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November 2021

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina Adelina Sejdini, una donna morta suicida

Adelina Sejdini, una donna morta suicida

Visioni
di Gigi Mangia

La morte di Adelina, di una donna che lottò con tutte le sue forze contro la tratta della prostituzione, riempie per un giorno, le pagine di cronaca dei giornali. Poi finisce, senza lasciare un segno. Leggiamo e studiamo le lotte delle donne, ma poi non sappiamo dare risposta alle loro domande.

Adelina non aveva nemmeno 15 anni, quando fu presa da Durazzo e fu costretta, dalla criminalità albanese, a prostituirsi in Italia. Lottò con tutte le sue forze per difendere donne come lei e fece arrestare tanti criminali del sesso. Adelina amava l’Albania, ma il suo sogno era quello di diventare una cittadina italiana. Sabato 6 novembre, Adelina ha contestato l’inspiegabile comportamento di chiusura, nei suoi confronti, della burocrazia verso la sua domanda, con un gesto pubblico ma molto chiaro, dandosi fuoco davanti al Ministero degli Interni. Gravemente ustionata è stata ricoverata all’Ospedale Santo Spirito di Roma. Il gesto di Adelina manifesta la disperazione di un dramma incompreso, di una donna sola, disperata, malata di cancro, nel vuoto sociale, che chiedeva di essere cittadina italiana. Invece di capire ed ascoltare le è stato consegnato il foglio di via. Adelina Sejdini ha
firmato le sue dimissioni dall’ospedale e poi si è allontanata, ha raggiunto il Ponte Garibaldi sul Tevere, da dove si è lanciata nel vuoto, per scrivere la fine della sua vita. Adelina ha trovato la sua libertà dal dolore e l’accoglienza nella morte, che non rifiuta mai di accogliere i disperati e gli scarti della società. Gli “ultimi” che non trovano accoglienza nella politica. Adelina ha lottato per più di 20 anni, per liberare donne come lei dalla prostituzione. Ha collaborato con la polizia, senza vedere mai riconosciuto il suo impegno. Senza ottenere mai la cittadinanza italiana, che era il suo sogno.

La storia del sacrificio di Adelina orienta il faro sugli egoismi di una società che crede di essere civile, senza essere capace però, di riconoscere il valore delle persone.

Per tenere lontane le persone scomode, costruiamo muri, inventiamo malattie. Leggiamo le pagine di Freud per spiegare la pulsione sessuale maschile come bisogno di possesso, di dominio del corpo della donna.
Interpretiamo la prostituzione come un comportamento naturale spinto
dall’impulso di Thanatos, l’energia dell’inconscio che anima il comportamento maschile.

Il mercato del corpo della donna, il sesso a pagamento, sono la storia vecchia che il potere non vuole cambiare ed oggi è in preoccupante aumento. Adelina è morta perché noi non abbiamo avuto gli occhi per vedere, le orecchie per sentire, le mani per toccare.

Il 25 Novembre, per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, scriviamo sulle porte dell’universo femminile: “tolleranza zero, senza se e senza ma, ai criminali del traffico del corpo delle donne e lo sfruttamento della prostituzione” e affermiamo con voce
convinta e sincera “mai, mai, mai più violenza sulle donne”.

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immagine di copertina L’inferno nella foresta ad est della Polonia

L’inferno nella foresta ad est della Polonia

Visioni
di Gigi Mangia

Nella foresta, ad est della Polonia, ci sono immigrati che cercano di entrare in Europa sfidando difficoltà insormontabili, vivono in condizioni inumane, costretti ad affrontare temperature molto rigide di 8 gradi sotto lo zero, senza coperte, senza a acqua e pane. Le donne e i bambini vivono nell’inferno gelato, morendo nel silenzio ghiacciato. Fra la Polonia e la Bielorussia, c’è un filo spinato che separa due linguaggi in lotta fra di loro. Ci sono i corpi dei bambini a piedi nudi nella terra ghiacciata, ci sono le donne che cercano di proteggerli con il calore dei loro corpi stringendoli al petto. Ci sono profughi padri, che cercano di tagliare il filo spinato per entrare in Europa, dove trovare accoglienza. Dall’altra parte del filo, ci sono i militari polacchi armati per respingere i disperati, per difendere i confini, per mandare indietro gli irregolari senza permesso di soggiorno.

Il filo spinato separa il linguaggio dei disperati da quello degli Stati europei contrari all’accoglienza. È una guerra, la chiamano “ibrida”, ma invece è una guerra vera e crudele. Per respingere cinquemila disperati, ci sono quindicimila soldati autorizzati dal Governo polacco a usare gas lacrimogeni e a sparare, con i cannoni, acqua congelata contro donne e bambini nudi e disarmati. La guerra contro i disperati è una guerra più dura e violenta rispetto a quella normale perché è un crimine contro l’umanità, fatta nel disprezzo del diverso. Contro questa guerra, che nessuno vuol vedere, non c’è la vecchia Europa, la quale ha perso le radici cristiane, non ha più Dio, e ha dimenticato anche i vangeli. È l’Europa malata e respira il sociale avvelenato perché nelle vene degli Stati scorre la paura del diverso e invade le nostre città, dove porta violenza e malattia secondo i benpensanti. L’Europa delle frontiere, che chiude gli occhi per non vedere e per essere facilitata a girare le spalle agli immigrati al confine.

È quell’Europa in cui l’uomo è diventato incapace di essere umano e di negare il pensiero del filosofo Nietzsche nell’opera “Così parlò Zarathustra” e anche di cancellare le pagine di Alessandro Leogrande, scomparso quattro anni fa. Senza memoria non c’è futuro, senza conoscenza non ci può essere progresso sociale e non si può vivere neanche la cultura della convivialità delle differenze, insegnata dal grande sacerdote e profeta Don Tonino Bello.

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immagine di copertina Contrario all’abolizione del compito scritto di italiano a scuola

Contrario all’abolizione del compito scritto di italiano a scuola

Visioni
di Gigi Mangia

Avere e seguire con intelligenza il tempo del cambiamento della scuola, è un compito serio e responsabile. La scuola del Terzo Millennio, dei “nati digitali”, non è quella che sostituisce la “biro” con il tablet, perché è molto più complessa. Bisogna disegnare gli spazi, a partire dalle classi, aperti ed ispirati alla pedagogia laboratoriale, dell’insegnare a fare, del lasciare fare, progettare per fare, scrivere e relazionare. La scuola ha il ruolo di cucire lo strappo sociale causato dalla pandemia, educando gli scolari a prepararsi a quel grande
processo di transizione sostenibile in cui l’obiettivo fondamentale è quello di realizzare una cittadinanza libera, responsabile, sostenibile ed inclusiva. Grande risorsa per il raggiungimento di questo traguardo e per superare anche la piaga della dispersione (che in Italia è di 120mila studenti) l’art. 3 della Costituzione. La scuola del ‘900 per la costituzione è rimasta incompiuta. Tocca a tutti: al teatro, alle biblioteche, ai musei, ai centri sportivi e all’imprese, fare di più e meglio.

La DAD
ha messo in evidenza i limiti e le difficoltà dello studio, impedendo una
corretta formazione, e limitando l’acquisizione delle competenze. La DAD, per gli studenti, si è ridotta ad essere meno studio, meno compiti, meno ricerca ed isolamento sociale. Ora, c’è chi pensa, fra gli intellettuali, di abolire il compito scritto per superare la crisi degli studenti e facilitare gli studi. Il populismo è stato il grande male della democrazia. In Parlamento siede ancora chi sostiene che il Ministro dell’economia lo può fare una brava casalinga e il Ministro dell’Università e dell’Istruzione l’insegnante di sostegno. Per fare
la “nuova scuola” serve più studio, più tempo a scuola, più responsabilità, più compiti e meno lamentele da parte delle famiglie per avere meno compiti.

Il compito scritto è una prova di verifica fatta a conclusione dello studio di una “tassonomia” programmata nelle diverse discipline e modulata su obiettivi cognitivi e formativi. Il compito scritto serve, quindi, sia per verificare i risultati, sia per l’autovalutazione dello studente, personale ed intellettuale. Il compito scritto quindi, serve molto allo studente e poco al docente. Sono assolutamente contrario all’abolizione del compito scritto a scuola. La scuola serve per verificare giorno dopo giorno, la formazione socioaffettiva e cognitiva dello studente e viene certificata da prove.

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immagine di copertina L’avvenire è il presente

L’avvenire è il presente

Visioni
di Gigi Mangia

C’è una consapevolezza, una determinazione, una convinzione dei giovani nella scienza e nella politica che la crisi del clima, dovuta al comportamento dell’uomo, comporta la necessità di difendere la Terra, il cui impegno è globale e coinvolge tutti e soprattutto che, il diritto di avere un clima sano libero dai veleni, è un diritto internazionale irrinunciabile e non negoziabile.

Lo dicono i giovani e il Presidente Mario Draghi che li ascolta e si impegna a portare le loro richieste al G20, a Roma, il 30 e 31 ottobre. La lotta dei giovani contro l’inquinamento non è più quella del futuro, perché ormai riguarda il nostro presente. La Terra è la nostra casa, sentirla in pericolo mette ansia e soprattutto non fa vedere il futuro di una vita sociale in armonia con la Terra.

La strada della transizione verde ed ecologica non è facile. Se la pandemia ha unito gli sforzi degli Stati nella lotta contro il virus, al contrario, l’impegno contro l’energia fossile ha portato divisione perché sono troppo grandi gli interessi economici in gioco.  Nelle banche mondiali ed Europee, infatti, ci sono grandi investimenti finanziari, dipendenti dai grandi gruppi che hanno interessi in campo energetico, a partire dal gas, e grandi interessi nell’ambito della mobilità sostenibile. Tutte le grandi città sono obbligate a diventare
smart – City e ad avere un modello di mobilità sicura e sostenibile.

A volte anche le parole deludono e disorientano il pensiero. Nel PNRR si parla di ricostruzione e di resilienza, cioè di riparare i guasti del modello, di resistere ai pericoli e non invece di un cambiamento socialmente ed ecologicamente sostenibile. I giovani chiedono infatti, il cambiamento e dicono che: non c’è il pianeta B ma c’è un solo pianeta, il nostro da difendere, fermando l’inquinamento.

Le parole dei giovani hanno la forza di scrivere le decisioni del prossimo G20 a Roma, presieduto da Mario Draghi, il quale non verrà meno alle promesse fatte sul cambiamento in favore della transizione verde ed ecologica del sistema. Per Draghi i giovani sono gli attori del futuro. Nel loro cantiere lavorano gli scienziati, i ricercatori, gli artisti, i poeti e i musicisti, tutti impegnati per raccontare e progettare
il futuro nuovo che vogliamo essere.

La poesia nutre la mente e apre visioni:

“ammirare incantato

l’avvenire

stellato di sogni,

potrò quando il biancore

mattutino cesserà

di deludermi;

e la notte

m’avvolgerà di luce,

senza che il cielo

si vesta di rosa;

io godrò la musica

del silenzio

e mi parrà svenire!”.

(Carmelo Bene, Adriatica
editrice salentina, Lecce, 2009)

Per molti di noi l’avvenire è già presente: basta non avere più paura, ma al contrario, avere la forza per cambiare.

Al G20 a Roma i giovani sperano che Draghi sia protagonista di un nuovo orientamento: servono fiducia e nuovi occhi per guardare il futuro libero dagli egoismi degli Stati che rimangono prigionieri del privilegio dei vantaggi”.

Bisogna cambiare, piantare alberi per difendere la Terra.

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immagine di copertina Dante Alighieri maestro di scrittura

Dante Alighieri maestro di scrittura

Visioni
di Gigi Mangia

18-24 Ottobre, settimana dedicata alla lingua italiana e al poeta Dante Alighieri. Quale è, la forza che rende intramontabile la poesia del poeta Dante Alighieri?

La sua capacità di aver saputo mettere al centro della sua scrittura la forza creativa del poetare e la narrazione. Il poeta fiorentino è narratore di storia, di volti e luoghi della sua terra. La poesia di Dante ha una forte radice medievale che continua peró ad affascinare ancora, per la sua creatività, il nostro presente.

Il poeta Dante fu un grande studioso ed un attento ricercatore della lingua. Proprio alla lingua infatti egli dedicó il suo studio, scrivendo il “De vulgari eloquentia” in cui si chiese se il volgare fosse una lingua matura per trattare della scienza e del rapporto che la scienza deve avere con la lingua nella ricerca del comportamento dell’uomo nella vita sociale. Scrisse l’ opera in latino perchè intendeva dimostrare ed illustrare la sua tesi agli intellettuali dimostrando valido il suo progetto e la maturità della lingua volgare.

Già nel “ Convivio” Dante si era interrogato del ruolo della lingua nella scienza. La ricerca della lingua fu un impegno che attraversò l’ intera vita del grande poeta fiorentino. La narrazione del poeta Dante, esiliato, lontano è rifiutato dalla sua città mette nello specchio i contrasti sociali, il potere politico e la lotta nei governi delle città del suo tempo. Il vocabolario delle parole del poeta fiorentino è molto ricco di parole mai banali ma sempre ispirate a profondi significati.

Le parole dei versi della sua “Commedia” infatti generano nelle orecchie visioni del viaggio dell’ uomo nella storia come protagonista degli eventi e responsabile dei conflitti. Al poeta basta la forza di poche parole :” per me si va nella città dolente”;” per me si va nell’eterno dolore”; per me si va fra la perduta gente” per definire il suo viaggio e per verificare il registro della lingua infine per esaltare la creatività della poesia come forza narrativa della distopia della città dell’Italia medievale. Nella narrazione di Dante non c’è la città eterna del filosofo Sant’Agostino ma in Dante c’è l’ inferno, la geografia dei peccati, l’inferno in cui solo il virtuoso Virgilio può essergli guida . Dante scrive l’inferno in cui affronta la visione della mente e immagina l’aldilà cioè la morte fuori dal reale. Il canto X dell’ inferno è una lezione di scrittura di straordinaria forza poetica e come la creatività della parola può superare i limiti del tempo e disegnare spazi nel pensiero. Il pensiero perciò diventa visione luce di storie.

“Ora sen va per un secreto calle,
tra ’l muro de la terra e li martìri,
lo mio maestro, e io dopo le spalle. 3

“O virtù somma, che per li empi giri
mi volvi”, cominciai, “com’a te piace,
parlami, e sodisfammi a’ miei disiri. 6

La gente che per li sepolcri giace
potrebbesi veder? già son levati
tutt’i coperchi, e nessun guardia face”. 9

E quelli a me: “Tutti saran serrati
quando di Iosafàt qui torneranno
coi corpi che là sù hanno lasciati. 12

Suo cimitero da questa parte hanno
con Epicuro tutti suoi seguaci,
che l’anima col corpo morta fanno”

Solo un grande poeta , come Dante Alighieri poteva portare i lettori a fare il viaggio dell’inferno, un viaggio difficile dove vedere senza la luce, conoscere i volti delle persone , sentire le urla del dolore che riempiono il buio profondo dell’eternamente eterno inferno.

Il teatro studia e si interroga ancora col poeta Dante al quale pone le eterne domande della sua poesia aperte alla storia. Nel teatro ai poeti il sipario è sempre aperto.

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immagine di copertina Il fascismo avvelena il sociale

Il fascismo avvelena il sociale

Visioni
di Gigi Mangia

La pandemia causata dal Covid ci sta insegnando lezioni importanti su come la popolazione risponde alla crisi e alla disinformazione e sta cambiando anche il modo in cui gli scienziati studiano i problemi di salute pubblica.

C’è disorientamento, intellettuali che si scherano senza capire e i fascisti che cavalcano il disagio sociale e la paura. Non è da oggi che le forze dell’estrema destra, nelle periferie, cavalcano il disagio della precarietà delle classi popolari. C’è stata prima la lotta per le case popolari, poi il rifiuto per gli extracomunitari, oggi il corteggiamento dei No vax e No green pass. Forza Nuova, dal mese di luglio, ha un giornale online. Il direttore è Giuliano Castellino, il vice di Roberto Fiore, presidente di Forza Nuova dal quale incita la lotta e il rifiuto del vaccino dispensando false informazioni e incredibili fake news.

Non solo. Le forze neofasciste, ricevono finanziamenti dall’estero di oscura provenienza. Ancora, c’è un legame tra le organizzazioni di estrema destra e alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia, i quali hanno utilizzato alcuni loro documenti nelle interrogazioni parlamentari. Il Quotidiano Domani del direttore Stefano Feltri approfondisce e documenta, nelle sue pagine, i rapporti della destra fascista con la destra di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Forza Nuova ha la sede nel palazzo della fondazione di Alleanza Nazionale, ai Parioli a Roma dove, a parole, ha avuto comunicazione dello sfratto. Di fatto, però, rimane sempre li. Non vedere il pericolo, non rendersi conto della gravità politica e sociale delle forze neofasciste da parte di alcuni intellettuali, è il modo migliore per aggravare il problema e complicare il quadro politico.

C’è chi lo fa per opporsi e creare difficoltà a Mario Draghi. Per lui, invece, è molto chiaro il pericolo, lo ha dimostrato con un comportamento esemplare e chiaro. È stato, dopo Prodi, il Presidente del Consiglio a recarsi in visita nella sede della CGL, distrutta dai neofascisti e abbracciare il segretario nazionale Maurizio Landini dando un segnale inequivocabile agli italiani e all’Europa. La nostra Costituzione è chiara nel vietare la formazione di forze politiche ispirate al fascismo. Infatti di sabato 2 ottobre a Roma l’attacco al sindacato e il tentato attacco a Palazzo Chigi sono la volontà evidente di colpire lo Stato e quindi mettere in crisi la democrazia. Basta questo per prendere la decisione di sciogliere e dichiarare contro legge le organizzazioni neofasciste di Roberto Fiore e Giuliano Castellino. Il governo lo può fare servendosi della legge Scelba del 1952 come lo può fare anche la magistratura. Non farlo sarebbe una risposta debole e grave o comunque insufficiente ad evitare che il fascismo continui ad avvelenare le forze sociali. Bisogna evitare che i cittadini che si rifiutano di presentare il Green Pass al datore di lavoro lo facciano per uso politico come potrebbe accadere al porto di Trieste.

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La malaria

la malattia della disuguaglianza che fa morire i poveri

Visioni
di Gigi Mangia

Straordinario! È stato scoperto il vaccino per combattere la malaria RTS, S/AS01, grazie alla ricerca scientifica. È un progetto sperimentale, che dà grandi speranze, salva dalla morte molti bambini.

Nell’Africa subsahariana muoiono oltre 500 mila persone, la metà dei quali sono bambini. La malaria, la malattia dei poveri, è diffusa nei
Paesi in cui le popolazioni non hanno la possibilità economica di accedere al cibo, meno che mai alle cure.

 Quando l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha annunciato il vaccino è stato un momento di festa, di gioia, perché i bambini possono essere difesi dalla morte causata dalla malaria. Il vaccino contro la malaria è molto importante, perché finalmente apre la strada a combattere una delle malattie dei poveri. Sono ancora molte le malattie dei Paesi poveri a non avere il vaccino; proprio per questo è interessante la scoperta di questo vaccino perché affronta uno dei temi di sanità che ha messo in crisi il mondo globalizzato.

La malaria è stata una malattia di morte anche per noi nel sud d’Italia, di essa ci siamo liberati negli anni ’70 del secolo passato e forse ci siamo già dimenticati. Oggi possiamo essere contenti perché, grazie alla scienza, possiamo combattere la malattia della disuguaglianza e della povertà ed evitare la morte dei bambini nati poveri. L’OMS, in un Twitter, dice che: ” ogni due minuti un bambino muore di malaria”, per me è troppo anche la morte di un solo bambino. Dobbiamo avere fiducia nei vaccini perché ci sono molte malattie ancora da combattere nel mondo globalizzato.

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Barriere di cristallo

Visioni
di Gigi Mangia

Il 3 ottobre è stata la giornata nazionale dedicata alla memoria dei profughi morti in mare. Fu il 3 di ottobre di 8 anni fa quando al largo di Lampedusa un barcone carico di profughi eritrei prese fuoco. Morirono in 368 e 20 furono dispersi. Fu una grande tragedia che rimane nella memoria.

La cronaca peró continua ancora a raccontare la morte dei profughi annegati nel mare. Il potere si limita a lanciare corone di fiori nelle acque del mare per onorare la morte dei corpi finiti nel fondo del mare senza avere neanche la dignità della sepoltura. L’Europa continua ancora a non avere una politica di accoglienza dei profughi. Si spendono milioni di euro per finanziare il respingimento e consegnare alle dittature la gestione dei profughi.

L’ultima cronaca del 3 ottobre 2021, racconta di una famiglia di profughi scappata su di una piccola barca, portando con sè una pecora: il segno di un fenomeno complesso che declina la geografia sociale dei disperati che scappano dalla guerra. Alessandro Leogrande ebbe coraggio e sensibilità di studio per approfondire il movimento migratorio dei disperati e denunciare le barriere di cristallo degli Stati ricchi, indifferenti alla sofferenza e al grido dei poveri disperati.

Koreja porta avanti la lezione di Alessandro Leogrande, studiando e approfondendo le sue pagine preziose per capire come abbattere le barriere di cristallo dei popoli ricchi, che si rifiutano ancora di avere un progetto di integrazione dei popoli che cercano futuro.

Fa riflettere molto la condanna a 13 anni di Mimmo Lucano, il sindaco del progetto dell’integrazione dei disperati, che ha fatto scuola e ha ispirato la politica dei paesi sviluppati. Le sentenze vanno lette, vanno accettate, vanno rispettate ma vanno anche interpretate. Bisogna capire spesso anche la giustizia che non è sempre attenta a governare il processo sociale del cambiamento in atto. Mimmo Lucano è stato trattato dalla giustizia peggio di un mafioso più pericoloso di un assessore che invece di integrare gli immigrati, gli spara con la pistola come è successo a Voghera.

Nella foto L’approdo. Opera all’umanità migrante di Costas Varotsos

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