Calendario

January 2020

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina rassegna Duo clarinetto-pianoforte

Strade Maestre // Croma

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Matteo Mastromarino, Leonardo Pierdomenico

Duo clarinetto-pianoforte

Occorre considerare i musicisti nel loro insieme, perché nulla vada perduto.

Ernst Bloch

Tale è il presupposto filosofico che in-forma questo recital. Se è vero che ciascuna musica parla un suo proprio linguaggio geograficamentedeterminato (Savinio, Scatola sonora) è altrettanto vero che Francia e States, per virtù storiografica e affinità elettive, dialogano perfettamente fra loro. Non sorprenda dunque che Bucolique di Eugène Bozza (1949) o la Première Rhapsodie di Debussy (1910), clarinettistici morceaux de concour, si trovino in adiacenza con la celebre Rhapsody in blue di Gershwin (1924), brano in cui “si respira l’aria dell’America” (dal blues al foxtrot) ma che oscilla fra “le tortuosità debussyane e i fuochi d’artificio alla Liszt”. Così, almeno, la pensava l’eccelso Bernstein (lui che risolveva la vexata quæstio circa il Debussy impressionista o simbolista rispondendo, tranchant: “è Seurat”). Al clarinetto Lenny dedicò nel 1942 una Sonata (la sua prima opera pubblicata!) pervasa da certo luminoso entusiasmo. In veste di pianista, nell’aprile 1963 sarà invece protagonista della prima esecuzione della Sonata per clarinetto di Poulenc, commissionata da Benny Goodman.

C. Debussy Première Rhapsodie
E. Bozza Bucolique
F. Poulenc Sonata
L. Bernstein Sonata
G. Gershwin Rhapsody in blue

immagine di copertina rassegna La letteratura spiegata dai ragazzi secondo Christian Raimo

Strade Maestre // Book Parade

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Teatro Koreja / I.C. “Alighieri-Diaz” di Lecce

La letteratura spiegata dai ragazzi secondo Christian Raimo

foto La letteratura spiegata dai ragazzi secondo Christian Raimo

Christian Raimo vive e insegna a Roma, ha pubblicato per Minimum Fax, Einaudi, Mup, è redattore di minima&moralia e Internazionale, da giugno 2018 è assessore alla Cultura del III Municipio a Roma.

Atti innaturali, pratiche innominabili di Donald Barthelme (minimum fax) è la raccolta di racconti che ha scelto di discutere con i ragazzi della scuola media I.C. Alighieri-Diaz di Lecce guidati da Giorgia Cocozza e Anđelka Vulic del Teatro Koreja. Questi racconti, si legge nella quarta di copertina, sono veri e propri classici della narrativa postmoderna: «Il pallone», per esempio, è ricordato da David Foster Wallace come «il primo racconto che mi ha fatto venire voglia di diventare uno scrittore». Lo stile di Barthelme è sperimentale e pirotecnico; nei suoi racconti è facile trovare una metropoli contemporanea invasa dai pellerossa, un pallone aerostatico che si espande fino a coprire il cielo di Manhattan, un Esame Nazionale per gli Scrittori con tanto di diploma finale, e Bob Kennedy in mantellina nera, maschera e spada: Barthelme riesce come nessun altro a mescolare i materiali pop della cultura americana, di ridisegnare l’universo in maniera esilarante, inquietante o commovente. Poter leggere e discutere un non classico con uno degli autori italiani contemporanei più interessanti del panorama, è un raro privilegio che il teatro e la scuola hanno ancora il dovere di preservare.

Testo: Atti innaturali, pratiche innominabili di Donald Barthelme

immagine di copertina rassegna Rosa, rose. I corpi, le voci

Strade Maestre // Teatroconcerto

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Teatro Koreja

Rosa, rose. I corpi, le voci

foto Rosa, rose. I corpi, le voci

Rosa Balistreri, la cantatrice del Sud. Una rosa, una donna e una voce da cui stilla il racconto in musica e parole che riavvolge con cura il nastro delicato della sua vita intensa e drammatica.

Un’ artista dalla voce potente, che si porta addosso tutto il peso di essere donna dolente, resistente e miracolata dalla sua stessa voce, una donna del sud. 

Rosa, rose. I corpi. Le voci muove dalla biografia della cantautrice e cantastorie siciliana per raccontare anche di altre donne che, a latitudini diverse, sono riuscite ad emanciparsi dal dolore, dalla miseria e dagli aspetti più brutali dell’esistenza grazie alla loro voce, cantata, scritta, detta. Il canto è qui inteso come campo di battaglia, in cui fare a pezzi i soprusi e le violenze; il canto che porta liberazione e rivendica il riscatto degli ultimi della terra. Un canto forte, che si fa “cunto” intriso di passione e partecipazione: una narrazione serrata, che dal dolore, passo dopo passo, precipita nella sete di una rinascita, nel desiderio di un lembo di innocenza, di un atto di amore puro. Puro come una rosa.


da un’idea di Valerio Daniele e Ninfa Giannuzzi regia Salvatore Tramacere di e con Angela De Gaetano, Ninfa Giannuzzi, Valerio Daniele testo Angela De Gaetano voce e synth Ninfa Giannuzzi chitarra, arrangiamenti, elettronica Valerio Daniele

immagine di copertina rassegna Mbira

Strade Maestre // Open Dance

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Roberto Castello

Mbira

foto Mbira

Quanto ha contribuito l’Africa a renderci quelli che siamo? Utilizzando musica, danza e parola Mbira, concerto per due danzatrici, due musicisti e un regista, tenta di fare il punto sul complesso rapporto fra la nostra cultura e quella africana. 

Mbira è il nome di uno strumento musicale dello Zimbabwe ma anche il nome della musica tradizionale che con questo strumento si produce. “Bira” è anche il nome di una importante festa della tradizione del popolo Shona, la principale etnia dello Zimbabwe, in cui si canta e balla al suono della Mbira. Mbira è però anche il titolo di una composizione musicale del 1981 intorno alla quale è nata una controversia che ben rappresenta l’estrema complessità che caratterizza i rapporti fra Africa ed Europa.

Mbira è insomma una parola intorno a cui si intreccia una sorprendente quantità di storie, musiche, balli, feste e riflessioni su arte e cultura che fanno da trama ad uno spettacolo che, combinando stili e forme, partiture minuziose e improvvisazioni, scrittura e oralità, contemplazione e gioco, ha come inevitabile epilogo una festa in cui tutti ballano insieme. 

Progetti come Mbira nascono per tutti quei posti in cui c’è voglia e bisogno di distrarsi, divertirsi e stare bene senza necessariamente smettere di pensare.


coreografia e regia Roberto Castello musiche Marco Zanotti, Zam Moustapha Dembélé testi Renato Sarti / Roberto Castello e la preziosa collaborazione di Andrea Cosentino interpreti Ilenia Romano, Giselda Ranieri / Susannah Iheme (danza/voce), Marco Zanotti (percussioni, limba) Zam Moustapha Dembélé (kora, tamanì, voce, balafon), Roberto Castello produzione ALDES – Teatro della Cooperativa con il sostegno di MIBAC / Direzione Generale Spettacolo dal vivo, Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo media partner NIGRIZIA – ALDES sostiene l’opera di informazione critica della rivista Nigrizia, cui vanno i proventi della vendita delle t-shirt dello spettacolo – in collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese

immagine di copertina rassegna Al presente

Strade Maestre // Teatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Danio Manfredini

Al presente

foto Al presente

Quando tengo in mano la vita dei modelli per qualche centinaio di minuti di posa, sento il loro spirito che vagabonda. Certo, non glielo posso impedire;  non ci penso neppure; non posso coglierli che nella loro fuga. Eccoli percorrere le strade, le piazze, la campagna, superare le frontiere, gli oceani.

Alberto Giacometti

Al presente è uno spaccato sulla mente, la sua dimensione indefinita, oscura e inafferrabile. In scena un uomo e il suo doppio: una parte è immobile, assorta, riflessiva, un’altra è invece inquieta come i fantasmi che popolano la sua interiorità e la sua anima. Un flusso ininterrotto di ricordi e associazioni lo conducono in luoghi e tempi diversi e lontani della sua vita, ma anche in pensieri e dialoghi interiori che non gli danno tregua. Sono inquietudini che emergono dalla memoria, dalle persone care, da un tempo remoto indefinito, eppure sempre presente, che si va ad intersecare con il mondo contemporaneo. Danio Manfredini si rifà alle patologie psichiatriche e a quelle forme e atteggiamenti fisici che evidenziano ed esprimono nervosismi, amplificandoli e portandoli all’estremo, fino a far emergere le pulsioni più recondite, provando a dare un equilibrio al vortice che agita la sua mente, e gli dà corpo e anima con un’interpretazione che gli valse, nel 1999, il Premio Ubu come migliore attore.


di e con Danio Manfredini collaborazione al riallestimento Vincenzo Del Prete assistente regia e luci Lucia Manghi produzione riallestimento La Corte Ospitale

immagine di copertina rassegna Amoreamaro

Strade Maestre // Musica

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Maria Mazzotta

Amoreamaro

foto Amoreamaro

Un’intensa e appassionata riflessione, da un punto di vista femminile, sui vari volti dell’amore: da quello grande, disperato e tenerissimo a quello malato, possessivo e abusato.

É Amoreamaro, il nuovo album di Maria Mazzotta, una delle personalità musicali tra le più emblematiche del Sud Italia. Già nel Canzoniere Grecanico Salentino, la Mazzotta è arrivata ad essere una delle voci più apprezzate del panorama della world music europea. 

Dieci brani in tutto, di cui due inediti, che attraversano senza timore tutte le emozioni che questo sentimento può suscitare, trovando nel canto, come da tradizione popolare, la catarsi, la consolazione, la forza e la cura.  Si va dagli stornelli ai brani di tradizione riarrangiati ed arricchiti con nuove sonorità e parole, sino alle pietre miliari che hanno lastricato la strada della grande canzone Italiana come “Lu pisci Spada” di Domenico Modugno, “Tu non mi piaci più” portata al successo da Gabriella Ferri e “Rosa canta e cunta” della grande cantautrice siciliana Rosa Balistreri.

Ma il cuore del disco alberga nei due inediti in lingua salentina: “Nu me lassare”, una dolorosa ballata d’amore, un’invocazione a chi non c’è più, e la title track “Amoreamaro”, una pizzica, tradizionalmente ritmo risanatore per le “tarantolate”, che idealmente si prefigge di guarire un mondo malato.

A guidare musicalmente il tutto ci sono la fisarmonica ed il piano del malgascio Bruno Galeone, al quale talvolta si uniscono i tamburi etnici e le percussioni dell’iraniano Bijan Chemirani (in “Tore Tore Tore”) e il  didgeridoo di Andrea Presa (in “Amoreamaro”).

L’album sarà pubblicato a gennaio 2020 da Agualoca Records. L’illustrazione in copertina è un lavoro esclusivo di Simone Lomartire. Grafica di Giulio Rugge.

immagine di copertina rassegna Presentazione Progetto

Le case speciali dei ragazzi e delle ragazze // Incontri

Presentazione Progetto

Venerdì 18 gennaio presso la Sala Giunta del Comune di Bari è stato presentato il progetto “Le case speciali dei ragazzi e delle ragazze”
selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile – Bando Adolescenza.

Hanno presentato i contenuti e gli obiettivi delle “Case Speciali dei Ragazzi e delle Ragazze” i rappresentanti istituzionali del territorio regionale ed i partner di progetto:

  • Paolo Spinelli, Presidente Fondazione Puglia
  • Francesca Bottalico, Assessora al Welfare Comune di Bari
  • Simona Scarpati, Assessora al Welfare Comune di Taranto
  • Andrea Mori, Coop. Soc. Progetto Città, coordinatore del progetto “Le case speciali dei ragazzi e delle ragazze”

Il progetto avrà una durata di tre anni e sarà gestito, con il coordinamento della coop. soc. Progetto Città, da una rete costituita da Comune di Bari Ass.to al Welfare e Comune di Taranto, Associazione Amici del Parco, Cooperativa Koreja, Coop. Teatrale Crest Collettivo Di Ricerche Espressive E Sperimentazione Teatrale, Coop. Soc. Qualcosa di Diverso, Ist. Statale di Istruzione Secondaria Superiore “L. Scarambone”, Istituto Comprensivo “Alighieri – Diaz”, Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Panetti Pitagora”, Scuola Sec. di I^ Grado “Cpia – Centro Permanente Istruzione Adulti”, Istituto Comprensivo Giovanni Paolo Ii – De Marinis, Istituto Comprensivo “G. Catalano – G. Moscati”, Ist. Stat. di Istruzione Secondaria Superiore “Giannone – Masi”, Associazione per La Creativita’ Urbana “Kaleidos”, Scuola di Fumetto Inkiostro, Secondo Istituto Comprensivo, Fondazione Firss – Formaz.Ne, Intervento e Ricerca Per Il Servizio Sociale- Puglia, Associazione Tutt’altro, Associazione Sportiva Dilettantistica Pink Sport Time, Città Metropolitana di Bari – Serv. Beni e Attivita’ Artistiche E Culturali. Enti Valutatori del progetto saranno l’Universita’ di Bari – Dip. Scienze Formazione – Psicologia E Comunicazione e l’Universita’ del Salento di Lecce.


Maggiori informazioni Cooperativa Sociale Progetto Città
Tel. 080 5023090
Mail: casespeciali@progettocitta.org

immagine di copertina rassegna Hansel e Gretel – Mangiadisk

Stagione dei ragazzi // Matinée

Spettacoli per le scuole

2019/2020

Teatro Koreja

Hansel e Gretel – Mangiadisk

Tutti i bimbi come me/Hanno qualche cosa che Di terror li fa tremare/E non sanno che cos’è

Uno spettacolo contro la paura e la solitudine che due bambini possono pro- vare se temono d’essere stati abbandonati. Uno spettacolo sul tempo che passa, sulle relazioni tra fratelli e una nonna che, invecchiando, torna bambina: i rapporti di cura, di gioco, di tenerezza tra generazioni lontane, si invertono e prendono nuova bellezza.

Due fratelli, ormai adulti, tornano dalla nonna nella casa dell’infanzia, dove ritro- vano vecchie paure ed emozioni dimenticate. Il tutto grazie a un mangiadischi, ad una fiaba e ad una nonna speciale. Così la vecchia storia di Hansel e Gretel torna ad attraversare le loro vite, anzi la loro notte: messi in moto i ricordi, fi- nalmente si esorcizzano i cattivi pensieri e la nonna si trasforma in un autentico aiutante magico in grado di lasciare in eredità beni molto preziosi.


Di Francesco Niccolini Regia Enzo Toma Con Giorgia Cocozza, Carlo Durante, Silvia Ricciardelli Scene Iole Cilento Assistente Alla Scenografia Porziana Catalano Assistente Alla Regia Tonio De Nitto Disegno Luci Marco Oliani Tecnico Mario Daniele

immagine di copertina rassegna Scintille

Stagione dei ragazzi // Matinée

Spettacoli per le scuole

2019/2020

Teatro Stabile di Catania

Scintille

New York, sabato 25 marzo 1911, ore 16.40: manca un quarto d’ora alla chiusura della fabbrica Triangle Waistshirt Company, produttrice di camicette. Sono al lavoro circa 600 persone, per lo più donne giovanissime. La maggior parte sa a malapena l’inglese: sono immigrate italiane o dall’Europa dell’Est.

Una scintilla. In un attimo, all’ottavo piano del grattacielo che ospita la fabbrica, prendono fuoco le camicette appese sopra le teste delle lavoratrici, gli avanzi di tessuto ammucchiati in enormi cumuli negli stanzoni, i rocchetti di filo. Non esiste un’adeguata protezione antincendio. Le porte sono sbarrate: le hanno chiuse i proprietari della fabbrica, per impedire che le lavoratrici escano prima dell’orario stabilito. La tragedia si svolge in 18 minuti: 146 morti, quasi tutte ragazze.

Laura Curino rievoca questa giornata dal punto di vista di tre lavoratrici, una madre e due figlie, emigrate dall’Italia in cerca di fortuna.
Negli anni precedenti le operaie avevano tentato inutilmente di ottenere mi- gliori condizioni di lavoro e di sicurezza. Seguiranno una serie di processi, da cui i proprietari della fabbrica usciranno praticamente impuniti. Ma la scintilla della protesta si è sprigionata da questa terribile vicenda, che diventerà uno dei precedenti storici per la Festa della Donna.

Guarda il video


Con Laura Curino Scritto e Diretto da Laura Sicignano Ricerca Storica Silvia Suriano Musiche Originali Edmondo Romano Scene di Laura Benzi Costumi di Maria Grazia Bisio Disegno Luci Tiziano Scali Tecnico Luci e Suono Federico Canibus Si ringrazia il Professor Nando Fasce

immagine di copertina rassegna Ricordi?

Stagione dei ragazzi // Matinée

Spettacoli per le scuole

2019/2020

Teatro dell’Argine

Ricordi?

foto Ricordi?

Caro papà, ti scrivo perché mi dicevi sempre che lo scritto rimane. Caro papà, voglio fare un gioco: voglio vedere il mondo come lo vedi tu, voglio fare le stesse cose che fai tu adesso, voglio viaggiare con la mente come viaggi tu. Voglio starti vicino. E voglio anche accompagnarti in viaggi che una volta abbiamo fatto insieme… ricordi? Insieme possiamo farlo. Firmato… tua figlia.

Ricordi? racconta la storia di Marta e del suo papà. Dei piccoli gesti affettuosi e della cura che Marta gli riserva. Dei piccoli gesti affettuosi e della cura che il papà le riservava quando lei era piccola. Dei ricordi di una vita. Dei legami che i ricordi sono capaci di creare. E dei legami ancora più forti che si creano quando i ricordi, lentamente, svaniscono. Perché il papà di Marta ha un problema: fatica a ricordare le cose. Quelle più lontane nel tempo, ma anche quelle più vicine. “Il mio papà non ricorda quasi niente”. E allora Marta prova ad aiutare il suo papà a rimettere insieme pezzi di memoria compiendo vere e proprie “acrobazie”; perché anche da lì, dalla possibilità di fissare per sempre nella me- moria momenti importanti della vita, passa la forza dei sentimenti. Ecco allora come il circo si carica di senso: la fatica degli acrobati parla del contatto fisico e mentale e la giocoleria racconta la confusione del malato, con un linguaggio che è in grado di rendere evidente la fatica della relazione ma che insieme può donare leggerezza a un argomento apparentemente difficile e doloroso.


Di Caterina Bartoletti Con Clio Abbate E Giovanni Dispenza Regia Giovanni Dispenza