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Settembre 2025

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immagine di copertina URBICIDIO

URBICIDIO

Visioni
di Gigi Mangia

La parola “Urbicidio” fra quelle di guerra è la parola che meglio ci consente di rappresentare la distruzione di Gaza da parte di Israele. Questa notte si sono mossi per circondare e distruggere il centro di Gaza City, carrarmati, elicotteri di guerra, droni telecomandati, bombe per abbattere le case dei grandi palazzi della città ormai ridotta ad una grandissima montagna di macerie. La città di Gaza non esiste più: sono state distrutte le sue università, i suoi ospedali, le scuole e le biblioteche.

Non ci sono più case ma i Gazawi resistono, rimangono nella loro città perchè non sanno dove andare, nessuno stato li vuole accogliere, sono più 700.000 anime alla ricerca di una accoglienza che non c’è. Il disegno del presidente Netanyahu è quello di fare di Gaza una città residenziale di polizia, secondo un vecchio modello di “Sparta militare” dell’antica grecia. Una città fortezza con una economia chiusa, fatta per impedire e rendere impossibile la nascita dello Stato di Palestina nella striscia di Gaza. Una follia politica moderna, una architettura militare antica rimasta come esempio nella storia. È questa la nuova visione dell’imperialismo rappresentato dal dittatore Putin e dal suo alleato Trump.

Gaza City è una prigione a cielo aperto da dove è impossibile uscire. Il ministero dell’Università ha finanziato, per sostenere e favorire gli studi degli studenti palestinesi, 200 borse di studio. È un impegno straordinario del nostro governo, che tuttavia rischia di fallire, perchè gli studenti, vincitori delle borse di studio, non possono uscire dalla Palestina perchè non è previsto un corridoio speciale di studio. In Palestina non si puó studiare. Si muore di sete e di fame, si vive nelle macerie, non si dorme, e si sentono solo forti e spaventosi rumori, violenti e distruttivi, delle bombe di notte.

La Palestina è come un grande carcere, gli studenti sono isolati. In Palestina non c’è internet e quindi è impossibile lo studio da remoto. Non è solo un dramma, ma una vera e grande ingiustizia quella di impedire agli studenti, vincitori delle borse di studio, di studiare nelle nostre università. I giovani studenti non vogliono abbandonare la loro terra, la loro gente: chiedono di essere aiutati per studiare nelle nostre università, per poi ritornare nella loro terrà dove poter curare ed educare la loro gente e per costruire le loro città e Gaza City, distrutte dalla guerra. La feroce guerra contro i palestinesi ha causato la morte di 18.500 bambini, un’intera generazione, impedendo così il futuro ai palestinesi.

Non possiamo restare indifferenti al grido di aiuto degli studenti e alla morte dei bambini innocenti, per questo dobbiamo sollecitare i nostri parlamentari, il sottosegretario Alfredo Mantovano, per prendere utili iniziative. Infine mi sento di condividere l’appello degli artisti di Spagna: https://it.euronews.com/cultura/2025/09/16/spagna-a-madrid-almodovar-e-oltre-300-artisti-leggono-nomi-dei-bambini-palestinesi-uccisi

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