Compagnia Giardino Chiuso
L’IMPUTATO NON È COLPEVOLE

Lo spettacolo ricostruisce il processo del 1921 a Berlino contro Soghomon Tehlirian, che assassinò e fu poi assolto, Talaat Pascià, già Ministro degli Interni responsabile del genocidio armeno. Una riflessione necessaria, che racconta il bisogno di interrogarsi, di ascoltare le voci della storia e di confrontarsi con le proprie domande più intime.
Rassegna Stampa Imputato pres_21
“…la parola fedele alla sua vita reale, liberamente tratto dagli atti del processo Talaat Pascià in cui fu assolto l’assassino, nel 1921, di Talaat Lascia, ministro turco e responsabile del genocidio degli Armeni. Ammazzato per mano di un giovane studente, dichiarato non colpevole. La sala ricreata in un’aula di tribunale; gli spettatori disposti come dei giurati, nel corridoio tra un attore e un altro, giudice e imputato, nel canale vocale della recitazione. L’assetto dello sguardo dislocato riproduce una diversa attenzione all’ascolto, caratterizzata da un dinamismo coinvolgente l’intero apparato teatrale (pubblico e scena), ché la parola perda teatralità, aderisca alla ragione, poco mediata dall’immaginifico.”
Emilio Nigro – PERSINSALA luglio 2019
“L’imputato non è colpevole è ispirato agli atti del processo a carico di un giovane armeno Soghomon Tehliran accusato (è lui stesso reo confesso) di aver ucciso a Berlino nel ‘21 l ‘ex ministro degli interni turco, responsabile del genocidio degli armeni e rifugiato in Germania, paese che all’epoca sostenne la Turchia. Testo interessante e documento di importanza storica che testimonia la crudeltà subita dal popolo armeno, scarno e drammatico. La messa in scena mantiene l’essenzialità del testo. Due attori, seduti, il giudice e l’imputato, l’uno davanti all’altro, a distanza. Il pubblico seduto ai due lati della stanza come ad assistere a un vero processo. Una recitazione senza fronzoli, compatta e a momenti implosiva.”
Francesca Stampone – MEGLIO MENO, luglio 2019
“Il teatro deve sempre raccontare qualcosa, comunicare. Solo così può assolvere alla sua funzione di cambiamento e crescita. Il merito di questo spettacolo è aver scelto un racconto potente, poco conosciuto eppure esemplare. Dentro il Mistero del Novecento: l’uomo omicida di se stesso con qualità industriale. Dentro le mille sfaccettature del concetto di giustizia. Dentro la Storia (non fa mai male…). Dentro la dignità di un popolo, quello armeno, cui dobbiamo memoria. Dentro il viaggio come ricerca – novello Ulisse, non per tornare ma per avere l’illusione di sanare l’insanabile tra erbe velenose e gente straniera. Dentro lo sconvolgimento dell’uomo solo con i propri ricordi, i propri fantasmi – la madre a muovere come nel tradimento a Radames, larva degli incubi a chiamare i figli ad essere all’altezza del proprio popolo, delle proprie radici. Drammaturgia asciutta ed implacabile. Regia che inchioda alla sedia, fa pensare e costringe a scambi di tennis volutamente inquietanti. Atti di tribunale come macigni.”
N. G. 06/07/2019
Imputato pres_21
Francesca Joppolo | Wall Street International Magazine
https://wsimag.com/it/spettacoli/65177-armenia-limputato-non-e-colpevole
messa in scena Tuccio Guicciardini, Patrizia de Bari; riduzione teatrale Tuccio Guicciardini; interpreti Annibale Pavone, Sebastiano Geronimo