Calendario

Settembre 2020


04 dic

Teatro dei luoghi >Festival internazionale

Il paesaggio cambiato: dalla ferita alla rinascita

La Puglia tra memoria e futuro: la bellezza che resiste> teatro dei luoghi festival internazionale

L’olio nuovo della rinascita

Teatro Koreja in collaborazione con Potenziali Evocati Multimediali

X di Xylella , Bibbia e Alberi Sacri


06 dic


07 dic

Teatro Koreja

MODUGNO, PRIMA DI VOLARE


08 dic

Teatro La Baracca Testoni Ragazzi

L’ELEFANTINO


18 dic

Crisitina Kristal Rizzo/ Diana Anselmo

MONUMENTUM DA


20 dic

Federica Rosellini

IVAN E I CANI


21 dic

Teatro Koreja in collaborazione con Babilonia Teatri

ESSERE O NON ESSERE

immagine di copertina Aprire la scuola alla città

Aprire la scuola alla città

Visioni
di Gigi Mangia

L’educazione, la formazione della cittadinanza responsabile, non è un compito solo della scuola, ma di tutta la Polis. Nel 1977, con la chiusura delle scuole speciali, l’Italia faceva l’impegnativa scelta della scuola inclusiva di tutti. Quegli anni furono quelli delle grandi riforme, come la chiusura dei manicomi e la riforma sanitaria nazionale. Questa stagione oggi, sembra avere esaurito tutta la sua spinta sociale innovativa. Il Covid ha accelerato la crisi, limitando i diritti e portando indietro le grandi conquiste sociali, come la mobilità, alla base delle grandi trasformazioni del ‘900, il secolo della nascita dell’Europa dei diritti universali. La crisi ha colpito principalmente la scuola, indebolendo l’educazione, l’istruzione e la formazione di cui oggi abbiamo un grande bisogno. Ce lo chiede il futuro. Da sempre, la scuola, per le famiglie è stata una certezza, ora non lo è più, a partire dall’ orario dell’inizio delle attività. I servizi della mobilità sono in confusione. Le famiglie deluse e disperate. Alla scuola mancano quasi 200 mila insegnanti, di questi, almeno la metà sono supplenti e insegnanti di sostegno per di più viene meno la continuità didattica per i disabili nonostante sia stata riconosciuta da tante Sentenze. Questi docenti non sono specializzati, non sono preparati, non hanno esperienza e sono poco motivati ad insegnare a ragazzi che hanno gravi problemi, dove la motivazione è fondamentale per avere un rapporto socio-affettivo importante. Spesso i disabili sono pluriminorati, perciò il sostegno è più complesso e anche più difficile: serve avere molta esperienza. La scuola dell’inclusione sociale è in ritardo e il prezzo lo pagano i pluriminorati e i poveri delle periferie. La dispersione e l’impoverimento sociale sono due sconfitte che la scuola deve evitare. Nell’ anno scolastico passato, più di 1 milione di studenti è stato fuori dalla scuola compresi 285 mila disabili.
Per superare le diverse difficoltà si dovrebbe favorire un’alleanza fra docenti curriculari e insegnanti di sostegno, fra operatori sociali ed esperti pedagogisti. La scuola deve trovare la forza per aprirsi alla città. Le strade e le piazze dove di trovano le scuole devono essere pedonalizzate, da usare per fare lezioni quando il bel tempo lo consente. La città è una foresta di motivazioni di studio. Le mura, le piazze e le vie sono piene di significati: i nomi di poeti, di statue, di date delle grandi scoperte geografiche, sociali e scientifiche. La città poi è ricca di voci e di suoni dei mestieri che fanno parte della vita di ognuno di noi. Le mura, le facciate dei palazzi, le chiese testimoniano la storia e la grandezza della città. L’architettura rappresenta la trasformazione del paesaggio e il rapporto con la campagna. La scuola deve aprirsi, deve uscire fuori, incontrare la città, valorizzare i luoghi del sapere come i musei e le biblioteche, il cinema e il teatro. La cittadinanza etica e responsabile si impara a scuola ma si costruisce nella Polis. Il rinascimento dell’Italia, comincia a scuola, passa dall’ università e dai centri di ricerca. Il debito che stiamo facendo noi lo pagheranno, però, le nuove generazioni. Non dobbiamo sbagliare e come ci ha insegnato il Presidente della B.C.E. Mario Draghi, c’è un debito cattivo e un debito buono, per questo, questa volta, non possiamo sbagliare.

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