intonare tutti insieme “L’obeso” oppure si è riso con “Lo shampoo”, brani cardine della discografia di Gaber, bene interpretati da Luca Nesti, accompagnato, alle tastiere, da Luigi Campoccia e Luca Ravagni, storici collaboratori di Gaber e bravi nel fare emozionare la platea coi loro racconti. La performance è stata un ricco e variegato minestrone (rigorosamente di sinistra), e ha riconciliato il pubblico con una parte della loro giovinezza, o più semplicemente ha permesso a coloro che non hanno “vissuto” Gaber di poter ascoltare dal vivo le sue parole e i suoi aforismi. Così, almeno per una notte, Giorgio Gaber ha rivissuto nell’angolo felice dell’Ortale di Koreja. E questo era il dessert, una torta diplomatica ben stratificata come era Gaber stesso.

Antipasto

~ Tartarre di manzo ~

Un sapore forte, un crudo di carne armonico ed esplosivo come l’arte di Gaber

Primo

~ Minestrone di sinistra ~

Un piatto che “resiste” e punta su prodotti del territorio;

semplice e di qualità, arricchito con concentrato di pomodoro rosso fuoco

Dessert

~ Torta diplomatica ~

Stratificata, croccante e morbida al tempo stesso, proprio come lo stesso Gaber

* Classe 2001, Francesco Iazzi è nato a Lecce. Si è diplomato all’I.P.E.O.A “Sandro Pertini” di Brindisi. Esperto in enogastronomia, ama viaggiare e scrivere. Attualmente studia e si sta laureando in Scienze della Comunicazione presso l’Università del Salento.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina Menu Mondial

Menu Mondial

Critica
di Francesco Iazzi

SERVIAMO…Il MENU del FESTIVAL una (s)cena dal sapore unico

Un viaggio critico-culinario per “assaporare” il Teatro dei Luoghi Festival Internazionale 2023 in modo creativo…e senza ingrassare! 

È il pianoforte ad aprire Italia Mundial, un racconto di Federico Buffa sull’epopea della Nazionale italiana al Mondiale di calcio del 1982 in Spagna. Lo spettacolo comincia narrando lo scenario della Spagna dei primi anni ’80, a due sapori come un piatto di patatas bravas. Gli azzurri arrivano al Mondiale senza i favori del pronostico, ma fanno quadrato attorno al loro c.t., il “vecio” Enzo Bearzot, un signore d’altri tempi, stagionato come un buon jamon bellota, capace con la sua saggezza di organizzare Tardelli, Scirea, Gentile, Zoff e Paolo Rossi. Di quest’ultimo, Buffa fa emergere il lato umano, sfiduciato, ed evidenzia la sua crescente importanza per la spedizione azzurra. Alla fine l’Italia supera avversari più forti come il Brasile di Zico in un leggendario 3-2 e in finale la spunta contro la Germania: è dolce, appassionata come una crema catalana l’esultanza iconica di Marco Tardelli, così come l’epilogo della kermesse iridata per i ragazzi di Bearzot, che aveva avvertito alla vigilia: “Verremo giudicati nella vita rispetto a quello che succederà in finale”. A distanza di 41 anni, il ricordo del Mundial è ancora meraviglioso e Buffa, attraverso i suoi aneddoti, la sua interpretazione, la capacità di giocare con il pubblico, non ha fatto altro che rinverdire quelle memorie.

Antipasto

~ Patatas bravas ~

Patate a due sapori, come lo scettiscismo del viaggio d’andata per la Spagna

e la gioia del ritorno

Portata principale

~ Jamon serrano ~

Più è stagionato, meglio è. Un omaggio alla saggezza del “Vecio” Enzo Bearzot, la guida degli Azzurri al Mundial

Dessert

~ Crema Catalana ~

Dolce, dolcissima come il sapore della vittoria, che abbiamo iniziato a sentire in bocca con l’esultanza leggendaria di Tardelli

* Classe 2001, Francesco Iazzi è nato a Lecce. Si è diplomato all’I.P.E.O.A “Sandro Pertini” di Brindisi. Esperto in enogastronomia, ama viaggiare e scrivere. Attualmente studia e si sta laureando in Scienze della Comunicazione presso l’Università del Salento.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina Piatti clandestini

Piatti clandestini

Critica
di Francesco Iazzi

SERVIAMO…Il MENU del FESTIVAL una (s)cena dal sapore unico

Un viaggio critico-culinario per “assaporare” il Teatro dei Luoghi Festival Internazionale 2023 in modo creativo…e senza ingrassare! 

Il Teatro dei Luoghi 2023 è cominciato con Fabrizio Bentivoglio e il contrabbassista Ferruccio Spinetti in Lettura Clandestina, un reading di alcuni scritti di Ennio Flaiano pieni di rassegnazione e sarcasmo. Lo spettacolo di Bentivoglio e Spinetti è un racconto impietoso della società italiana del secolo scorso, un antipasto disincantato come può essere la tipica caprese: scontata, eppure irremovibile dai menù di tutti i banchetti di ogni famiglia che italiana, ormai, sembra esserlo “solo di professione”.

La descrizione analitica e minuziosa del narratore, sostenuta dalle note profonde della sua “spalla” al contrabbasso, ricordano l’austerità di un piatto secolare come il risotto allo zafferano (rigorosamente con ossobuco), milanese come Bentivoglio, tradizionale e quindi immobile, proprio come questo Paese.

La critica di Flaiano, riletta magistralmente da Bentivoglio, lascia emergere i contorni di quella che sembra una favola, ma non lo è. È invece la storia di un Paese che è ingiallito nel tempo come una vecchia fotografia e ha il colore di una pannacotta. “All’estero ci invidiano la nostra allegria” legge Bentivoglio, un ritratto identificativo di una superficialità tutta italiana, che non passa mai.

Antipasto

~ Insalata Caprese ~

Un caposaldo della cucina italiana, una dichiarazione d’amore verso la tradizione dalla quale non sembriamo capaci di allontanarci

Primo

~ Risotto alla milanese ~

Un monumento all’immobilismo italiano, alla nostra incapacità di guardare oltre ciò che ci ha reso grandi nel mondo

Dessert

~ Pannacotta ~

Dolce e invidiata, ma anche molle come la nostra tempra, ormai provata dal tempo

che ci rende un Paese stanco

* Classe 2001, Francesco Iazzi è nato a Lecce. Si è diplomato all’I.P.E.O.A “Sandro Pertini” di Brindisi. Esperto in enogastronomia, ama viaggiare e scrivere. Attualmente studia e si sta laureando in Scienze della Comunicazione presso l’Università del Salento.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina Patrick Zaki finalmente libero di respirare libertà

Patrick Zaki finalmente libero di respirare libertà

Visioni
di Gigi Mangia

La grazia a Patrick Zaki concessa dal dittatore Al Sis è semplicemente uno scudo a scacchi per avere consenso internazionale e aiuti per risolvere i gravi problemi interni, a partire dall’opposizione sociale.

Le carceri dell’Egitto sono piene mi migliaia di oppositori al regime, innocenti che pagano ingiustamente l’opposizione al governo. Il dittatore egiziano, con questo provvedimento, pensa di poter avere aiuti ed in particolare di essere supportato per risolvere il problema del grano dell’Ucraina che non gli arriverà più. L’Egitto rischia la fame che interesserà milioni di poveri.

Oggi, all’aeroporto di Roma, arriverà Patrick e per tutti noi è una festa, una vittoria dell’Università di Bologna, della società civile, del mondo della cultura, dell’associazionismo. La battaglia per il rispetto della libertà e dei diritti fondamentali deve continuare con più forza, con più determinazione che la concessione della grazia a Patrick non deve oscurare.

In fine bisogna ricordare che la grazia a Patrick è un gesto strumentale, Patrick Zaki, infatti, non aveva commesso nessun reato, è stato accusato di aver diffuso false notizie, semplicemente per aver scritto e pubblicato un articolo sulla persecuzione della minoranza copta nel suo Paese. La mobilitazione deve continuare per liberare chi ingiustamente vive in prigione e soprattutto per avere giustizia su Giulio Regeni, questa sì una morte che ha un significato politico più profondo, che il dittatore Al Sis non vuole risolvere; infatti, fino ad oggi ha negato qualunque collaborazione al Governo e ai Magistrati italiani.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina GLI ESAMI DI STATO QUEST’ANNO COMPIONO 100 ANNI.

GLI ESAMI DI STATO QUEST’ANNO COMPIONO 100 ANNI.

Visioni
di Gigi Mangia

L’esame di stato fu istituito dal filosofo Giovanni Gentile nel 1923 e per questo l’esame di stato di quest’anno fa 100 anni.

Dalla riforma della scuola di Gentile, l’esame di stato è rimasta più o meno quella del grande filosofo, sostanzialmente è cambiata la severità. Rimane ancora però per gli studenti, la prima grande prova di maturità del percorso di studio. È un appuntamento fatto di tensione e di giusta preoccupazione, ma va vissuto con impegno e senza essere condizionati dalla preoccupazione.

È un impegno, di prova con se stessi che va affrontato con spirito socratico; quindi, con la consapevolezza di fare esercizio delle competenze e delle conoscenze acquisite attraverso lo studio, dando dimostrazione attraverso il dialogo, di essere preparati e capaci di orientarsi nelle diverse discipline.

È una prova molto importante nel tempo della formazione perché è il momento del passaggio più importante della vita e quindi della scelta di quale università frequentare per completare la propria formazione. Bisogna scegliere assecondando la propria passione, ascoltando gli interessi cresciuti con lo studio, nella propria soggettività. Non bisogna mai sacrificare o negare la propria passione, perché significa favorire il suicidio della propria soggettività.

Il tempo che stiamo vivendo è quello più difficile, perché siamo in un processo di profonde trasformazioni sociali e culturali è quindi difficile stabilire quale strada scegliere per il futuro migliore. L’esame di stato è la prova che rende possibile la scelta più utile da fare nel rispetto delle proprie ambizioni.
Teatro Koreja si è molto interessato della formazione degli studenti, collaborando con la scuola, per questo fa gli auguri migliori a tutti gli studenti perché il loro esame sia il traguardo più utile, più soddisfacente e più felice, a conclusione del proprio percorso di studio.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina L’oblio oncologico

L’oblio oncologico

Visioni
di Gigi Mangia

Nella commissione “affari sociali” del senato è iniziata la discussione tra i parlamentari per arrivare ad approvare la legge sull’oblio oncologico, da concludere entro il 2025, rispettando le raccomandazioni del Parlamento Europeo.

L’Italia non ha ancora una legge sull’oblio oncologico, che hanno invece altri Paesi europei, tra cui: Francia, Belgio e Lussemburgo. Se hai avuto la sfortuna di avere una malattia oncologica, rischi di non poter avere: un mutuo bancario, un’assicurazione, un prestito, ed anche l’affido di un bambino.

Verso i malati di cancro, ma più ancora verso le donne, questo è un gravissimo problema di discriminazione, che riguarda la civiltà ed interessa il diritto. Per chi ha vinto la lotta contro il tumore e ha fatto la dura esperienza del dolore, subire l’umiliazione di raccontare davanti ad un impiegato sconosciuto il proprio dolore, come anche scrivere su di un modulo l’esperienza della cura, è una prova insopportabile e moralmente deplorevole.

Per chi ha fatto la dura esperienza del tumore, malattia devastante, nei rapporti sociali le cui conseguenze coinvolgono le famiglie, questi malati non devono essere umiliati, ma aiutati ad avere vita sociale, a frequentare, a partecipare e a fare teatro, a svolgere attività sportive, a frequentare i musei e il cinema. Bisogna aiutare i malati di cancro per farli liberare dell’incubo del cancro che rimane come uno stigma, come un pregiudizio. Al contrario, bisogna disegnare un tempo di vita sulla cultura inclusiva in cui il desiderio di vita, diventa la forza della partecipazione per disegnare un paesaggio interiore in grado di trovare un nuovo equilibrio con il corpo che è stato devastato dalla malattia. Le donne sono le più discriminate, le più colpite, anche se l’85% di loro supera la malattia del tumore al seno.

Non esiste l’uomo senza malattia. L’uomo sano è un “mito” costruito per non avere paura del male e per essere lontano dal pericolo di morire.

La malattia, come il dolore, sono prove, esperienza di vita, da non nascondere, da raccontare perché con le parole si crea comunità sociale e quindi forza di vincere il male. Il denaro non misura il valore della vita ma l’egoismo dell’interesse della società, malata, dal possesso di avere denaro. Per liberare la vita dal denaro bisogna approvare con urgenza la legge sull’oblio oncologico perché il cancro è semplicemente un male del nostro tempo, sconfitto e superato.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina L’HO SCRITTO SUL MIO CORPO

L’HO SCRITTO SUL MIO CORPO

Visioni
di Gigi Mangia

È nota ed è sorprendente la lotta per il clima dell’ultima generazione contro la politica che non avverte la crisi climatica ed è sorda verso la scienza, la quale ogni giorno illustra i pericoli irreversibili per l’intero pianeta. La lotta dei giovani, dell’ultima generazione, è creativa e non violenta, si esprime in una sintassi profondamente nuova in cui il corpo diventa messaggio contestativo e radicale nell’indicare gli obbiettivi. Il corpo come comunicazione rompe i limiti dell’ideologia e la sintassi della contestazione rappresentata dal corpo narra un pensiero che porta a cercare l’equilibrio con la natura e ad affermare che l’uomo non è il padrone delle risorse che la Terra ogni giorno offre. La crisi del clima è la fine del modello dei padroni della natura, del capitalismo di rapina, della crisi definitiva dei fossili nella vita politica e sociale dei popoli.

Il corpo dell’attivista Anna è il manifesto del futuro, costruito con la voce del Mediterraneo, degli esclusi e degli invisibili.

L’ho scritto sul mio corpo: stop ai fossili. Non investire più un centesimo in gas, petrolio e carbone. Usare tutti i soldi in azioni urgenti per fermare in tempo il collasso del clima. Lo dice l’attivista Anna nell’intervista di Repubblica del 6 maggio.

Sono richieste chiare e sono obbiettivi precisi. La scelta di usare il corpo nudo, da parte delle donne, è anche la scelta di essere più chiare rispetto alla crisi, per la quale è scaduto il tempo del rinvio di non prendere decisioni vere. Il corpo nudo delle donne in topless vuole indicare tutta la fragilità dell’uomo coinvolto nella crisi del pianeta, in cui vivere ed abitare vuol dire lottare ogni giorno con il pericolo della morte e della malattia. Il corpo della donna è l’inizio della vita nei poteri della natura. Dal seno della donna comincia la scoperta necessaria per l’inizio della relazione dei corpi, fra quello della donna e del suo bambino

L’IO ha bisogno di essere corpo cioè di essere relazione. Il seno è certezza e la sicurezza della relazione dei corpi. I corpi si sentono con il cuore, si vedono con gli occhi, si scoprono con le mani ed è la donna che insegna ad amare e a rispettare. Amare è sentire l’altro prenderlo per mano non lasciarlo mai solo, aiutarlo quando piange e sente il bisogno di essere conforto di comunità. Il corpo usato come protesta porta verso l’alto il livello del messaggio, tanto da essere una lingua con la forza tale da indicare quel modello di futuro fondato sul rapporto uomo – natura regolato dal rispetto.

Le donne hanno la forza di insegnare ad avere amore e rispetto per la vita, perché la vita comincia nel loro corpo. Brave le donne che hanno capito come lottare e non si lasciano condizionare dalla retorica del buoncostume e hanno la forza di sfidare la morale che non vede la libertà del corpo e per questo lo criminalizza.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina 25 aprile Liberazione dell’Italia dal fascismo

25 aprile Liberazione dell’Italia dal fascismo

e la Costituzione è antifascista

Visioni
di Gigi Mangia

Sono passati 78 anni dal 25 Aprile del 1945, da quando il nostro Paese venne liberato dalle truppe naziste, alleate del regime fascista , di Benito Mussolini. Fu la vittoria dei contadini, degli operai, degli intellettuali, degli studenti e delle donne, insomma di tantissima gente che ha creduto e lottato per dare e per avere voce di libertà.

Il 25 Aprile è la vittoria dell’ antifascismo che diede all’Italia la costituzione antifascista. La guerra dei fascisti fu storia violenta e guerra irrispettosa delle leggi di guerra internazionali. I fascisti infatti si macchiarono di crimini di guerra ma i processi non furono svolti.

I documenti per lungi anni rimasero negli armadi chiusi contro i muri per impedire agli storici di fare la storia e ai magistrati di svolgere i processi.

La storia dell’Italia é storia incompiuta con molte ombre e la destra le sfrutta oggi per non riconoscere l’antifascismo della costituzione. Molti capitoli della storia del ventennio sono incompleti, di mezza verità. Stabilire le distanze dal fascismo, avere conoscenza degli eventi, liberarsi dei nomi famosi del regime non é facile perchè nelle nostre città ci sono strade intitolate ai fascisti e piazze con monumenti come per esempio quello al generale Rodolfo Graziani, vice re dell’Etiopia accusato di crimini di guerra.

Del regime fascista una delle pagine più orrende sono quelle delle leggi razziali. Tra le firme del comitato scientifico troviamo quella dello scienziato Niccolò Pende, nato a Noicattaro di Bari,Il quale fu professore nelle università di Messina, di Genova, Firenze e Roma e nel 1926 fu nominato Rettore dell’università Adriatica di Benito Mussolini.

Lo studioso pugliese con le sue ricerche sostenne il fondamento scientifico della superiorità della razza fascista rispetto a quella ebraica e teorizzó l’omosessualità come malattia. Niccolò Pende teorizzó il razzismo scientifico quale esperto di endocrinologia.

Lo scienziato Niccolò Pende ora è sepolto nella chiesa matrice di Noicattaro sotto l’altare e l’istituto scolastico comprensivo del paese porta il suo nome. Ora mi chiedo : quanto pesa questa figura nella storia e soprattutto nella cultura ? E quanto studio bisogna fare ancora per liberare le nuove generazioni dal pericolo del ritorno della cultura fascista, pericolo che in questi giorni é stato correttamente evidenziato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La scuola è la cultura sono chiamate a svolgere un grande compito nella ricerca e nella formazione per colmare i vuoti e superare le ombre che pesano ancora sul presente del paese. Benito Mussolini ebbe largo consenso tra gli intellettuali e fu assecondato anche dall’arte ma ci fu chi si oppose. A Galatina in piazza Dante Alighieri la scultura in bronzo di Gaetano Martinez con il piede schiaccia la faccia di Benito Mussolini per dimostrare il rifiuto e la distanza dal duce. A Galatina ora governa la destra ma la nostra città non é fascista.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina La mobilità lenta

La mobilità lenta

Visioni
di Gigi Mangia

La Ciclovia d’Italia dal monte san Bernardo a Santa Maria di Leuca.
Filosofia di un cammino.

La Ciclovia di Italia, parte dal Monte San Bernardo per arrivare nel Capo di Leuca, al Santuario, che secondo la tradizione era il passaggio delle anime verso la salvezza. È un lungo viaggio, di migliaia di ore pedalate. É un camminare di un felice attraversamento dei borghi e delle piazze dove ammirare i campanili e sentire il suono delle campane, ricordare la vita delle Fede.

È una scoperta delle parole e degli aggettivi dei luoghi. Sono parole vive, resistono, e raccontano ancora la vita dei luoghi. È un camminare verso la scoperta del sapore della terra, il calore dei raggi del sole, la compagnia degli uccelli, il piacere di respirare aria pulita, di sentire il rumore delle foglie, di avere bisogno di toccare con le mani i tronchi dei giganti del tempo, che sollecitano la mente a trovare la quiete serena con la natura, offesa e trascurata.

È un andare nei versi dei poeti che ci hanno insegnato ad amare la terra e a rispettare il mare. È un lungo cammino che finisce a Santa Maria di Leuca, dove la terra è sospesa tra il cielo e il mare. Qui la terra é aperta ai venti, é educata a sentire ed é pronta ad accogliere. Il Santuario, con la forza del Credo, accende il pensiero e il desiderio di futuro, come anche l’invito di lasciare la terra nella sapienza delle mani e ancora di liberare dalla paura, il tempo che abbiamo da vivere e da abitare. É un cammino nella filosofia, nella ricerca delle parole che hanno la forza di sostenere il cammino dell’uomo che non puó vivere solo. Sono parole importanti : accoglienza, ospitalità e gentilezza. La cultura dell’Europa é nata dal cammino dei popoli, da Oriente a Occidente ma l’Italia è una ricca strada che porta l’uomo a credere e a sperare così come Agostino ha insegnato nell’opera “Le Confessioni”.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina Non braccia ma persone da accogliere e integrare

Non braccia ma persone da accogliere e integrare

Visioni
di Gigi Mangia

Qui, dove il salmastro

E lo scirocco battono le ore,

il vento aspro dell’inverno 

scolpisce ulivi padroni. 

Qui, dove la luce bianca 

trafigge il bagnasciuga,

il canto dei pescatori 

inventa il pane del giorno.

(Versi della poesia “Qui” di Angelo Lippo, Poeta di Taranto)

Vorrei partire da qui: dal nostro mare, dalla nostra terra, dalla storia dei popoli delle sponde sul mare. Lungo la terra, distesa sul mare, sono passate la storia dei Cristiani e la storia dei Musulmani. Il Salento un tempo era circondato da sette Paesi di religione e costumi arabi. I miti e gli dèi hanno unito le civiltà delle sponde dei Popoli sul mare. Atene e Gerusalemme sono state le due città di un lungo percorso di ricerca dei valori della fede e del diritto nel dialogo. Enea portò l’Oriente nel Mediterraneo, l’imperatore Giustiniano il Diritto. Abbiamo dimenticato il poeta Omero e il mare è diventato un cimitero di morti annegati.

Da qui voglio partire per esprimere tutto il mio dissenso contro il Governo che ha lasciato morire in mare famiglie in fuga dai paesi dove c’è fame e guerra. I migranti morti in mare scappavano dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iran. Degli ottantasei morti identificati, sessanta erano afgani e molti erano bambini. I bambini morti nel mare, secondo l’Unicef italiano, sono più di cento dal 2022 ad oggi. I bambini sono gli innocenti annegati, la morte nel mare cancella dalla storia la loro esistenza, per loro non c’è neanche la sepoltura. Mai più cancellare la vita e la storia di bambini innocenti! 

Il Governo ha il torto politico di non aver rispettato il diritto del mare, il più antico nella civiltà del Mediterraneo. Ministri senza pietà, lontani dai valori. Alla fine del 1700, il filosofo Emmanuel Kant, nella sua opera “La ragion pratica”, nella prefazione sottolineava per l’uomo l’importanza della morale e il vedere di notte le stelle. Ai migranti annegati è stato impedito di respirare l’aria e di non avere l’acqua per evitare la sete. 

Il Governo povero e senza cultura, per salvare la faccia usa il Diritto Penale come una convincente campagna pubblicitaria. Giorgia Meloni, infatti, si inventa nuovi reati, urla ai quattro venti inasprimenti di pene fino ai trent’anni di carcere contro gli scafisti, dichiara loro la guerra e, come una grande e forte guerriera, cavalca la pubblicità e si lancia all’inseguimento degli scafisti dell’intero globo terrestre. Più che una strategia di governo, in cui manca la distinzione tra scafisti e trafficanti di esseri umani, sembra un romanzo d’avventura. 

Ciò che causa meraviglia è il consenso a questa “sgrammaticatura” del diritto è quella  del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, parlamentare esperto di diritto e magistrato. La politica di chiusura contraria verso gli immigrati è vecchia già da anni. La legge Bossi-Fini, che Alfredo Mantovano vuole aggiornare, è sua. Fu fatta quando egli era viceministro degli Interni del Governo di centro-destra nel 2002 di Silvio Berlusconi. Al Governo di destra manca una visione culturale corretta del movimento migratorio, che è di lungo periodo ed è causata dalla crisi economica che a sua volta causa la crisi climatica e porta fame e guerra nei Paesi più poveri da cui nascono i grandi movimenti migratori nel Mediterraneo e quindi in Europa. 

Il Governo Meloni, il Ministro Lollobrigida, parlano di flussi di immigrati, di braccia da far entrare in Italia, da impiegare in agricoltura, da manuali nell’edilizia, da lavapiatti nel turismo e non riescono a parlare invece di persone da accogliere e da integrare. La politica dei porti chiusi, del blocco navale, ed ora addirittura il coinvolgimento della Nato, sono tutti i ritardi della politica di destra che guarda e vede lo straniero come nemico e quindi come pericolo da cui difendersi negandogli l’accoglienza. Per questi sventurati, partire e rischiare di morire vuol dire perdere la vita. 

prossimi Appuntamenti