Le minacce non fermano la Global Flotilla
Visioni
di Gigi Mangia
Nel porto di Tunisi due droni hanno colpito e danneggiato due navi della Flotilla in attesa di riprendere la navigazione verso Gaza. L’orrore delle immagini, viste sui social, rafforzano l’indignazione verso Israele e rendono ancora più necessaria la risposta politica ed umanitaria della Flotilla: di portare aiuti ai palestinesi.
L’esercito ha raso al suolo la città di Gaza. Era una città ricca, aveva ospedali, università, teatri e scuole, ora è ridotta in uno sterminato paesaggio di macerie. Benjamin Nethanyau ha deciso di eliminare la Palestina, cancellando nella storia la sua identità di popolo. Per farlo ha chiuso le porte ai giornalisti. Sono morti nel fare informazione 250 ed è vietato a chiunque di entrare a Gaza per fare informazione. Per cancellare l’identità di un popolo bisogna distruggere i corpi, impedire la loro memoria, imporre un silenzio vuoto del pensiero con la perdita del valore delle parole.
L’indignazione oggi è la vera Resistenza al male e all’odio del diverso, da combattere con l’insegnamento civile e umano del Vangelo: “dare da bere a chi ha sete, da mangiare a chi ha fame”. La guerra di Israele è fatta con l’intelligenza artificiale, nelle mani degli ingegneri, programmatori di morte. Ma è ancora una guerra sporca e disumana perché usa la fame come arma di guerra. Portare aiuti umanitari, in particolare medicinali a Gaza significa rifiutare la violenza, difendere la civiltà, l’uomo ed in particolare i bambini, i quali senza avere colpa subiscono la morte.
Buon vento.