La “pizzica” fa ballare sotto un unico cielo
Visioni
di Gigi Mangia
La Notte della Taranta, la musica popolare, la pizzica della terra del rimorso fa ballare tutti, generazione di luoghi e di lingue, geografie di sentimenti interiori, unite nella forza di resistere, nella ricerca di sentire e scoprire il desiderio di vivere la pace.
La musica è l’arte universale, che ha il potere di liberare la parola “Pace” da tutte quelle parole che limitano il suo ruolo di accendere l’amore per il corpo, perchè la pace non è solo un concetto della mente, al contrario è un’esperienza, un valore che riguarda il coinvolgimento di tutti i sensi.
Per la musica ed il canto non esistono confini, frontiere, stranieri, non esiste il colore della pelle, della discriminazione, della differenziazione, nel Credo. La musica è come un grande ponte della terra, sotto un unico cielo, capace di unire, coinvolgere, guidare l’uomo per vivere il suo diritto di Essere Umano. Il messaggio della notte della taranta è stato vero, chiaro! La musica è stata forte, profonda contro il buio interiore del mediterraneo, per riempire il silenzio vuoto che impedisce di sentire il dolore dei bambini della striscia di Gaza a cui é stato negato il pane e l’acqua, quindi la morte per fame.
La morale più acida e avvelenata dal male è quella di usare come arma di guerra l’acqua e il pane, di sparare i bambini che nelle mani hanno una pentola e un secchio per l’acqua; è questo che inorridisce le coscienze e rende un inferno emotivo la visione delle immagini di una tragedia che la diplomazia non riesce a fermare. Con la Notte della Taranta, finisce il tempo del silenzio vuoto ed inutile. La Taranta canta, il tamburello batte, muove i corpi ed il cuore asseconda il desiderio di Pace.
160.000 insieme tutti gridano “Palestina Libera”.