Carrozzeria Orfeo
MISURARE IL SALTO DELLE RANE

Una dark comedy ambientata in un piccolo paese di pescatori negli anni ’90. Tre donne, tre stagioni della vita, intrecciano i loro destini in un paese dimenticato dal tempo, circondato da paludi e silenzi. In una comunità lacerata da lutti e violenze sommerse, il femminile si fa resistenza, alleanza, rinascita.
NOTE DI DRAMMATURGIA di Gabriele Di Luca
«Misurare il salto delle rane è un titolo enigmatico ed evocativo. La rana, creatura anfibia, vive tra due mondi: è simbolo di metamorfosi e adattamento, ma anche di resilienza e forza femminile primordiale. Il suo salto rappresenta un movimento di trasformazione, l’abbandono di uno stato precedente per approdare a uno nuovo. Questo titolo assume molteplici significati per le protagoniste: Lori è intrappolata in una stasi emotiva, incapace di compiere quel salto necessario per elaborare il lutto. Per Betti, con la sua ossessione per le gare di salto, ogni centimetro guadagnato da Froggy è una piccola vittoria contro un destino che l’ha marchiata come pazza. Iris ha già compiuto un salto significativo, abbandonando la sua vita agiata per seguire l’impulso di consegnare quel messaggio, ma si trova ora a dover decidere se continuare verso una verità potenzialmente distruttiva o retrocedere nella sicurezza delle convenzioni. Misurare questi salti è un’impresa impossibile: come quantificare il coraggio, la disperazione, la speranza? Come calcolare la distanza emotiva tra un prima e un dopo segnato dal trauma? In un contesto sociale che ha normalizzato la violenza di genere, il salto diventa anche atto politico: scegliere di non restare immobili, di non accettare passivamente il ruolo imposto. Le tre protagoniste, ciascuna a suo modo, saltano oltre le convenzioni, rifiutando di rimanere intrappolate nei ruoli prescritti di madre perfetta, donna “normale” o moglie ideale».
drammaturgia Gabriele Di Luca; regia Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti; con Elsa Bossi (Lori), Marina Occhionero (Iris), Chiara Stoppa (Betti); assistente alla regia Matteo Berardinelli