Index/Gloria Dorliguzzo With Butchers
Butchers

“Butchers” e` una performance che nasce dalla scoperta casuale di un’etimologia, quella della danza popolare greca Hasapikos– tuttora diffusa e praticata – che letteralmente significa danza dei macellai. ”Butchers” vuole tentare di affondare radicalmente in questa etimologia che affida la danza ritmica ai macellai. Sottraendo ogni oggetto della pratica e ogni immagine dell’oggetto del taglio, cioè della carne, il lavoro intende concentrarsi su corpi che portano i segni di una pratica corporativa facendoli diventare esecutori della danza.
In un saggio breve ma dimenticato dagli studi accademici e tradizionali, il grecista e filologo Jesper Svenbro, ha analizzato le analogie tra il lessico della metrica nella poesia e i termini inerenti al campo semantico della macelleria sacrificale. Il ‘taglio’ è ciò che accomuna il gesto del sacerdote che fa a pezzi il corpo dell’animale sacrificato e il gesto del poeta che letteralmente fa a pezzi il corpo della parola per farne poesia: dunque secondo questa ipotesi la metrica in poesia ha un’origine organica e sacrificale e la sua scansione è ciò che nella trama del corpo del testo genera il ritmo.
“Butchers”vuole mettersi sulle tracce organiche di una pratica rituale e cercare nella pratica attuale del taglio della carne quel gesto remotissimo, riportando la danza ai macellai stessi, come nell’etimologia di Hasapikos, e cercando ciò che resta di quel gesto rituale.
Ciò che è inconsapevole per i macellai, perché interiorizzato nell`abitudine della pratica quotidiana, nel momento in cui si astrae prende maggiore coscienza e diventa materiale coreografico.
L’obiettivo di Butchers è infatti quello di estrarre e astrarre i gesti dalla pratica in sé isolandoli e enfatizzandone ritmo ed efficacia.
In questo progetto, la ricerca ritmica e timbrica si concentra maggiormente sulla materia del gesto e sulla ricerca in corpi già abitati e impressi da una pratica concreta come il taglio della carne e la macellazione. L’obiettivo è quello di estrarre e astrarre il gesto della pratica stessa e isolarlo per enfatizzarne il ritmo e l’efficacia come gesto.
Il performer si relaziona con un “fantasma”. Quanto cambia il ritmo e l’intensità di questo gesto nella sua ripetizione? E quanto è trasmissibile nel momento in cui viene codificato? Ciò che è inconscio perché interiorizzato nell’abitudine della pratica, nel momento in cui viene astratto, diventa più consapevole e diventa materiale coreografico.
concept and choreography Gloria Dorliguzzo With Butchers sound designer Manfredi Clemente light designer Andrea Samson set designer Elena Zamparutti dramaturg Lucia Amara masks Plastikart Studio Produzione index , Triennale Milano, Fuorimargine Sardegna