Calendario

Dicembre 2019


21 dic

Teatro Koreja in collaborazione con Babilonia Teatri

ESSERE O NON ESSERE

immagine di copertina rassegna Nel castello di Barbablù

Teatro in Tasca // Teatro

Spettacoli domenicali
per grandi e piccini

2019/2020

Kuziba Teatro (RUVO DI PUGLIA - BA)

Nel castello di Barbablù

foto Nel castello di Barbablù

Ma anche tu hai paura quando sei al buio / e ti senti solo / e non sai dove andare? G., 9 anni

Dentro questa storia c’è un castello, dentro al castello c’è un uomo dalla lunga barba blu e poi ci sono una gio- vane sposa, una sorella, una madre, due fratelli e un la- birinto di corridoi, porte e scale tutto da scoprire. Den- tro questa storia ci sono i giochi che si fanno al buio, i segreti sotto i tavoli, i divieti che i genitori impongono ai figli e c’è una piccola chiave che apre la porta di una stanza proibita. Proibita fino a quando lei, la giovane sposa di Barbablù, non decide di ascoltare il suo istinto e aprirla. E dietro questa porta troverà…

Nel castello di Barbablù è un viaggio avventuroso den- tro ciò che non conosciamo ancora di noi e del mondo che ci circonda, è un percorso dentro la curiosità che ci permette di sfidare le nostre paure e che ci racconta di come a volte la disobbedienza può essere un passag- gio importante per diventare grandi.


Con Livio Berardi, Rossana Farinati, Annabella Tedone Video Animazioni Beatrice Mazzone Disegno Luci Tea Primiterra Scene Bruno Soriato Regia E Drammaturgia Raffaella Giancipoli Produzione Kuziba Con Il Sostegno Di Sistema Garibaldi, Regione Puglia Residenze Artistiche Straligut Teatro, Trac Teatri Di Residenza Artistica ContemporaneaTeatro Crest Si Ringrazia Mat Teatro, Teatri Di Bari, Biancheria Artistica Primiterra


© KOREJA soc. coop - Impresa Sociale
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+39 0832.242000
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immagine di copertina rassegna La ragione del terrore

Strade Maestre // Teatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Teatro Koreja

La ragione del terrore

foto La ragione del terrore

All’inizio di tutto c’è un uomo che ha bisogno di farsi perdonare qualcosa. E chi non è in una condizione simile?

Ma lui ha bisogno di farsi perdonare un fatto grave, qualcosa che lei, la donna, proprio non riesce a dimenticare. Per farlo, ha bisogno di raccontare quel che è successo ad un pubblico affinché ciascuno, tra i presenti, comprenda la ragione del terrore. Sembra un destino connaturato all’uomo: si reagisce al male subìto con il male, in una spirale che appare essere senza soluzione. Lo spettacolo prova a ragionare su questo tema, per capire se esiste una ragione al terrore provocato, al dolore, alla violenza. E se c’è, è condi- visibile? Uno spettacolo che, partendo dal male come pulsione intrinseca degli esseri umani, vuole scardinare l’apparente ineluttabilità delle sue conseguenze. Questo è un racconto accaduto in Italia pochi decenni fa; una storia di questa terra, delle sue grotte, dei suoi poveri; una favola nera radicata nella cultura del sud, che stravolge e interroga contemporaneamente aspirazioni politiche, socia- li e artistiche. Un racconto su un fatto di cronaca che, per la sua peculiarità, non può essere raccontato con i nomi di chi lo ha vissuto. Un “fatto non fatto”: non una memoria persa, ma cancellata con criterio.


TESTO DI MICHELE SANTERAMO REGIA SALVATORE TRAMACERE CON MICHELE CIPRIANI E MARIA ROSARIA PONZETTA ASSISTENTE ALLA REGIA GIULIA FALZEA SCENE E LUCI BRUNO SORIATO SONORIZZAZIONE GIORGIO DISTANTE REALIZZAZIONE SCENE MARIO DANIELE TECNICI ALESSANDRO CARDINALE E MARIO DANIELE

immagine di copertina rassegna La mia casa, la tua casa per non smarrire più la strada…

Strade Maestre // Incontri

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Progetto le Case speciali dei ragazzi e delle ragazze

La mia casa, la tua casa per non smarrire più la strada…

È sotto gli occhi di tutti che i minori, figli della crisi di questi anni, sono le vittime predestinate non solo delle politiche di austerità, ma anche di un complessivo e diffuso impoverimento sociale e culturale.

Spesso, più che destinatari di politiche attive che ne promuovano la crescita, l’autonomia, la responsabilità e le competenze, ragazzi e ragazze nel tempo dell’adolescenza, sono destinatari e oggetto inconsapevole di messaggi che esaltano come valori fondanti l’individualismo, il consumo, la negazione di un futuro che i nuovi strumenti digitali e i social network rendono sempre più pervasivi e simbolo di un modello vincente. In questo senso la realtà interroga quanti, nel mondo della Scuola, delle Istituzioni e degli operatori culturali lavorano con e per i minori e pone nuove sfide che il progetto regionale Le case speciali dei ragazzi e delle ragazze, selezionato dall’Impresa Sociale Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, affidato operativamente ad una rete di realtà artistiche e culturali da anni presenti e attive sul territorio pugliese, ha deciso di cogliere per sperimentare un modello di intervento culturale e sociale, condiviso, efficace e replicabile nel tempo e in altri contesti.


Intervengono: Pres. Livia Pomodoro Cattedra Unesco Presso L’università Statale Di Milano, Goffredo Fofi Saggista, Attivista, Giornalista E Critico Cinematografico, Letterario E Teatrale Italiano

immagine di copertina rassegna Suite escape – Fuga dal Passo a Due

Strade Maestre // Open Dance

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Equilibrio Dinamico

Suite escape – Fuga dal Passo a Due

foto Suite escape – Fuga dal Passo a Due

Il processo creativo si articola verso un ritorno al balletto, un’indagine sulla relazione basato sulla selezione di alcuni pas de deux del repertorio classico le cui partiture musicali e coreografiche vengono rivisitate, smontate, giustapposte in una chiave personale e inedita.

Il titolo si basa su un gioco di parole tra la parola suite – che in musica descrive una composizione strumentale comprendente diverse danze a ritmo alternato ma di uguale tonalità o più generalmente, l’insieme di brani strumentali tratti da più opere ed eseguiti in un unico concerto- unita alla parola escape, fuga. L’espressione ‘sweet escape’, pronunciata nello stesso modo, in inglese può intendere il concetto di fuga dolce, fuga d’amore. Il lirismo dei pas de deux, l’unione sospirata e attesa tra i protagonisti o il dramma dell’impossibilità di rimanere assieme, in Suite Escape assume contorni distorti e ancora più ampi, pieni delle ambiguità che definiscono i rapporti interpersonali. Suite Escape è fare i conti con la presenza e l’assenza, la vicinanza e il vuoto. Quattro interpreti moltipli- cano per due la relazione del pas de deux attraverso l’uso di un partner work intri- cato e nodoso che spinge i corpi ad uscire dal proprio asse in una collaborazione di equilibri e forze che è più fuga dall’altro che compimento di un gesto armonico. Il movimento diventa così in Suite Escape mezzo di negoziazione, e il passo a due un momento di opposizione tra la volontà individuale e quella del gruppo. Un lavo- ro contemporaneo che fornisce una visione della danza come un’arte che si volta verso il suo passato e nel contempo sceglie la fuga da esso, un allontanamento dai propri principi originari attraverso la commistione di linguaggi personali diversi.

IN COLLABORAZIONE CON TEATRO PUBBLICO PUGLIESE


Concept/Coreografia Riccardo Buscarini Danzatori Silvia Sisto, Nicola De Pascale, Serena Angelini, Salvatore Lecce Musiche P.I. Caikovskij, L. Minkus, A. Adam Trascrizione E Rielaborazioni Musicali M° Silvestro Sabatelli Pianista M° Benedetto Boccuzzi Costumi Francesco Colamorea Lighting Designer Roberto Colabufo Produzione Equilibrio Dinamico Dance Companycoproduzione Art Garage Con Il Sostegno Di Teatro Pubblico Pugliese E Amat

immagine di copertina rassegna Equal to men

Strade Maestre // Open Dance

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Equilibrio Dinamico

Equal to men

Le Amazzoni. Il mito eterno delle donne guerriere in groppa ad un focoso cavallo, l’arco nel pugno, le gambe muscolose nella burrasca, lo sguardo truce sui volti delicati. Belle, giovani, determinate, pronte a difendere la propria indipen- denza a colpi di spada o tiri di freccia.

L’archetipo dell’Amazzone, guerriera per nulla inferiore all’uomo, intende an- che tracciare una riflessione sulla società contemporanea e il ruolo della donna; Omero le definì “uguali agli uomini” e questo, nella società greca patriarcale, era un segno di rispetto.


COREOGRAFIE, SET CONCEPT DI ROBERTA FERRARA PERFORMER TONIA LATERZA

  • SPETTACOLO VINCITORE DI SOLOTANZ FESTIVAL 2018 MIGLIOR COREOGRAFIA & DANZATRICE
  • SEGNALAZIONE NETWORK DANZA URBANA 2018 & VETRINA DELLA GIOVANE DANZA D’AUTORE, ANTICORPI XL 2019

immagine di copertina rassegna Heroides Lettere di eroine del mito dall’antichità al presente

Strade Maestre // Teatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Teatro Koreja / Le Belle Bandiere

Heroides Lettere di eroine del mito dall’antichità al presente

foto Heroides Lettere di eroine del mito dall’antichità al presente

Ovidio immagina le eroine del mito intente a scrivere una lettera ai loro uomini, narrando di amore, abbandoni, tradimenti. Per la prima volta nella storia della letteratura siamo di fronte ad un romanzo epistolare dove le donne indirizzano il loro messaggio al silenzio e all’assenza dell’altro.

La voce del poeta si intreccia alla loro per raccontare l’intero mito, ma anche per rivolgere una luce speciale e spesso ironica sul destino delle donne, sulle loro in- giuste sofferenze, sulle loro qualità spesso ignorate, disilluse, sprecate. Lo fa con l’ironia dell’intelligenza e della creazione, la stessa che ha sorretto molte donne nel loro cammino, la stessa che fa degli artisti creature senza sesso e identità, votate a creare e a reinterpretare le storie e i personaggi più diversi senza giudicare, ma cer- cando di comprendere. Seguendo il luminoso esempio di Ovidio che si fa medium di un coro spesso ammutolito dalla storia, diamo voce e corpo ad alcune eroine del mito, più o meno famose come Fillide, Enone, Arianna, Canace, Fedra e Medea. Sono ironiche e tragiche allo stesso tempo, proprio come è la vita, sono le nutrici, le corifee, le amiche, le sorelle, le madri, le nonne, le zie e commentano, partecipa- no, cadono in contraddizione, giudicano, si ricredono, si commuovono, cambiano.


Da Heroides Di Ovidio E Da Improvvisazioni E Scritture Sceniche Elaborazione Drammaturgica E Regia Elena Bucci Collaborazione Alla Drammaturgia E Sguardo Marco Sgrosso Con Giorgia Cocozza, Angela De Gaetano, Alessandra De Luca, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Anđelka Vulic Musiche Originali Dal Vivo Giorgio Distante Disegno Luci Loredana Oddone Cura Del Suono Franco Naddei Costumi Enzo Toma Assistente All’ Allestimento Nicoletta Fabbri Tecnici Di Compagnia Alessandro Cardinale E Mario Daniele

immagine di copertina rassegna E la nave va

Strade Maestre // Teatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Progetto BetSud

E la nave va

foto E la nave va

Una storia d’amore ambientata in Brasile, tra un uomo di 31 anni, un altro di 43 e un’automobile europea omologata per due persone.

Mentre l’uomo più giovane teme il futuro e la precarietà dell’innamoramento, l’altro cerca di scappare dal suo passato, segnato da traumi recenti. Diogo Liberano racconta questa rela- zione partendo da un dialogo tra l’auto, amichevolmente chiamata La Nave e gli innamorati. Si cerca così, di vivere il tempo che solo una storia d’amore può conoscere. Un tempo altro. Lo spettacolo è uno sguardo su impensabili consi- derazioni dell’essere vivi e innamorati.

La Nave ci insegna che l’amore è un’esperienza terrena che ci rende esseri umani.


Drammaturgia Diogo Liberano Traduzione Letizia Russo Regia Carmelo Alù con Francesca Farcomeni, Domenico Macrì e Marco Quaglia Produzione ATS Bet-Sud

immagine di copertina rassegna Una storia di impossibilitá

Strade Maestre // Teatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Progetto BetSud

Una storia di impossibilitá

foto Una storia di impossibilitá

UNO e MOGLIE sono sposati da poco e lui le rivela di non poter avere figli, pro- babilmente a causa dell’uso di droghe fatto in età giovanile. I due affrontano il problema con grande dolore fino a quando UNO ha un’idea: far concepire il figlio a ZERO, il suo migliore amico. UNO e ZERO si incontrano e ZERO accetta di concepire un figlio con MOGLIE. Lo fa per l’enorme affetto che prova per UNO e per l’amore, mai confessato, che prova per lui.

Ma la storia prende una piega differente, inaspettata. MOGLIE avverte un’attrazio- ne particolare per ZERO, forse alimentata anche dalla possibilità di concepire un figlio. UNO va in crisi, una crisi silente, taciuta per amore di MOGLIE e di questo figlio che sta per nascere, che scalcia e scalcia e scalcia.

Qualche ora prima del parto, però, UNO e ZERO s’incontrano, per chiudere la faccenda: UNO non sopporta di saperlo vivo. E ZERO, accetta di farsi uccide- re prima che nasca il bambino. Compiuto l’omicidio, UNO, ostetrico, corre per essere presente al parto; il bambino nasce senza gambe. MOGLIE non vuole tenerlo, ma UNO, sente di amare questo bambino malformato, figlio di un amore che caratterizza una storia di impossibilità. Lui lo crescerà come fosse suo figlio e decidendo di disegnare il momento, il primo momento in cui MOGLIE lo tiene in braccio.