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Gennaio 2020


27 lug

Tourneè

Tourneè


28 lug

Tourneè


29 lug

Tourneè

Produzioni

Per fare un teatro di mani, pensieri, piedi e parole, di cuori, di occhi e di sogni

KOREJA in collaborazione con LE BELLE BANDIERE

Heroides

Lettere di eroine del mito dall’antichità al presente

Pensando a questo tempo turbolento, alla molteplice e viva realtà di Koreja e a questo gruppo di sei attrici creative e autentiche, tutte guidate da un forte spirito di collaborazione e ascolto, ma anche tutte molto diverse tra loro, ho pensato ad un’opera strana e avvincente di Ovidio, nella quale potessimo immergerci con curiosità e libertà, misurandoci con quello sguardo verso il passato che ispira e illumina il presente nei momenti di cambiamento e trasformazione, sia che si tratti di un passato biografico che della cultura e della storia dell’umanità.

Ovidio immagina le eroine del mito intente a scrivere una lettera ai loro uomini, narrando di amore, abbandoni, tradimenti. Per la prima volta nella storia della letteratura siamo di fronte ad un romanzo epistolare dove le donne indirizzano il loro messaggio al silenzio e all’assenza dell’altro. La voce del poeta si intreccia alla loro per raccontare l’intero mito, ma anche per rivolgere una luce speciale e spesso ironica sul destino delle donne, sulle loro ingiuste sofferenze, sulle loro qualità spesso ignorate, disilluse, sprecate. Lo fa con l’ironia dell’intelligenza e della creazione, la stessa che ha sorretto molte donne nel loro cammino, la stessa che fa degli artisti creature senza sesso e identità, votate a creare e a reinterpretare le storie e i personaggi più diversi senza giudicare, ma cercando di comprendere. Seguendo il luminoso esempio di Ovidio che si fa medium di un coro spesso ammutolito dalla storia, diamo voce e corpo ad alcune eroine del mito, più o meno famose come Fillide, Enone, Arianna, Canace, Fedra e Medea, ma non solo. Lo spumeggiante gruppo di spose vestito dalla sapienza di Enzo Toma si è moltiplicato. Si sono fatte largo, tra un’improvvisazione e una rilettura dei testi del mito e delle tragedie, le Donne del coro: assomigliano molto alle donne che ci sono rimaste impresse dall’infanzia, quelle che ci hanno trasmesso i canti, le ninne nanne, quelle che ci hanno raccontato a modo loro il mondo. Sono ironiche e tragiche allo stesso tempo, proprio come è la vita, sono le nutrici, le corifee, le amiche, le sorelle, le madri, le nonne, le zie e commentano, partecipano, cadono in contraddizione, giudicano, si ricredono, si commuovono, cambiano.
Si trasformano a tratti e a sorpresa nelle Donne del presente che, evocate da canzoni d’amore interpretate da artiste straordinarie, guardano con gli occhi di ora i destini delle eroine e delle donne, famose e non famose. Assommano in sé tratti delle attrici, ma anche di donne delle quali hanno sentito o letto le storie. Rivivono attraverso ricordi, emozioni, gesti e parole la complessa relazione con il mondo maschile e raccontano di uomini che, di fronte alle rivoluzioni del loro ruolo, rispondono a volte con apertura e voglia di cambiare, a volte con indifferenza, a volte con violenza.


Ho voluto, pur esercitando uno sguardo piuttosto implacabile e minuzioso, che ogni attrice si misurasse anche come autrice, affrontando la riscrittura del testo di Ovidio e una serie di proposte di improvvisazione e creazione. Abbiamo realizzato così una drammaturgia a più strati, dove i linguaggi si mescolano e si arricchiscono l’un l’altro passando dal dialetto all’italiano, da lingue straniere dal suono affascinante all’universale linguaggio del corpo e dei suoni.
Trattandosi di un’opera in musica, abbiamo ritrovato canti antichi che risvegliassero la sensazione del legame con la terra dove si nasce per allargare poi lo sguardo al mondo intero e abbiamo intrecciato le parole e le azioni alle musiche del poliedrico e generoso Giorgio Distante, che, unico uomo in scena, sempre in ascolto, è diventato profondamente partecipe alla creazione.
Immergendoci in un viaggio nel tempo e nello spazio verso la tragedia antica e il mito, passando attraverso i documenti, le statue, i dipinti, i suoni, i personaggi, le storie, abbiamo cercato di riportare al presente quei frammenti che potessero diventare memoria di tutti e individuando diverse vie per trasformare il dolore in sorriso, per farne nutrimento di una visione nuova, dove la lotta per la sopraffazione tra i sessi sia solo un ricordo del quale prendersi gioco con sollievo, una sciocca fase di arresto del cammino dell’umanità. Le donne, riprendendo la loro voce, dialogano anche con lo stesso poeta Ovidio e con quegli antenati che costruirono miracoli di arte e cultura praticando l’orrore della schiavitù. Ci aiuta, con la sua geniale e affettuosa ironia, una grande artista come Virginia Woolf con il suo “Una stanza tutta per sé'”. Uomini e donne si ritrovano grazie alla magica pozione della poesia e dell’arte. Le donne, attraverso la loro fragilità diventano testimoni della fragilità e della povertà di tanti altri, uomini, donne, bambini, senza distinzione di sesso e di età. Cerchiamo di sentirci parte di una sola famiglia, buffa, criminale, sorprendente, affascinante, incamminata verso un futuro luminoso. 

                                                                                                                                                                                                                           Elena Bucci

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da Heroides di Ovidio
e da improvvisazioni e scritture sceniche elaborazione drammaturgica e regia Elena Bucci collaborazione alla drammaturgia e sguardo Marco Sgrosso con Angela De Gaetano, Alessandra De Luca, Eleonora Lezzi,  Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Anđelka Vulić musiche originali dal vivo Giorgio Distante disegno luci Loredana Oddone cura del suono Franco Naddei costumi Enzo Toma assistente all’allestimento Nicoletta Fabbri tecnici di compagnia Alessandro Cardinale, Mario Daniele  

immagine di copertina rassegna Due stupidi sublimi (on air)

Strade Maestre // teatroTeatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Compagnia Vetrano/Randisi

Due stupidi sublimi (on air)

foto Due stupidi sublimi (on air)

In una emittente radiofonica i noti attori teatrali Vetrano e Randisi sono ospiti di una trasmissione in diretta dove tra dediche, musiche e messaggi inviati dagli ascoltatori, sciorinano i loro dialoghi, scritti premendo fino in fondo il pedale del nonsense.

Sketch radiofonici che diventano teatro, davanti agli occhi degli spettatori invitati come pubblico negli studi della radio in cui un simpatico con- duttore presenta e raccorda le scene.

I dialoghi di questi due “stupidi sublimi” costituiscono un viaggio surreale che, da un’isola così deserta da rivelarsi infine mancante perfino di se stessa, conduce a un’architettura di deliziose, necessarie assurdità. Non appena i due si riconosco- no e cercano di stabilire un rapporto, le loro discussioni e i loro litigi si addentra- no nel labirinto della nostra quotidiana confusione esistenziale, mentre volano sul tutto i gabbiani della poesia: si confrontano nel duello onomatopeico di un’incal- zante partita a ping-pong o si ritrovano, esecutori di un concerto per sole voci, dentro un immaginario armadio a muro; scandagliano la psiche umana partendo dall’avversione per la pioggia ed evocano una mitica messinscena di Giorni felici. E così, l’isola che non c’è prende forma e vita, dall’associazione dei pensieri e dei desideri dei due naufraghi, dal loro unico modo possibile di essere vivi.


Drammaturgia, Interpretazione E Regia Di Enzo Vetrano E Stefano Randisi Con Antonio Rinaldi In Veste Di Musicista E Conduttore Radiofonico


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immagine di copertina rassegna Ombre folli

Strade Maestre // teatroTeatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Compagnia Vetrano/Randisi

Ombre folli

foto Ombre folli

All’inizio è la scrittura a evocare le ombre. C’è un prologo in cui l’Autore racconta i suoi sogni: sghembi, visionari, anticipatori. E, intanto, il sognato prende coscienza, lentamente, di vivere imprigionato dalla fantasia del sognante, del tiranno scrittore.

Unica via di uscita, per riuscire a governare la sua vita, è sopprimerlo. Poi c’è la storia. Le ombre di due uomini si raccontano: il primo ha la passione segreta di travestirsi, truccarsi e andare in strada a praticare l’arte in cui è Maestra, come dice con orgoglio. La sua è una scommessa con la vita, una roulette russa al contrario: se qualcuno lo riconosce, il suo piacere si raddoppia, fino all’apice toccato nel momento dell’amplesso finale. Il secondo, che dice di amarlo come un figlio, scopre questa sua doppia vita e lo sequestra per redimerlo e vivere con lui un’esistenza “serena” fatta di rinunce, sacrifici e sublimazione, in una dipen- denza reciproca, fino alla vecchiaia.

Come sempre, nel mondo di Franco Scaldati, chi parla non è mai solo, anche se parla da solo. Scritto nella sua poetica lingua natìa, ogni monologo viene recitato da un personaggio e, frase dopo frase, tradotto dall’altra ombra, in un gioco di rispecchiamenti che in questo testo diventa particolarmente struggente.


Di Franco Scaldati Interpretazione E Regia: Enzo Vetrano E Stefano Randisi Video E Luci: Antonio Rinaldi

immagine di copertina rassegna Toto e Vicè

Strade Maestre // teatroTeatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Compagnia Vetrano/Randisi

Toto e Vicè

foto Toto e Vicè

Con una quasi quarantennale collaborazione sul palcoscenico, nella scrittura e nella guida degli attori, Enzo Vetrano e Stefano Randisi hanno scelto per esprimere la loro poetica, la complementarietà e la dialettica, attraverso un confronto che vive in una doppia identità, sovrapponibile e contraria.

Da qui l’incontro con Totò e Vicé, poetici clochard nati dalla fantasia di Franco Scaldati, poeta, attore e drammaturgo palermitano recentemente scomparso, nelle cui parole, gesti e pensieri si sono subito ritrovati. Due personaggi teneri, legati da un’amicizia reciproca assoluta, che vivono di frammenti di sogni in bilico tra la natura e il cielo, in un tempo imprendibile tra passato e futuro, con la necessità di essere in due, per essere.

Di questo straordinario, poetico e commovente spettacolo, Rodolfo di Giammarco ha scritto su la Repubblica: […] Il teatro, il vero teatro, il teatro che ti toglie il fiato con un nulla, il teatro che non distingue tra vivi e morti, il teatro che ti sfugge di mano e intanto però ti insegna il mistero dell’amore, il teatro che mette in scena due poveri cristi in una penombra di lumini e modeste luminarie e di fatto ti fa sentire l’insopportabile luce della felicità, il teatro che ti sembra logoro ed effimero e che al contrario ti riempie l’anima fino alla commozione più grata […].


Di Franco Scaldati Regia E Interpretazione Enzo Vetrano, Stefano Randisi Disegno Luci Maurizio Viani Costumi Mela Dell’erba Tecnico Luci E Audio Antonio Rinaldi Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Le Tre Corde / Compagnia Vetrano – Randisi

immagine di copertina rassegna Io e niente

Teatro in Tasca // teatroTeatro

Spettacoli domenicali
per grandi e piccini

2019/2020

Teatro Gioco Vita

Io e niente

foto Io e niente

Qui non c’è niente. Anzi, ci sono io. Niente e io. Niente si chiama Niente.

Vive con me, intorno a me. Così in- comincia la storia di Lilà, una bambina che dopo aver perso la mamma, si crea un amico immaginario, Niente. Assieme a Niente Lilà passa le sue giornate a fare nien- te. Ma Niente, al contrario di lei, è sempre di buonumo- re e risponde alla sua profonda indolenza con delicata e costruttiva positività. Al “non c’è niente da fare” di Lilà, Niente risponde che “dal niente si può fare tutto”. Con un linguaggio pieno di saggezza e poesia, Io e Niente racconta che la debolezza e la fragilità possono essere trasformate in forza e che anche dalla mancanza, può nascere qualcosa di prezioso.

Grazie alla fusione di ombre e attori, Teatro Gioco Vita mira a creare un amalgama scenico in grado di accom- pagnare i bambini alla scoperta di Lilà e del suo bellis- simo giardino azzurro.


da Moi Et Rien di Kitty Crowther con Letizia Bravi, Tiziano Ferrari adattamento, regia e scene Fabrizio Montecchi sagome Nicoletta Garioni (dai disegni di Kitty Crowther) musiche Paolo Codognola costumi Tania Fedeli disegno luci Davide Rigodanza coproduzione Teatro Gioco Vita, Segni New Generations Festival

immagine di copertina rassegna Oopart

Teatro in Tasca // teatroTeatro

Spettacoli domenicali
per grandi e piccini

2019/2020

Cía. Tresperté (GRANADA-SPAGNA)

Oopart

foto Oopart

Niente è come sembra in questa avventura straordinaria!

Un particolare equipaggio di quattro viaggiatori, provenienti da un’altra epoca, atterrerà davanti ai nostri occhi e, facendo bella mostra di trucchi e abilità circen- si, proverà a convincerci ad acquistare il biglietto per un viaggio sulla macchina del tempo. Ma manipolare il tempo ha sempre le sue conseguenze…

Uno spettacolo che ha ricevuto premi in tutto il mondo, ricco di colpi di scena e numeri straordinari.


Con il sostegno del Teatro Pubblico Pugliese


Autori Antonio J. Gómez E Cía Tresperté Direzione E Creazione Antonio J. Gómez Musica Originale Iván Monje Scenografia Carlos Monzón E In Ascuas Forja Costumi Laura León Interpreti Carmine Piccolo, Luis Ayuso, Claudia Ortiz E Paco Caravaca Progettazione Illuminotecnica Almudena Onetoproduzione Cía. Tresperté Realizzazione Video El Árbol Boca Abajo Fotografie Lucía Brito E Juan Antonio Cárdenas Collaborazioni Niño De Las Pinturas E Flo Guerin

immagine di copertina rassegna Cappuccetto Rosso

Teatro in Tasca // teatroTeatro

Spettacoli domenicali
per grandi e piccini

2019/2020

Zaches Teatro (SCANDICCI - FI)

Cappuccetto Rosso

foto Cappuccetto Rosso

Cappuccetto Rosso! una voce riecheggia nel silenzio…

Il bosco luogo di mistero e fascino, di tentazio- ne e di trasgressione, il bosco nasconde e rivela ed è proprio per questo che permette la disubbidienza: lontano dagli occhi materni che sorvegliano, i bambini trasgredendo affrontano pericoli e rischi, ovvero le pro- prie paure. Saranno i linguaggi della danza, del teatro di figura e della musica i delicati strumenti attraverso cui raccontare la storia. I draghi possono essere uccisi o addomesticati, ma bisogna in ogni caso conoscerli, esattamente come ognuno di noi deve fare, bambino o adulto che sia, per superare le proprie paure.

Perché coraggioso non è chi non ha paura, ma chi de- cide di non sottrarre il proprio sguardo davanti ad essa.


Regia, Drammaturgia, Coreografia Luana Gramegna Scene, Luci, Costumi E Maschere Francesco Givone Progetto Sonoro E Musiche Originali Stefano Ciardi Con Gianluca Gabriele, Amalia Ruocco, Daria Menichetti Voce Narrante Luana Gramegna Assistente Alla Regia, Drammaturgia, Coreografia Daria Menichetti Collaborazione Artistica Per Scene, Costumi E Maschere Alessia Castellano, Gisella Butera Consulenza Artistica Enrica Zampetti Tecnico Luci Valeria Foti Promozione E Organizzazione Isabella Cordioli Responsabile Social Media Silvia Amerighi In Collaborazione Con Giallo Mare Minimal Teatro, Fondazione Sipario Toscana Onlus-La Città Del Teatro, Regione Toscana

immagine di copertina rassegna Zac colpito al cuore

Teatro in Tasca // teatroTeatro

Spettacoli domenicali
per grandi e piccini

2019/2020

Il Laborincolo (PIANELLO - PG) / Associazione Teatro Giovani Teatro Pirata (JESI - AN) / PaneDentiTeatro (PERUGIA)

Zac colpito al cuore

foto Zac colpito al cuore

Sono Zac, scrivo storie d’avventura. Questo è tutto.

Sicuro di sé e abile nell’inventare storie di draghi e ca- valieri coraggiosi. Sembra tutto perfetto, finché non gli chiedono di scrivere una storia d’amore. Ma l’a- more non fa per lui: “L’amore non ha nulla in comune con il coraggio e l’avventura!” Lo scrittore dal “cuore di ghiaccio” si ritroverà, suo malgrado, coinvolto in una storia tra sogno e realtà, fatta di conigli che si vo- gliono sposare, tenere effusioni, canzoni sdolcinate e promesse di matrimonio: proprio la storia rifiutata da Zac! Il problema è che il nostro scrittore ha chiuso sot- to chiave il proprio cuore e non lo vuole ammettere. E allora, cosa farà Zac in questa storia d’amore? Cederà al richiamo della volpe che risolve tutto in un boccone? Oppure troverà il coraggio di liberare il proprio cuore? Ma per fare questo ci vuole coraggio!


Di Simone Guerro, Marco Lucci, Enrico De Meo Con Marco Lucci, Enrico De Meo Regia Simone Guerro Muppets E Burattini Marco Lucci Oggetti Di Scena Ayumi Makita Scenografie Frediano Brandetti Musiche Simone Guerro

immagine di copertina rassegna Nel castello di Barbablù

Teatro in Tasca // teatroTeatro

Spettacoli domenicali
per grandi e piccini

2019/2020

Kuziba Teatro (RUVO DI PUGLIA - BA)

Nel castello di Barbablù

foto Nel castello di Barbablù

Ma anche tu hai paura quando sei al buio / e ti senti solo / e non sai dove andare? G., 9 anni

Dentro questa storia c’è un castello, dentro al castello c’è un uomo dalla lunga barba blu e poi ci sono una gio- vane sposa, una sorella, una madre, due fratelli e un la- birinto di corridoi, porte e scale tutto da scoprire. Den- tro questa storia ci sono i giochi che si fanno al buio, i segreti sotto i tavoli, i divieti che i genitori impongono ai figli e c’è una piccola chiave che apre la porta di una stanza proibita. Proibita fino a quando lei, la giovane sposa di Barbablù, non decide di ascoltare il suo istinto e aprirla. E dietro questa porta troverà…

Nel castello di Barbablù è un viaggio avventuroso den- tro ciò che non conosciamo ancora di noi e del mondo che ci circonda, è un percorso dentro la curiosità che ci permette di sfidare le nostre paure e che ci racconta di come a volte la disobbedienza può essere un passag- gio importante per diventare grandi.


Con Livio Berardi, Rossana Farinati, Annabella Tedone Video Animazioni Beatrice Mazzone Disegno Luci Tea Primiterra Scene Bruno Soriato Regia E Drammaturgia Raffaella Giancipoli Produzione Kuziba Con Il Sostegno Di Sistema Garibaldi, Regione Puglia Residenze Artistiche Straligut Teatro, Trac Teatri Di Residenza Artistica ContemporaneaTeatro Crest Si Ringrazia Mat Teatro, Teatri Di Bari, Biancheria Artistica Primiterra

immagine di copertina rassegna La ragione del terrore

Strade Maestre // teatroTeatro

Chi ha resistito,
gli è fiorito il cuore

2019/2020

Teatro Koreja

La ragione del terrore

foto La ragione del terrore

All’inizio di tutto c’è un uomo che ha bisogno di farsi perdonare qualcosa. E chi non è in una condizione simile?

Ma lui ha bisogno di farsi perdonare un fatto grave, qualcosa che lei, la donna, proprio non riesce a dimenticare. Per farlo, ha bisogno di raccontare quel che è successo ad un pubblico affinché ciascuno, tra i presenti, comprenda la ragione del terrore. Sembra un destino connaturato all’uomo: si reagisce al male subìto con il male, in una spirale che appare essere senza soluzione. Lo spettacolo prova a ragionare su questo tema, per capire se esiste una ragione al terrore provocato, al dolore, alla violenza. E se c’è, è condi- visibile? Uno spettacolo che, partendo dal male come pulsione intrinseca degli esseri umani, vuole scardinare l’apparente ineluttabilità delle sue conseguenze. Questo è un racconto accaduto in Italia pochi decenni fa; una storia di questa terra, delle sue grotte, dei suoi poveri; una favola nera radicata nella cultura del sud, che stravolge e interroga contemporaneamente aspirazioni politiche, socia- li e artistiche. Un racconto su un fatto di cronaca che, per la sua peculiarità, non può essere raccontato con i nomi di chi lo ha vissuto. Un “fatto non fatto”: non una memoria persa, ma cancellata con criterio.


TESTO DI MICHELE SANTERAMO REGIA SALVATORE TRAMACERE CON MICHELE CIPRIANI E MARIA ROSARIA PONZETTA ASSISTENTE ALLA REGIA GIULIA FALZEA SCENE E LUCI BRUNO SORIATO SONORIZZAZIONE GIORGIO DISTANTE REALIZZAZIONE SCENE MARIO DANIELE TECNICI ALESSANDRO CARDINALE E MARIO DANIELE