Calendario

October 2023

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina Lampada Lux pacis <br>nella terra di Don Tonino Bello , Santa Maria di Leuca

Lampada Lux pacis
nella terra di Don Tonino Bello , Santa Maria di Leuca

Visioni
di Gigi Mangia

Entrando nel Santuario di Santa Maria di Leuca, troviamo: il quadro della Santa con la lampada “lux pacis”.
Lux pacis sono parole che appartengono alla lingua latina, la quale è stata il fondamento del cristianesimo e della cultura della civiltà dei popoli d’Europa. Lux pacis sono parole vive, importanti e ancora necessarie per il nostro tempo. Sono parole che non invecchiano con il tempo, sono parole verticali, utili per noi perchè hanno la funzione di essere il farmaco del pensiero.

Le parole sono fondamentali per dialogare e per trovare la pace fra i popoli. Per noi che viviamo in rete “www.” nello spazio aperto e orizzontale, usiamo parole povere perchè prive della forza di emozionare. La pace bisogna vederla, sentirla, volerla, desiderarla, cercarla nel pensiero, attraverso le parole che hanno la forza del dialogo, portando l’uomo nella cultura sociale.
Il Capo di Leuca è una terra aperta alla porta del tempo. Ha vecchie radici profonde e antiche della fede e della cultura greca e ilatina. È una terra di passaggio e di incroci fra popoli aperta al credo Cristiano e ai valori politici della Polis. Infatti le porte del Santuario in bronzo, dell’artista Armando Marrocco, rappresentano proprio l’accoglienza dei migranti nella terra generosa aperta ad accogliere il “diverso” e pronta a rispettarlo.
Le parole della lampada “la luce per la pace” ci aiutano a vedere come dare una mano per accogliere il diverso e con quali parole raccontare i rapporti di pace fra i popoli diversi. Sono le parole Luce e Pace del vocabolario del grande Don Tonino Bello che spese la sua vita per educare la gente ad accogliere il diverso e a rispettarlo come fratello.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina Giornata mondiale dell’insegnante

Giornata mondiale dell’insegnante

Visioni
di Gigi Mangia

Il 5 ottobre ricorre la giornata mondiale dedicata alla figura dell’insegnante. La professione dell’insegnante oggi è al centro di una profonda rivoluzione che riguarda molte discipline, dalla matematica alla fisica, dall’italiano alla storia, dalla pittura alla grafica. La figura dell’insegnante viene messa seriamente in discussione dall’ultimo traguardo della tecnologia Chat GPT, capace di produrre testi, di scrivere libri, di creare progetti.

Questa tecnologia mette in discussione il ruolo dell’insegnante e soprattutto la scuola che da sempre è stata l’agenzia più importante della formazione della persona. Oggi avere una giornata internazionale dedicata a questa figura significa, per tutti noi, riflettere su come valorizzare il ruolo dell’insegnante nel fare educazione nel terzo millennio.

Il Teatro Koreja ha avuto sempre grande cura, grande interesse e soprattutto grande apertura per collaborare con la scuola, ed in particolare, con i docenti. Il teatro, le biblioteche, i musei e comunque tutte le altre arti, sono chiamate a riflettere sulla figura e sul ruolo dell’insegnante nella giornata a lui dedicata. 

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina “Io Capitano” candidato alla mostra internazionale del cinema di Venezia

“Io Capitano” candidato alla mostra internazionale del cinema di Venezia

Visioni
di Gigi Mangia

Sarei veramente contento e ancor di più felice se il film: “Io Capitano” di Matteo Garrone vincesse il Leone d’oro perché è un film che apre un punto di vista diverso sull’immigrazione, liberandola da tutti i pregiudizi che condizionano la lettura e soprattutto la visione del grande problema sociale dell’immigrazione.

Nel film di Garrone infatti Seydou e Moustapha, nome dei protagonisti, sono due giovani che decidono di abbandonare il loro paese, il Senegal, per trovare fortuna nel mondo. La grande forza, straordinaria e profonda, dei due protagonisti è quella di credere e di lottare per avere futuro.

La forza viene dalla cultura, in particolare dalla musica: l’arte che più di tutte non ha confini, non ha barriere, non ha difficoltà di lingue, non ha problemi di conoscenza; la musica fra tutte le arti, è quella che si muove in un paesaggio pubblico, negando paesaggi privati.

La scelta di raccontare il film dal punto di vista dei giovani protagonisti, Seydou e Moustapha, ci fa vedere il viaggio vero, autentico, di sacrificio di chi guarda all’Europa come il continente dove costruire il proprio futuro. Garrone con il suo film, Io Capitano, denuncia tutti i limiti dei nazionalismi corporativi chiusi incapaci di accogliere il diverso. L’emigrazione é nata con l’uomo, la politica non la puó impedire, la cultura la rende viva e quindi potrà un domani costruire e favorire una società diversa in cui l’uomo non ha paura dell’uomo. Mi auguro veramente che Matteo Garrone possa vincere il Leone d’oro perchè sarebbe anche il trionfo della mostra del cinema di Venezia.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina Se un bambino muore nel mare, il dolore dura solo un giorno

Se un bambino muore nel mare, il dolore dura solo un giorno

Visioni
di Gigi Mangia

Sull’isola di Lampedusa sono arrivati più di sei mila immigrati disperati, fra di loro una ragazza di 17 anni aveva un bambino, la barca si é rovesciata e il suo bambino di 5 mesi é morto annegato.

La morte di un bambino crea dolore, causa disorientamento, smarrimento dei sentimenti, disperazione del cuore. La sua morte la percepiamo ingiusta, la sentiamo nostra, ci sentiamo responsabili impotenti. La grande migrazione crea disorientamento sociale perché non siamo preparati e disposti all’accoglienza.

La politica fa accordi con i paesi dell’Africa: Libia e Tunisia, da cui partono i disperati; finanzia i trafficanti di persone e non crea invece le politiche necessarie per affrontare il grande problema dell’immigrazione del nostro secolo. La politica condanna l’immigrazione con politiche repressive, costruisce muri, penalizza le ONG e fa cartello con i paesi sovranisti. Il ministro Salvini interpreta e vede nell’immigrazione la guerra contro l’Italia: non si rende conto di quanto veleno ha nel suo cuore e di quanta indifferenza nei suoi occhi. Il bambino di solo 5 mesi annegato rimane solo per un giorno nella cronaca dei giornali e delle televisioni, poi tutto finisce, anche il dolore si dimentica.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina 8 settembre: giornata internazionale dell’alfabetizzazione

8 settembre: giornata internazionale dell’alfabetizzazione

Visioni
di Gigi Mangia

L’8 settembre ricorre la giornata internazionale dell’alfabetizzazione. É una giornata straordinaria per l’importanza del tema è soprattutto per la rilevanza nella formazione culturale.

Per l’Italia é una giornata ancora più importante, perchè l’11% della popolazione scolastica abbandona i banchi di scuola e quindi inesorabilmente riempié le fila degli analfabeti. La scuola ha un ruolo fondamentale per superare e combattere l’abbandono scolastico.

Servono risorse ingenti per avere una scuola capace di educare, attrezzata di aule, di tecnologia, di palestre , di tempo pieno, di insegnanti preparati e specializzati. Sono questi tutti capitoli di spesa che la politica non ha voglia di vedere. Il governo in carica infatti, nella nuova finanziaria minaccia tagli proprio nella scuola. Il PNRR per la scuola prometteva finanziamenti di oltre otto miliardi per costruire asili, palestre, aule fini alle Università.

Nella revisione, del ministro Raffaele Fitto, al PNRR dei 140 punti, molti riguardano la scuola. Raffaele Fitto, nella sua facile carriera di successo politico, non ha mai avuto grande interesse proprio per la scuola ed è forse questa una delle ragioni del suo disinteresse. I soldi del PNRR per la scuola dovevano superare le differenze in campo formativo della scuola fra Nord e Sud del paese. Questo obiettivo ormai possiamo dire che l’abbiamo perso.

Al ministro Fitto, Giorgia Meloni ha consegnato il compito dello sviluppo del Mezzogiorno, progettando un’unica zona “ZES” per facilitare lo sviluppo del sud risolvendo i gravi problemi che non sono nati oggi ma sono vecchi di anni.

La lotta contro la dispersione scolastica e soprattutto per avere una scuola capace di rispondere ai bisogni formativi delle nuove generazioni appartiene all’Italia e non puó essere vinta se viene consegnata alle aule parlamentari in cui i partiti proprio per la scuola non hanno nessuna credibilità e soprattutto la fiducia del Paese.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina 25 aprile Liberazione dell’Italia dal fascismo e la Costituzione è antifascista

25 aprile Liberazione dell’Italia dal fascismo e la Costituzione è antifascista

Visioni
di Gigi Mangia

25 aprile Liberazione dell’Italia dal fascismo e la Costituzione è antifascista.
Sono passati 78 anni dal 25 Aprile del 1945, da quando il nostro Paese venne liberato dalle truppe naziste, alleate del regime fascista , di Benito Mussolini. Fu la vittoria dei contadini, degli operai, degli intellettuali, degli studenti e delle donne, insomma di tantissima gente che ha creduto e lottato per dare e per avere voce di libertà.

Il 25 Aprile è la vittoria dell’ antifascismo che diede all’Italia la costituzione antifascista. La guerra dei fascisti fu storia violenta e guerra irrispettosa delle leggi di guerra internazionali. I fascisti infatti si macchiarono di crimini di guerra ma i processi non furono svolti. I documenti per lungi anni rimasero negli armadi chiusi contro i muri per impedire agli storici di fare la storia e ai magistrati di svolgere i processi. La storia dell’Italia é storia incompiuta con molte ombre e la destra le sfrutta oggi per non riconoscere l’antifascismo della costituzione.

Molti capitoli della storia del ventennio sono incompleti, di mezza verità. Stabilire le distanze dal fascismo, avere conoscenza degli eventi, liberarsi dei nomi famosi del regime non é facile perchè nelle nostre città ci sono strade intitolate ai fascisti e piazze con monumenti come per esempio quello al generale Rodolfo Graziani, vice re dell’Etiopia accusato di crimini di guerra. Del regime fascista una delle pagine più orrende sono quelle delle leggi razziali.

Tra le firme del comitato scientifico troviamo quella dello scienziato Niccolò Pende, nato a Noicattaro di Bari,Il quale fu professore nelle università di Messina, di Genova, Firenze e Roma e nel 1926 fu nominato Rettore dell’università Adriatica di Benito Mussolini. Lo studioso pugliese con le sue ricerche sostenne il fondamento scientifico della superiorità della razza fascista rispetto a quella ebraica e teorizzó l’omosessualità come malattia. Niccolò Pende teorizzó il razzismo scientifico quale esperto di endocrinologia. Lo scienziato Niccolò Pende ora è sepolto nella chiesa matrice di Noicattaro sotto l’altare e l’istituto scolastico comprensivo del paese porta il suo nome.

Ora mi chiedo : quanto pesa questa figura nella storia e soprattutto nella cultura ? E quanto studio bisogna fare ancora per liberare le nuove generazioni dal pericolo del ritorno della cultura fascista, pericolo che in questi giorni é stato correttamente evidenziato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La scuola è la cultura sono chiamate a svolgere un grande compito nella ricerca e nella formazione per colmare i vuoti e superare le ombre che pesano ancora sul presente del paese. Benito Mussolini ebbe largo consenso tra gli intellettuali e fu assecondato anche dall’arte ma ci fu chi si oppose. A Galatina in piazza Dante Alighieri la scultura in bronzo di Gaetano Martinez con il piede schiaccia la faccia di Benito Mussolini per dimostrare il rifiuto e la distanza dal duce. A Galatina ora governa la destra ma la nostra città non é fascista.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina Masha Amini

Masha Amini

Visioni
di Gigi Mangia

La forza della ciocca di capelli di una giovane donna ha scosso il mondo.
Mancano pochi giorni alla ricorrenza della morte della giovane Masha Amini, la quale venne uccisa dal regime semplicemente perchè dal suo velo usciva una ciocca di capelli.

Sono i capelli della donna la forza, il simbolo, la ricchezza, la potenza che resiste a tutte le violenze e senza spargere sangue fa crollare i regimi e abbatte le barriere. È la politica della repressione che ha visto nei secoli della storia l’avversaria irriducibile del potere maschile che vive e si nutre di repressione.

La giovane donna infatti ha una sensibilità diversa, diverso il suo linguaggio, diverso il suo desiderio, diverso il suo piacere di comunicare con la bellezza del corpo l’amore, la pace , i rapporti liberi e senza distanza.

La donna offre sempre una mano per accompagnare l’uomo per non lasciarlo nella solitudine acida.
La donna conosce la vita: è nel suo corpo il seme dell’umanità. Il grembo della donna è forza che non conosce il tempo e che resiste ad ogni violenza. L’uomo ha invidia della potenza inimitabile del corpo della donna perchè la donna fa storia e senza di essa finisce la storia. Con il sacrificio della giovane studentessa Masha Amini è iniziata la rivoluzione del movimento di liberazione delle donne le quali di notte con la luna nel cielo hanno bruciato il velo. Il loro viso e i loro capelli sono diventati l nuova bandiera del movimento di liberazione di tutte le donne.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina Piatti da “urlo”

Piatti da “urlo”

Critica
di Francesco Iazzi

SERVIAMO…Il MENU del FESTIVAL una (s)cena dal sapore unico

Un viaggio critico-culinario per “assaporare” il Teatro dei Luoghi Festival Internazionale 2023 in modo creativo…e senza ingrassare! 

A chiusura del Teatro dei Luoghi arriva “Simona, Gangster of Art”, prima nazionale della nuova opera del genio belga Jan Fabre. Ed è un successo. Simona, interpretata dalla sensazionale Irene Urcioli, è una ladra con un intento nobile: radunare tutta la cocaina del mondo per creare la sua opera d’arte più bella, una colonna bianca su cui ergersi. E per fare ciò, per poterselo permettere, è costretta a rubare l’arte stessa: il più celebre dipinto di Munch, L’urlo. Un omaggio alla patria di Fabre è un Filet Américain, carne cruda su pane tostato, una lotta di “texture” come è la personalità di Simona, buona o cattiva, ladra con uno scopo buono. Il suo moto sul palco, i suoi balli indemoniati e i suoi tic da cocaina, alimentano il peso specifico dello spettacolo come un Waterzooi, uno stufato realizzato con gli scarti che dà sostanza. E alla fine, all’apice del suo inno all’arte perfomativa, Simona diventa arte stessa, ed è il finale perfetto: apre le mani come fosse una figura divina salendo sulla colonna. Le sue mani, spalancate in scena, ricordano la leggenda degli Antwerpse Handjes*, le “manine di Anversa” un dolce tipico della storia locale.

Antipasto

~ Filet Américain ~

Crudo di carne su pane, un sapore forte come ciò che vediamo in scena

Portata principale

~ Waterzooi ~

Uno stufato di pesce o pollo con verdure, tipico delle Fiandre

un piatto colorato come un’opera d’arte realizzato con gli scarti e i fondi di cucina più tradizionali

che dà sostanza e senso

Dessert

~ Antwerpse Handjes* ~

cioccolatini o biscotti con le mandorle a forma di mano tipici di Anversa,

la città natale di Fabre, la mente dietro una critica alla società capitalistica.

*Narra la leggenda che il gigante Druoon Antigoon imponesse un dazio su tutto il traffico che attraversava la città navigando sulla Schelda. In caso di rifiuto, il gigante tagliava la mano al capitano e la buttava nel fiume. Il centurione romano Silvius Brabo uccise il gigante, gli riservò lo stesso trattamento dando così il nome alla città, da “hand” (mano)-“werpen” (gettare). Nel 1934, su iniziativa del mastro panettiere Jos Hakker, l’Associazione Reale dei Panettieri indisse un concorso per offrire alla città una specialità culinaria. Dei 43 partecipanti, 6 proposero dei biscottini a forma di mano, ma furono proprio le “Antwerpse Handjes” di Jos Hakker a vincere

* Classe 2001, Francesco Iazzi è nato a Lecce. Si è diplomato all’I.P.E.O.A “Sandro Pertini” di Brindisi. Esperto in enogastronomia, ama viaggiare e scrivere. Attualmente studia e si sta laureando in Scienze della Comunicazione presso l’Università del Salento.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina Una cena al Parco

Una cena al Parco

Critica
di Francesco Iazzi

SERVIAMO…Il MENU del FESTIVAL una (s)cena dal sapore unico

Un viaggio critico-culinario per “assaporare” il Teatro dei Luoghi Festival Internazionale 2023 in modo creativo…e senza ingrassare! 

Nel Parco Archeologico Rudiae, il sibilo del vento e il canto delle cicale sono stati il solo accompagnamento al canto Znamenny, una liturgia di matrice ortodossa che ha fatto da tappeto sonoro ai danzatori de “La nuova abitudine”, uno spettacolo di Societas e Compagnia Mòra. La solennità che si respirava lo scorso 28 luglio non faceva altro che richiamare alla memoria la tradizione bizantina come fosse una banitsa, una torta salata sfogliata e dal cuore tenero, tipica della tradizione bulgara. Uno degli elementi cardine dello spettacolo è stata la bellezza minimale, eppure ricercata, dei costumi del coro, che dall’alto dell’anfiteatro osservava i ballerini muoversi nel mezzo, sinuosi e fluidi nella stoffa bianca e nera dei loro abiti. La danza, una simbiosi di corpi e ambiente in consonanza con la natura, ha rapito gli spettatori come un borsch, una minestra di origine ucraina a base di barbabietola, rossa come il fuoco. L’abbraccio finale tra i ballerini, segno di unione, disciplina, fratellanza, ha concluso lo spettacolo come un buon baklava, un dessert tipico dell’Europa orientale fatto con pasta fillo e noci o pistacchi.

Antipasto

~ Banitsa ~

Torta salata a strati che accoglie un ripieno goloso.

Un sapore intenso e sorprendente

proprio come il teatro, che ad ogni morso rivela un’esplosione di gusto

Primo

~ Borsch ~

Una minestra di barbabietola dal color rosso accesso come il tramonto al Parco

Dessert

~ Baklava ~

un dessert di sottile pasta fillo dal sapore dolce e intenso.

Un abbraccio fra zucchero e frutta secca: una miscela di sapori ed emozioni

che sottolineano unione e fratellanza,

* Classe 2001, Francesco Iazzi è nato a Lecce. Si è diplomato all’I.P.E.O.A “Sandro Pertini” di Brindisi. Esperto in enogastronomia, ama viaggiare e scrivere. Attualmente studia e si sta laureando in Scienze della Comunicazione presso l’Università del Salento.

prossimi Appuntamenti

immagine di copertina Sapori dal mediterraneo

Sapori dal mediterraneo

Critica
di Francesco Iazzi

SERVIAMO…Il MENU del FESTIVAL una (s)cena dal sapore unico

Un viaggio critico-culinario per “assaporare” il Teatro dei Luoghi Festival Internazionale 2023 in modo creativo…e senza ingrassare! 

“In the guest house” è stata prima di tutto un’esperienza. Tutta l’Albania condensata in una festa da assaporare a bocconi, proprio come dei qofte, le polpette albanesi a base di agnello. Un tripudio di musiche suonate live e costumi pieni di dettagli; un omaggio gustoso alla tradizione albanese attraverso le macroregioni del nord, del centro e del sud. C’era un’aria magica durante lo spettacolo e gli spettatori erano rapiti e coinvolti. Colori e suoni, significati interdipendenti fra loro, come un fergese, uno dei piatti più tipici della cucina locale a base di verdure e formaggio dal sapore e odore deciso; tradizionale come i balli del nord d’Albania. Le danze del centro, tipiche dei matrimoni, sono state un inno all’allegria, allo stare bene insieme, mentre le danze del sud hanno portato in dote anche il canto dei musicisti, tamburello e fisarmonica. La carica folkloristica dello spettacolo è stata un monumento alla bellezza est-europea, come un piatto di tullumba, dal sapore dolce e intenso, irresistibile e variegato come l’anima albanese.

Antipasto

~ Qofte ~

Polpette d’agnello speziate, dalla curiosa forma allungata servite su uno spiedo che preparano al grande banchetto

Primo

~ Fergese ~

Verdure e formaggi si incontrano in una commistione di sapori che ricorda le differenze dei balli regionali albanesi.

Dessert

~ Tullumba ~

piccoli dolci fritti, croccanti e molto zuccherati, originari della Turchia ma con un’anima, quella albanese, che li rende unici nel loro genere.

* Classe 2001, Francesco Iazzi è nato a Lecce. Si è diplomato all’I.P.E.O.A “Sandro Pertini” di Brindisi. Esperto in enogastronomia, ama viaggiare e scrivere. Attualmente studia e si sta laureando in Scienze della Comunicazione presso l’Università del Salento.

prossimi Appuntamenti