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Febbraio 2025


04 dic

Teatro dei luoghi >Festival internazionale

Il paesaggio cambiato: dalla ferita alla rinascita

La Puglia tra memoria e futuro: la bellezza che resiste> teatro dei luoghi festival internazionale

L’olio nuovo della rinascita

Teatro Koreja in collaborazione con Potenziali Evocati Multimediali

X di Xylella , Bibbia e Alberi Sacri


06 dic


07 dic

Teatro Koreja

MODUGNO, PRIMA DI VOLARE


08 dic

Teatro La Baracca Testoni Ragazzi

L’ELEFANTINO


18 dic

Crisitina Kristal Rizzo/ Diana Anselmo

MONUMENTUM DA


20 dic

Federica Rosellini

IVAN E I CANI


21 dic

Teatro Koreja in collaborazione con Babilonia Teatri

ESSERE O NON ESSERE

immagine di copertina La visione sociale e pedagogica della città con l’avvento dello smartphone

La visione sociale e pedagogica della città con l’avvento dello smartphone

Visioni
di Gigi Mangia

L’introduzione dello smartphone ormai ha raggiunto 13 anni e sono stati sufficienti per far cambiare radicalmente la vita: le relazioni sociali. La preoccupazione, che tormenta la cultura, é quella dell’identità costruita ancora sul vecchio dualismo: amico/nemico esposta alla paura e all’incapacità di vedere con gli occhi l’identità dell’altro.
Il saggio Aristotele ci ha insegnato che la costruzione dell’identità individuale poteva realizzarsi soltanto all’interno di rapporti sociali organizzati nella Polis. La città dunque é il tempo di vivere e lo spazio da abitare. L’architettura culturale é la quarta pedagogia che oggi é coinvolta a progettare il nuovo modello di città-smartphone. I luoghi della città li abbiamo tutti nello smartphone: ci muoviamo con gli occhi nello schermo del telefono per trovare le strade, anche quelle che non conosciamo, per raggiungere i musei, il teatro, la biblioteca, i servizi. Siamo sordi ed assenti, non sentiamo le voci, i profumi, non vediamo i segni del tempo nelle pareti dei palazzi storici. Siamo soli, perdiamo il fascino, la meraviglia, la bellezza dei corpi del paesaggio urbano nella città. Il dialogo é la strada per conoscere e vivere la città. Dialogare vuol dire:
Saper ascoltare, sentire il silenzio, parlare e poi riconoscere con gli occhi l’altro, il diverso, il mai visto…
Siamo sicuri, ci facciamo guidare dallo smartphone ma siamo soli anche davanti alla bellezza di un dipinto come di una statua sacra nel silenzio di una chiesa. La città é immersione nella storia, incontro con la fede, scoperta dei profumi e sapori, perché tutto é vita in città. La città la vedi con gli occhi, la conosci con le mani, la senti con le orecchie: il dialogo del corpo é infatti la conoscenza profonda della città.
La visione della città del post illuminismo deve essere quella di una città aperta alle culture, inclusiva con le differenze, accessibile in tutte le strutture culturali , dai teatri ai musei, dalle biblioteche ai cinema, dagli impianti sportivi ai parchi.
Il nuovo è difficile capitolo del rapporto con la città é quello dell’intelligenza artificiale che porterà ancora più profondi cambiamenti che al momento non sono ancora ben definiti.
Dobbiamo essere pronti, perché servirà molto studio, competenze e capacità progettuali per organizzare una nuova cultura organizzata della città del futuro.
Infine mi pare molto utile accogliere l’appello del grande architetto Renzo Piano sulle città le quali sono soggette ad una grande trasformazione che in favore dei soldi sacrificano l’identità urbana. ( “Salviamo i cinema per ripensare le nostre Città” di Renzo Piano su La Repubblica)

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