Calendario

January 2020

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina rassegna La ragione del terrore

Strade Maestre // Teatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Teatro Koreja /SPETTACOLO RINVIATO

La ragione del terrore

foto La ragione del terrore

All’inizio di tutto c’è un uomo che ha bisogno di farsi perdonare qualcosa. E chi non è in una condizione simile?

Ma lui ha bisogno di farsi perdonare un fatto grave, qualcosa che lei, la donna, proprio non riesce a dimenticare. Per farlo, ha bisogno di raccontare quel che è successo ad un pubblico affinché ciascuno, tra i presenti, comprenda la ragione del terrore. Sembra un destino connaturato all’uomo: si reagisce al male subìto con il male, in una spirale che appare essere senza soluzione. Lo spettacolo prova a ragionare su questo tema, per capire se esiste una ragione al terrore provocato, al dolore, alla violenza. E se c’è, è condivisibile? Uno spettacolo che, partendo dal male come pulsione intrinseca degli esseri umani, vuole scardinare l’apparente ineluttabilità delle sue conseguenze.

Questo è un racconto accaduto in Italia pochi decenni fa; una storia di questa terra, delle sue grotte, dei suoi poveri; una favola nera radicata nella cultura del sud, che stravolge e interroga contemporaneamente aspirazioni politiche, sociali e artistiche. Un racconto su un fatto di cronaca che,  per la sua peculiarità, non può essere raccontato con i nomi di chi lo ha vissuto. Un “fatto non fatto”:

non una memoria persa, ma cancellata con criterio.


testo di Michele Santeramo regia Salvatore Tramacere con Michele Cipriani e Maria Rosaria Ponzetta assistente alla regia Giulia Falzea scene e luci Bruno Soriato sonorizzazione Giorgio Distante realizzazione scene Mario Daniele tecnici Alessandro Cardinale e Mario Daniele

immagine di copertina rassegna Rovente – Alaska | Chopin – Van Beethoven

Strade Maestre // Open Dance

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Compagnia Naturalis Labor / Silvia Bertoncelli SPETTACOLO RINVIATO

Rovente – Alaska | Chopin – Van Beethoven

foto Rovente – Alaska | Chopin – Van Beethoven

Spettacolo rinviato

Attraverso il movimento e il suono, Rovente è un atto di frizione, di corrosione e  di sfregamento contro l’idea pietrificata che lo spazio sia un contenitore vuoto che si può riempire, attraversare e occupare indifferentemente.
In un processo di sollecitazione reciproca che libera energia e calore, l’umano e lo spazio diventano invece complici nella creazione di qualcosa come un’atmosfera.

 

Alaska | Chopin

Alaska Chopin è l’attraversamento di una sensibilità femminile che passa fra impressioni di ghiaccio e di composizione romantica, fra l’estremo nord geografico e l’intimità. Un percorso in cui interno ed esterno si incontrano. I corpi vibrano, l’asprezza si scopre tocco delicato e il romantico si rivela grazia di una femminilità potente.

In collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese

 

Van Beethoven

Lo spazio creato dal movimento. Correnti d’aria lo scolpiscono. Correnti di qualità. Ogni danzatore ne è una: chiara e permeabile, lo muove. Gli incontri sono anamorfosi, apparizioni inaspettate di eventi emotivi plasmati, come la musica, con le qualità nell’aria.
In Van Beethoven la danza fa appello a tutte le energie del corpo per suscitare un respiro largo, incalzante, tanto profondo e leggero da portare verso una gioia dell’umano, la gioia di essere portati dalla bellezza.

In collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese


ROVENTE
coreografia e regia Silvia Bertoncelli con Mirko Paparusso, Paolo Ottoboni una produzione Compagnia Naturalis Labor con il sostegno di MIBAC, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Vicenza   ALASKA | CHOPIN
coreografia e regia Silvia Bertoncelli con Francesca Bedin, Sara Cavalieri, Jessica D’Angelo musiche Frédéric Chopin, Arandel & Fredo Viola, Andy Stott luci Claudio Modugno, Silvia Bertoncelli costumi Silvia Bertoncelli una produzione Compagnia Naturalis Labor coproduzione Festival Danza in rete 2019 con il sostegno di MIBAC, Regione Veneto, Comune di Vicenza   VAN BEETHOVEN
coreografia e regia Silvia Bertoncelli con Francesca Bedin, Sara Cavalieri, Jessica D’Angelo, Mirko Paparusso musiche Ludwig Van Beethoven luci Claudio Modugno, Silvia Bertoncelli costumi Silvia Bertoncelli una produzione Compagnia Naturalis Labor coproduzione Festival Danza in rete 2019 e Festival lasciateci Sognare 2019 con il sostegno di MIBAC, Regione Veneto, Comune di Vicenza, Arco Danza

immagine di copertina rassegna Dire fare baciare lettera testamento

Strade Maestre 2020 // Teatro

Non posso continuare,
continuerò

2020

Teatro Koreja / Babilonia Teatri

Dire fare baciare lettera testamento

Dire fare baciare lettera testamento è un’ode al bambino. È un canto alla sua bellezza, alle potenzialità che ogni bambino racchiude dentro di sé, all’infinita gamma di possibilità che ognuno di noi ha davanti quando nasce. Dire fare baciare lettera testamento è il nostro personale manifesto dei diritti del bambino. Attraverso diversi quadri che si susseguono con ritmo travolgente, lo spettacolo è una proposta di gioco rivolta ai bambini, ai loro genitori, maestri e agli adulti in genere. È un invito a scoprire le possibilità del fare, del fare da soli, del fare insieme. Lo spettacolo non racconta una storia, ne racconta tante.  Racconta di come il gioco per un bambino sia importante e necessario quanto l’aria che respira. Racconta dei mondi che il gioco contiene e dischiude, di come il gioco sia spazio in cui crescere e confrontarsi, conoscere e conoscersi.

Si gioca perché giocare è il lavoro dei bambini. Per giocare però servono delle condizioni che lo permettano e queste condizioni non sono i bambini a doverle creare, sono i grandi. Per giocare servono i bambini non i giochi. Un bambino appena nato conosce il mondo intero, da lassù, dal mondo dei bambini, ha visto tutto. Più di ogni altra cosa un bambino appena nato sa quali sono i suoi diritti.


di Valeria Raimondi e Enrico Castellani cura Valeria Raimondi parole Enrico Castellani con Giorgia Cocozza, Carlo Durante, Anđelka Vulić assistente alla creazione Maria Rosaria Ponzetta tecnici Alessandro Cardinale e Mario Daniele una produzione Teatro Koreja  foto di Daniele Coricciati

immagine di copertina rassegna La gatta cenerentola

Stagione dei ragazzi // Matinée

Spettacoli per le scuole

2019/2020

Oltreilponte Teatro

La gatta cenerentola

foto La gatta cenerentola

Tutti conoscono la storia di Cenerentola, ma pochi sanno che ne esiste una versione più antica, italiana, che ha come protagonista una bambina di nome Zezolla.

1° PREMIO DELLA GIURIA – MIGLIOR SPETTACOLO FESTIVAL ‘GIOCATEATRO’ TORINO – APRILE 2012

Zezolla ha due matrigne, sei sorellastre e non è una bambina perfetta: anche a lei, come a tutti, capita di sbagliare. Anche Zezolla, come Cenerentola, cade in disgrazia e viene segregata e disprezzata all’interno della sua stessa famiglia. Così poco a poco Zezolla, il cui soprannome è Gatta Cenerentola per il suo andarsene sola e randagia per le cucine col volto sporco di cenere, da fanciulla diventerà ragazza e poi adulta. Grazie al sostegno delle fate dell’isola di Sardegna riuscirà nel difficile compito di affrontare il mondo fuori dall’angusto contesto familiare e a capire che anche se la sua vita non può essere una fiaba, sarà pur sempre una bella vita da vivere.


uno spettacolo di Beppe Rizzo drammaturgia Valentina Diana, Beppe Rizzo pupazzi e costumi Cristiana Daneo con Anna Montalenti, Beppe Rizzo fonti Lo cunto de li cunti ovvero Lo trattenemiento de peccerille di Giambattista Basile, 1634

immagine di copertina rassegna La gatta cenerentola

Teatro in Tasca // Teatro

Spettacoli domenicali
per grandi e piccini

2019/2020

Oltreilponte Teatro

La gatta cenerentola

foto La gatta cenerentola

Tutti conoscono la storia di Cenerentola, ma pochi sanno che ne esiste una versione più antica, italiana, che ha come protagonista una bambina di nome Zezolla.

1° PREMIO DELLA GIURIA – MIGLIOR SPETTACOLO FESTIVAL ‘GIOCATEATRO’ TORINO – APRILE 2012

Zezolla ha due matrigne, sei sorellastre e non è una bambina perfetta: anche a lei, come a tutti, capita di sbagliare. Anche Zezolla, come Cenerentola, cade in disgrazia e viene segregata e disprezzata all’interno della sua stessa famiglia. Così poco a poco Zezolla, il cui soprannome è Gatta Cenerentola per il suo andarsene sola e randagia per le cucine col volto sporco di cenere, da fanciulla diventerà ragazza e poi adulta. Grazie al sostegno delle fate dell’isola di Sardegna riuscirà nel difficile compito di affrontare il mondo fuori dall’angusto contesto familiare e a capire che anche se la sua vita non può essere una fiaba, sarà pur sempre una bella vita da vivere.

L’appuntamento rientra in GERMOGLI ovvero “come seminare cultura nel cemento” – Progetto Periferie al Centro – Intervento di Inclusione culturale e sociale della Regione Puglia


uno spettacolo di Beppe Rizzo drammaturgia Valentina Diana, Beppe Rizzo pupazzi e costumi Cristiana Daneo con Anna Montalenti, Beppe Rizzo fonti Lo cunto de li cunti ovvero Lo trattenemiento de peccerille di Giambattista Basile, 1634

immagine di copertina rassegna Quartetto Werther

Strade Maestre // Croma

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Quartetto Werther

foto Quartetto Werther

Nel 1876, G. Mahler, sedicenne, compose il suo Quartettsatz unico suo brano cameristico, scritto in occasione di un concorso di composizione indetto dal Conservatorio di Vienna.

La scrittura è ancora acerba ed a tratti non completa, ma sono presenti elementi cari al Mahler delle grandi sinfonie.

Nel 1950 Aaron Copland sperimentò una nuova scrittura sintetizzata nel Quartet for strings and piano. Il carattere austero e maestoso dell’Adagio serio scaturisce dalla scelta della linea melodica basata su una serie di 12 note. Il carattere scherzoso e umoristico dell’Allegro giusto, in cui inserisce temi prettamente folkloristici americani e il continuo richiamo al jazz. Il Non troppo lento conclusivo, conclude il quartetto regalando un’aura di purezza e serenità.

Il secondo quartetto di Fauré è un chiaro esempio dello stile espressivo che in cui il compositore fa un uso molto complesso dell’armonia rifiutando ogni retaggio romantico, sentimentale e manieristico. L’Allegro molto moderato iniziale, la grande invenzione melodica incontra il sapiente e ardito uso delle possibilità armoniche, mentre le sonorità aspre e gli ostinati del secondo movimento preludono in un certo senso alla scrittura del primo novecento. L’Adagio ma non troppo, fulcro emozionale di tutto il quartetto, evoca serenità. L’energico Allegro molto traghetta l’opera tra ardite soluzioni armoniche e virtuosismi trascendentali verso un finale in tonalità maggiore.

G. Mahler Quartettsatz in La minore
A. Copland Quartetto per pianoforte e archi
G. Fauré Quartetto op 45 n. 2


Misia Iannoni Sebastianini, violino  Martina Santarone, viola  Simone Chiominto, violoncello  Antonino Fiumara, pianoforte

immagine di copertina rassegna La letteratura spiegata dai ragazzi secondo Nadia Terranova

Strade Maestre // Book Parade

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

La letteratura spiegata dai ragazzi secondo Nadia Terranova

foto La letteratura spiegata dai ragazzi secondo Nadia Terranova

Via Gemito di Domenico Starnone (Feltrinelli) è il romanzo di formazione scelto da Nadia Terranova, autrice per Einaudi, finalista del Premio Strega 2018, autrice anche di testi per bambini e collaboratrice di Repubblica, Il Foglio e altre testate.

Un confronto tra una scrittrice siciliana di ultima generazione e un autore, docente e drammaturgo napoletano Premio Strega 2001. Un romanzo, su cui lavoreranno con Emanuela Pisicchio del Teatro Koreja, gli studenti del Liceo delle Scienze Umane “Aldo Moro” di Maglie,  che indaga i rapporti familiari e la loro complessità sistematica. La storia di un uomo, si legge in quarta di copertina, che se non avesse avuto una famiglia sarebbe diventato un grande pittore, questa almeno sarà la convinzione di tutta la sua vita. Federì è un artista, ma deve fare il ferroviere, e al mondo non potrà mai perdonare il destino scelto per lui. E se la prende con la moglie, una donna soffocata nel ruolo di sarta e madre e con i figli. Ed è uno di loro, il primogenito, a raccontare questa figura di padre verboso e rancoroso, violento con le mani e con le parole.

testo: Via Gemito di Domenico Starnone


Teatro Koreja / I.I.S.S. “Cezzi-De Castro-Moro” di Maglie con Nadia Terranova e la lettura teatralizzata a cura delle alunne Clara Badiali, Sara Chittano, Erika Denise Coluccia, Alessia Cotimbo, Giorgia Cursano, Dalila De Giorgi, Sofia De Santis, Angela Frisenna, Erika Fuso, Sally Maria Gerardi, Irene Giannuzzo, Marika Jasmine Giustiziero, Eleonora Lazzari, Trinidad Eliana Lista Giles, Benedetta Mariano, Erika Miccoli, Martina Montinaro, Michelle Maria Perrone, Sofia Potì, Giada Santoro, Federica Zisa dirette da Emanuela Pisicchio, attrice e pedagoga di Koreja si ringraziano prof.ssa Maria Paola Deta Insegnante referente del progetto PCTO e prof.ssa Liliana Gemma Insegnante tutor

immagine di copertina rassegna Mario e Saleh

Strade Maestre // Teatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Scena Verticale / Saverio La Ruina

Mario e Saleh

foto Mario e Saleh

All’indomani del terremoto dell’Aquila, in una delle tende allestite nei luoghi del sisma, si ritrovano Mario, un occidentale cristiano, e Saleh, un arabo musulmano.

La relazione ravvicinata tra i due si evolve tra differenze e agnizioni. Eventi esterni e fatti concreti ribaltano le percezioni che hanno l’uno dell’altro. Le certezze che sembrano farsi strada si ridefiniscono continuamente alla luce di quanto accade tra di loro, sorprendendo loro per primi.

Più che addentrarsi in dispute religiose, lo spettacolo si concentra su fatti del quotidiano attraverso i quali misurare possibili conciliazioni e opposizioni. Oltre alle inevitabili differenze, che possono trovare pacificazione, irrompono avvenimenti dall’esterno che vanno a spezzare gli equilibri tra i due, ridefinendo via via le loro acquisizioni, in uno spiazzamento continuo delle loro certezze.

Incontrare musulmani, migranti e non, è stato come trovarsi di fronte a mondi dentro un mondo più grande, dove tanti islam si inseguono, si differenziano e anche si oppongono fra di loro.

Un argomento che richiede un approccio delicato, dato che scalda gli animi con una virulenza che lascia interdetti e a volte impotenti.


scritto e diretto da Saverio La Ruina con Saverio La Ruina e Chadli Aloui collaborazione alla regia Cecilia Foti musiche originali Gianfranco De Franco scene e costumi Mela Dell’Erba disegno luci Michele Ambrose audio e luci Mario Giordano organizzazione generale Settimio Pisano amministrazione Tiziana Covello promozione Rosy Chiaravalle produzione Scena Verticale con il sostegno di MIBACT, Regione Calabria in collaborazione con TMO – Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo

immagine di copertina rassegna Scintille

Strade Maestre // Teatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Teatro Stabile di Catania / Laura Curino

Scintille

New York, sabato 25 marzo 1911, ore 16.40: manca un quarto d’ora alla chiusura della fabbrica Triangle Waistshirt Company, produttrice di camicette. Sono al lavoro circa 600 persone, per lo più donne giovanissime.

La maggior parte sa a malapena l’inglese: sono immigrate italiane o dall’Europa dell’Est. Una scintilla. In un attimo, all’ottavo piano del grattacielo che ospita la fabbrica, prendono fuoco le camicette appese sopra le teste delle lavoratrici, gli avanzi di tessuto ammucchiati in enormi cumuli negli stanzoni, i rocchetti di filo. Non esiste un’adeguata protezione antincendio. Le porte sono sbarrate: le hanno chiuse i proprietari della fabbrica, per impedire che le lavoratrici escano prima dell’orario stabilito. La tragedia si svolge in 18 minuti: 146 morti, quasi tutte ragazze.

Laura Curino rievoca questa giornata dal punto di vista di tre lavoratrici, una madre e due figlie, emigrate dall’Italia in cerca di fortuna. Negli anni precedenti le operaie avevano tentato inutilmente di ottenere migliori condizioni di lavoro e di sicurezza. Seguiranno una serie di processi, da cui i proprietari della fabbrica usciranno praticamente impuniti. Ma la scintilla della protesta si è sprigionata da questa terribile vicenda, che diventerà uno dei precedenti storici per la Festa della Donna.

Guarda il video


con Laura Curino scritto e diretto da Laura Sicignano ricerca storica Silvia Suriano musiche originali Edmondo Romano scene di Laura Benzi costumi di Maria Grazia Bisio disegno luci Tiziano Scali tecnico luci e suono Federico Canibus si ringrazia il professor Nando Fasce

immagine di copertina rassegna Ricordi?

Teatro in Tasca //

Spettacoli domenicali
per grandi e piccini

2019/2020

Teatro dell’Argine

Ricordi?

foto Ricordi?

Ricordi? racconta la storia di Marta e del suo papà. Dei ricordi di una vita. Dei legami che i ricordi sono capaci di creare.

E dei legami ancora più forti che si creano quando i ricordi, lentamente, svaniscono. Perché il papà di Marta ha un problema: fatica a ricordare le cose. Quelle più lontane nel tempo, ma anche quelle più vicine. “Il mio papà non ricorda quasi niente”. E allora Marta prova ad aiutare il suo papà a rimettere insieme pezzi di memoria compiendo vere e proprie “acrobazie”; perché anche da lì passa la forza dei sentimenti. Ecco, allora, come il circo si carica di senso: la fatica degli acrobati parla del contatto fisico e mentale e la giocoleria racconta la confusione del malato, con un linguaggio che è in grado di rendere evidente la fatica della relazione ma che insieme può donare leggerezza a un argomento apparentemente difficile e doloroso.


di Caterina Bartoletti con Clio Abbate e Giovanni Dispenza regia Giovanni Dispenza