Calendario

Ottobre 2021


17 lug

TTB - Accademia delle Forme Sceniche, Accademia Arte Diversità-Teatro La Ribalta Antonio Viganò e Teatro Koreja

Il suono della caduta

Teatro Koreja

Come amore Canta


18 lug

TTB - Accademia delle Forme Sceniche, Accademia Arte Diversità-Teatro La Ribalta Antonio Viganò e Teatro Koreja

Il suono della caduta

Martina Natuzzi e Christian Greco

Dalla Luna alla Terra


19 lug

Tourneè

Teatro Koreja in collaborazione con Potenziali Evocati Multimediali

X di Xylella, Bibbia e alberi sacri

dj set a cura di Enrico Stefanelli

Frequenze naturali


20 lug

Emanuela Pisicchio ed Enrico Stefanelli

Ánemos Nóos

I nuovi scalzi/crest

La Ridiculosa commedia


21 lug

Roberto Latini

Paradiso Perduto

Gianluca De Rubertis (Il Genio)

Discorsi suonati su Paolo Conte


22 lug

Brigitte Cirla & Sébastien Béranger

Recettes Immorales

Brigitte Cirla & Sébastien Béranger

Recettes Immorales


23 lug

Carlotta Viscovo

Il corpo della Lotta

Gianni Blasi e Vincenzo Pentassuglia

Eco Liquido

A. Renda/ Albe, Ravenna Teatro

NEPHESH


24 lug

A. Renda/ Albe, Ravenna Teatro

NEPHESH

A. Renda/ Albe, Ravenna Teatro

NEPHESH

Atalaya de Musicas

Resistencia Arbórea


25 lug

A. Renda/ Albe, Ravenna Teatro

NEPHESH

A. Renda/ Albe, Ravenna Teatro

NEPHESH

Teatro Koreja

Modugno, prima di Volare

Atalaya de Musicas

Suite Flamenca

immagine di copertina Il fascismo avvelena il sociale

Il fascismo avvelena il sociale

Visioni
di Gigi Mangia

La pandemia causata dal Covid ci sta insegnando lezioni importanti su come la popolazione risponde alla crisi e alla disinformazione e sta cambiando anche il modo in cui gli scienziati studiano i problemi di salute pubblica.

C’è disorientamento, intellettuali che si scherano senza capire e i fascisti che cavalcano il disagio sociale e la paura. Non è da oggi che le forze dell’estrema destra, nelle periferie, cavalcano il disagio della precarietà delle classi popolari. C’è stata prima la lotta per le case popolari, poi il rifiuto per gli extracomunitari, oggi il corteggiamento dei No vax e No green pass. Forza Nuova, dal mese di luglio, ha un giornale online. Il direttore è Giuliano Castellino, il vice di Roberto Fiore, presidente di Forza Nuova dal quale incita la lotta e il rifiuto del vaccino dispensando false informazioni e incredibili fake news.

Non solo. Le forze neofasciste, ricevono finanziamenti dall’estero di oscura provenienza. Ancora, c’è un legame tra le organizzazioni di estrema destra e alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia, i quali hanno utilizzato alcuni loro documenti nelle interrogazioni parlamentari. Il Quotidiano Domani del direttore Stefano Feltri approfondisce e documenta, nelle sue pagine, i rapporti della destra fascista con la destra di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Forza Nuova ha la sede nel palazzo della fondazione di Alleanza Nazionale, ai Parioli a Roma dove, a parole, ha avuto comunicazione dello sfratto. Di fatto, però, rimane sempre li. Non vedere il pericolo, non rendersi conto della gravità politica e sociale delle forze neofasciste da parte di alcuni intellettuali, è il modo migliore per aggravare il problema e complicare il quadro politico.

C’è chi lo fa per opporsi e creare difficoltà a Mario Draghi. Per lui, invece, è molto chiaro il pericolo, lo ha dimostrato con un comportamento esemplare e chiaro. È stato, dopo Prodi, il Presidente del Consiglio a recarsi in visita nella sede della CGL, distrutta dai neofascisti e abbracciare il segretario nazionale Maurizio Landini dando un segnale inequivocabile agli italiani e all’Europa. La nostra Costituzione è chiara nel vietare la formazione di forze politiche ispirate al fascismo. Infatti di sabato 2 ottobre a Roma l’attacco al sindacato e il tentato attacco a Palazzo Chigi sono la volontà evidente di colpire lo Stato e quindi mettere in crisi la democrazia. Basta questo per prendere la decisione di sciogliere e dichiarare contro legge le organizzazioni neofasciste di Roberto Fiore e Giuliano Castellino. Il governo lo può fare servendosi della legge Scelba del 1952 come lo può fare anche la magistratura. Non farlo sarebbe una risposta debole e grave o comunque insufficiente ad evitare che il fascismo continui ad avvelenare le forze sociali. Bisogna evitare che i cittadini che si rifiutano di presentare il Green Pass al datore di lavoro lo facciano per uso politico come potrebbe accadere al porto di Trieste.

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Teatro Koreja

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17, 18 lug

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Il suono della caduta

18 lug

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Dalla Luna alla Terra

Koreja in tournée

immagine di copertina La malaria

La malaria

la malattia della disuguaglianza che fa morire i poveri

Visioni
di Gigi Mangia

Straordinario! È stato scoperto il vaccino per combattere la malaria RTS, S/AS01, grazie alla ricerca scientifica. È un progetto sperimentale, che dà grandi speranze, salva dalla morte molti bambini.

Nell’Africa subsahariana muoiono oltre 500 mila persone, la metà dei quali sono bambini. La malaria, la malattia dei poveri, è diffusa nei
Paesi in cui le popolazioni non hanno la possibilità economica di accedere al cibo, meno che mai alle cure.

 Quando l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha annunciato il vaccino è stato un momento di festa, di gioia, perché i bambini possono essere difesi dalla morte causata dalla malaria. Il vaccino contro la malaria è molto importante, perché finalmente apre la strada a combattere una delle malattie dei poveri. Sono ancora molte le malattie dei Paesi poveri a non avere il vaccino; proprio per questo è interessante la scoperta di questo vaccino perché affronta uno dei temi di sanità che ha messo in crisi il mondo globalizzato.

La malaria è stata una malattia di morte anche per noi nel sud d’Italia, di essa ci siamo liberati negli anni ’70 del secolo passato e forse ci siamo già dimenticati. Oggi possiamo essere contenti perché, grazie alla scienza, possiamo combattere la malattia della disuguaglianza e della povertà ed evitare la morte dei bambini nati poveri. L’OMS, in un Twitter, dice che: ” ogni due minuti un bambino muore di malaria”, per me è troppo anche la morte di un solo bambino. Dobbiamo avere fiducia nei vaccini perché ci sono molte malattie ancora da combattere nel mondo globalizzato.

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17 lug

Teatro Koreja

Come amore Canta

17, 18 lug

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Koreja in tournée

immagine di copertina Barriere di cristallo

Barriere di cristallo

Visioni
di Gigi Mangia

Il 3 ottobre è stata la giornata nazionale dedicata alla memoria dei profughi morti in mare. Fu il 3 di ottobre di 8 anni fa quando al largo di Lampedusa un barcone carico di profughi eritrei prese fuoco. Morirono in 368 e 20 furono dispersi. Fu una grande tragedia che rimane nella memoria.

La cronaca peró continua ancora a raccontare la morte dei profughi annegati nel mare. Il potere si limita a lanciare corone di fiori nelle acque del mare per onorare la morte dei corpi finiti nel fondo del mare senza avere neanche la dignità della sepoltura. L’Europa continua ancora a non avere una politica di accoglienza dei profughi. Si spendono milioni di euro per finanziare il respingimento e consegnare alle dittature la gestione dei profughi.

L’ultima cronaca del 3 ottobre 2021, racconta di una famiglia di profughi scappata su di una piccola barca, portando con sè una pecora: il segno di un fenomeno complesso che declina la geografia sociale dei disperati che scappano dalla guerra. Alessandro Leogrande ebbe coraggio e sensibilità di studio per approfondire il movimento migratorio dei disperati e denunciare le barriere di cristallo degli Stati ricchi, indifferenti alla sofferenza e al grido dei poveri disperati.

Koreja porta avanti la lezione di Alessandro Leogrande, studiando e approfondendo le sue pagine preziose per capire come abbattere le barriere di cristallo dei popoli ricchi, che si rifiutano ancora di avere un progetto di integrazione dei popoli che cercano futuro.

Fa riflettere molto la condanna a 13 anni di Mimmo Lucano, il sindaco del progetto dell’integrazione dei disperati, che ha fatto scuola e ha ispirato la politica dei paesi sviluppati. Le sentenze vanno lette, vanno accettate, vanno rispettate ma vanno anche interpretate. Bisogna capire spesso anche la giustizia che non è sempre attenta a governare il processo sociale del cambiamento in atto. Mimmo Lucano è stato trattato dalla giustizia peggio di un mafioso più pericoloso di un assessore che invece di integrare gli immigrati, gli spara con la pistola come è successo a Voghera.

Nella foto L’approdo. Opera all’umanità migrante di Costas Varotsos

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Koreja in tournée

immagine di copertina Il teatro ritorna

Il teatro ritorna

Visioni
di Gigi Mangia

Dopo l’estate, come l’autunno, ritorna il teatro!

“Ci si sveglia un mattino che è morta l’estate,
e negli occhi tumultuano ancora splendori
come ieri, e all’orecchio i fragori del sole
fatto sangue. È mutato il colore del mondo.”

Versi dalla poesia Mito di Cesare Pavese.

È cambiata l’aria, non c’è più la paura del contagio, il teatro ritorna ad aver l’80% del pubblico in presenza. Per il teatro, il desiderio di avere pubblico è come quello del “parto”, cioè di una nascita che si rinnova, si arricchisce, cresce di emozioni spettacolo dopo spettacolo. La presenza in teatro è forza viva, è respiro di
parole, scambio di corpi, silenzio disegnato dalle e con le emozioni. In teatro ogni Io rinuncia per diventare Noi, per non avere distanza dal palco, per essere comunità coniugata dal pubblico con gli attori. Il teatro è socialità culturale condivisa, è desiderio di crescere e di avere occhi liberi di guardare gli occhi e volti degli altri. Koreja ha progettato la nuova stagione con la volontà di riprendere il cammino con la città, con le famiglie e le scuole, interrotto dalla pandemia e dai sacrifici economici che tutto il mondo del Teatro ha dovuto affrontare. Koreja ritorna, la città è più viva, il colore del mondo è cambiato come dice nella sua poesia Cesare Pavese.

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Koreja in tournée

immagine di copertina Contro la violenza non basta la condanna

Contro la violenza non basta la condanna

Visioni
di Gigi Mangia

Il silenzio, il buio, l’indifferenza. Non vedere la violenza contro gli immigrati, la viltà di girare lo sguardo per non vedere, l’incapacità di non sentire nelle orecchie le grida di dolore, sono atteggiamenti che rendono vane ed ipocrite tutte le forme di condanna, più ancora quelle politiche. Le immagini sui social e le foto sui giornali raccontano quanto sia immorale e violento il respingimento lungo il fiume Rio, al confine tra il Texas e Messico, degli immigrati ricacciati a frustate dagli agenti di polizia a cavallo. Dimostrano l’incapacità e la complicità dei Poteri e delle forze dell’ordine. Si trattava di uomini e donne disarmate con i loro bambini, che cercavano di portare cibo ai loro compagni. Gli agenti li hanno colpiti con le redini dei cavalli e con le corde con odio e disprezzo.

La Casa Bianca si è limitata ad una normale condanna. Può bastare? Può servire per capire? No! Assolutamente no. La cultura del denaro e il privilegio del vantaggio fondato sulla ricchezza, hanno avvelenato le relazioni sociali e hanno svuotato la coscienza morale dai valori imposti in lunghi anni di lotta popolare. Servono ancora le Convenzioni e le Carte dei Diritti ad evitare le violenze e i soprusi dei ricchi verso i poveri?; può l’economia internazionale, fare fronte ai bisogni delle popolazioni affamate? Può essere fermata la ribellione che è diventata onda lunga nel mondo globale? Io credo che ci sia bisogno di cultura ed educazione per conoscere l’uomo e capire i suoi bisogni. Dobbiamo imparare una nuova grammatica sociale che sia libera dal potere imposto dalle religioni e dai pregiudizi del colore della pelle. La rivoluzione morale e civile della libertà nate dall’Illuminismo, oggi risultano essere fuori dal tempo e quindi non possono essere valide per trovare soluzioni politiche nate dal grande movimento migratorio.  La nostra giustizia, la nostra morale, la nostra libertà valgono per pochi popoli, non per il Mondo intero. Il teatro non racconta solo la storia dell’uomo, lo cerca, lo riceve, lo ascolta, lo studia, lo accoglie nella fatica di trovare parole chiare, attraverso cui dare senso e voce al bisogno di rispetto. Perché tutti siamo esseri umani.  Per fare teatro bisogna conoscere l’uomo; serve questo grande impegno e non la semplice condanna. 

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17, 18 lug

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immagine di copertina Dante Alighieri, il poeta amato dal teatro

Dante Alighieri, il poeta amato dal teatro

Visioni
di Gigi Mangia

Tra la notte del 13 – 14 Settembre di 700 anni fa moriva a Ravenna il sommo poeta Dante Alighieri, il padre della lingua italiana. C’è una ragione, che rende attuale e affascinante la Commedia e che troviamo nei primi versi del poema:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!

L’attualità la troviamo in due parole: “la nostra vita” e “la paura”.

Per facilitare la comprensione potremmo rappresentare la Commedia come uno schermo grigio, attraversato da linee di diverso colore, la quali raffigurano le debolezze umane, la fatica per superarle ed, in particolare, l’impegno per oltrepassare la paura. Dante identifica la lotta dell’uomo, la sua guerra contro la lonza, la lupa e il leone. La scrittura diventa, per il poeta, cura terapia dell’inconscio, il luogo oscuro del conflitto delle passioni. La Commedia così, è una meravigliosa biografia del poeta che sente il dovere di fare il viaggio dell’uomo attraverso le sue debolezze ma anche, attraverso le sue capacità di educarsi a raggiungere il bene nel Paradiso, ispirato dall’amore che illumina l’intelletto.

Dante rappresenta, per l’Italia, un punto di riferimento perché realizza un disegno unico rispetto ai paesi dell’Europa trecentesca perché mentre le monarchie nascevano dalle guerre o dalle successioni, l’Italia nasceva dalla poesia e dalla letteratura. Nel primo canto dell’Inferno, il poeta Virgilio si dichiara infatti, lombardo e rappresentante della cultura italica.

Grande fu il progetto di Dante Alighieri per un’Europa politica, unita e senza barriere affidata alla figura dell’Imperatore Enrico VII. La nostra Europa, invece, è ancora divisa in barriere fra gli Stati.

Alessandro Leogrande scriveva che in Europa ci sono le barriere fisiche che dividono gli Stati e le barriere liquide dei mari.

Il teatro e molti artisti onorano il sommo poeta recitando i canti della Divina Commedia. È questo il modo migliore per far vivere al pubblico la bellezza, la musica, l’armonia e la profondità della poesia di Dante Alighieri, il poeta morto in esilio, lontano dalla sua città,  Firenze. 

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immagine di copertina La cultura al buio

La cultura al buio

Visioni
di Gigi Mangia

In Afghanistan, la cultura è al buio: i talebani vietano la cultura, l’arte e sospendono la libertà di stampa. Alle donne è vietato lo sport ed è vietato ascoltare musica e fare arte. Musei e teatri sono chiusi. I talebani impongono la sharia per governare ed è il trionfo e la vittoria dell’Islam. I talebani cancellano i diritti promessi agli Afghani dalle potenze Occidentali. Le cancellerie internazionali si muovono secondo gli interessi economici e geopolitici dei singoli stati e trascurano il tema della difesa dei diritti.

Lo sport, l’arte, in particolare il cinema ed il teatro, sono i più colpiti dalla Sharia. Il teatro vive della creatività dell’Io. L’Io, in teatro, è senza dio, senza sesso, non ha il colore della pelle ed è libero da ogni pregiudizio. I talebani per governare sono obbligati ad emarginare le donne, escluse sia dalla cultura, che dagli studi. Sono costretti a tenere chiusi i teatri e vietare tutte le manifestazioni dell’arte attenta al sociale perché l’Afghanistan, secondo l’ONU, è in una situazione di povertà universale, cioè in una condizione ingovernabile, pronta ad esplodere.

La cultura e gli intellettuali, devono fare quello che la politica non è nelle condizioni di fare: tenere alta la voce sui diritti; documentare la violenza nelle manifestazioni dei giovani Afghani che lottano per essere liberi e per avere un futuro. Prendere iniziative e fare pressioni sul governo per non dimenticare le ottantuno giovani studentesse iscritte alla Sapienza, ma rimaste in Afghanistan, oggi impossibilitate a partire e raggiungere l’Italia. Dobbiamo fare tutto il possibile per non deluderle.

Tutte le Università devono unire la loro voce a quella della Sapienza, per avere più forza, più voce, più ascolto, sia dall’Europa, che dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il quale ha dimostrato fermezza e profonda sensibilità nel difendere e rispettare i diritti e sta adoperandosi mettendo in campo le sue competenze, il suo ruolo istituzionale e tutto il suo prestigio. Dobbiamo scrivere una nuova pagina che servendosi della sconfitta di una guerra, iniziata vent’anni fa dopo l’11 Settembre, si possa davvero liberare il mondo dal terrorismo e dalla sharia.

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Koreja in tournée

immagine di copertina Non sparate più

Non sparate più

Visioni
di Gigi Mangia

Il meridione d’Italia è stato divorato dal fuoco fra luglio e agosto del 2021. Sono andati in fiamme migliaia di ettari, di boschi, pinete e macchia mediterranea. Il paesaggio ha subito gravissime perdite e ci vorranno anni per recuperare. Il territorio è stato ferito dalla mafia, dalla criminalità e dalla speculazione, se solo il 2% degli incendi è avvenuto per cause naturali. È mancata la prevenzione ed è stata carente la lotta nello spegnimento dei grandi incendi. Perdendo 60 milioni di ulivi a causa della Xylella fastidiosa finiti in tronchi di carbone, il Salento ha perso la sua identità e la sua bellezza. Da parco a cielo aperto si è trasformato nel cimitero dei giganti vegetali ridotti in fantasmi bruni e ha perso il verbo della narrazione della terra benedetta dal mare. Anche il mare subisce la violenza della civiltà incapace di rispettare la natura. La grave crisi del clima, il conseguente aumento della temperatura hanno causato la perdita del 30% della Posidonia del fondo marino e il mare ha perso la bellezza dei colori delle sue acque. È diventato acido, malato. La terra, senza gli alberi, è indifesa dal sole, che la brucia e non perdona. La nostra è una condizione estrema di pericolo per l’uomo e per tutta la natura, compresi gli animali. Mi chiedo se può avere ancora un senso la caccia o se invece sarebbe necessaria la sua sospensione, prevista anche dalla legge n. 152 quando ci sono condizioni gravi di crisi ambientali come quella dei nostri giorni. Se i cacciatori amano e rispettano la natura, dovrebbero rinunciare a cacciare i pochi uccelli che ancora sono presenti nelle nostre campagne.

Oggi sparare, colpire gli uccelli, vuol dire uccidere il futuro della terra, che invece ci chiede aiuto, responsabilità e rifiuta la violenza. Rinunciate al fucile e, invece di sparare, leggete i poeti per imparare a vivere in armonia con la natura.

Come suggerisce Mariangela Gualtieri nella poesia 9 marzo del 2020, avremmo dovuto fermarci prima, ma non l’abbiamo fatto. Oggi le condizioni estreme, le temperature a 49° mai registrate prima nel Mediterraneo, ci dicono che dobbiamo avere il coraggio di farlo.

LA POESIA: https://www.doppiozero.com/materiali/nove-marzo-duemilaventi?fbclid=IwAR2Df2jnln_WFj_9kpVX-2ZEFZfAgYtol–L13XhdrBmB5wRzVWSWm4dhRg

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Koreja in tournée

immagine di copertina Da Freetime all’arte visuale <br>Intervista a Gian Maria Cervo

Da Freetime all’arte visuale
Intervista a Gian Maria Cervo

Interviste
di Annarita Risola

Quanto della cultura partenopea a lei cara attraversa i suoi personaggi?

Direi molta, moltissima e non solo nei personaggi, anche e soprattutto negli intrecci. C’è sicuramente la dimensione barocca della cultura napoletana, una dimensione che sta sempre a un centimetro dall’anarchia, anzi, che spesso la tocca proprio. Mi sento un piccolo, piccolissimo, microscopico Gesualdo da Venosa, un piccolo Principe di Sansevero, ma forse sono solo uno dei tanti prodotti della loro
alchimia.

Freetime, scritto in collaborazione con i fratelli Presnyakov, si conclude con: “Vi vogliamo bene, nessuno è responsabile”. Alla luce di quanto sta accadendo oggi in Afghanistan, si sentirebbe ancora convinto di far concludere il suo spettacolo con questa frase?

​La nostra è una battuta provocatoria. Quindi sì, continuerei a provocare il pubblico sulla sua responsabilità. Credo che siamo tutti responsabili, io per primo. Voglio raccontarle questa cosa sull’Afghanistan. Venti anni fa lavoravo alla Deutsches Schauspielhaus di Amburgo come autore in residenza e il collega Roland Schimmelpfennig mi parlò dell’idea di provare a organizzare un Festival di drammaturgia contemporanea a Kabul. Io lo guardai come se stesse scherzando e feci cadere la cosa. Oggi avrei voglia di andare in quella città afghana, che so essere stata vivace e piena di fermenti culturali, a salvare una donna, un ragazzo gay, una persona povera e discriminata. E allo stesso tempo mi dico che ho paura, che non avrei gli strumenti per agire e mi dico anche che la paura è una scusa. Il problema è che siamo animali routinari e questa cosa è il maggiore ostacolo di fronte a una presa di responsabilità. Come drammaturgo mi sento investito del compito di smascherare le routine, ma mi chiedo se questo sia abbastanza.

Freetime, ha una doppia lettura, colta e popolare. Perché usa questo doppio registro? A chi si ispira?

Sono un lettore, uno spettatore e un visitatore onnivoro. Dai maestri dell’arte rinascimentale a Quentin Tarantino, da Virginia Woolf al cinema asiatico, credo di avere debiti di riconoscenza culturale verso molte persone e movimenti. Mi piace coinvolgere il pubblico attraverso l’inserimento di una serie di interessi, anche confliggenti, nei personaggi e nelle vicende delle mie opere. A volte inserisco interessi anche molto lontani dai miei. E mi piace entrare nei mondi dei miei testi mettendomi allo stesso livello dei miei personaggi, dialogando con loro, scoprendo tutto il trash che ho dentro ma senza nascondere la mia ricerca culturale e intellettuale. Altrimenti farei del paternalismo. Spero che questo spieghi questo doppio registro, come lo ha chiamato lei.

Come un quadro in movimento, Freetime, non è solo ricerca della parola ma del corpo. Un corpo che si esprime nelle sue intime esigenze, esasperandole. Perché questa necessità di eccessi?

Perché abbiamo bisogno di guarire i nostri corpi per guarire le nostre città, i nostri paesi,il nostro mondo. L’eccesso può essere la medicina o il segno del disagio. Non sta a me giudicare. Ma è ai limiti, ai limiti della pressione, che si trova un po’ di verità.

Cos’è per lei amorale?

Abbandonare le persone alle loro convinzioni

La storia, l’arte, la scienza, la politica, cosa l’appassiona di più?

L’arte, soprattutto quella visiva, perché è anche politica e scienza. E credo che a volte cambi la storia. Imparo tanto dagli artisti visivi, del passato e del presente, almeno quanto dai colleghi drammaturghi e dai grandi autori.

Ancora in Freetime si dice che nel 2045 l’intelligenza artificiale si farà padrona della vita e bisognerà pagare per il tempo libero… Non le sembra sia già così?

Mi sembra che quello a cui assistiamo oggi rischi di essere solo l’inizio

Crede nell’amore? E nell’amicizia?

Sì, certo. Il problema è che è sempre più difficile esprimerli. Viviamo frazionati, a pezzi. Solo per fare un esempio, a volte proporre a una persona un rapporto a pagamento è più facile che non dirgli o dirle quanto potresti considerarla amica o compagna. Sento anche un grande amore per i miei antenati, per alcuni morti e per alcune figure del passato. Poi mi rendo conto che gestire rapporti con fantasmi sia più facile che non con chi è fisicamente presente.

Il linguaggio che utilizza appare criptato… è così o è solo un gioco ben riuscito?

Mi sento profondamente napoletano ed europeo. E come in qualche modo le dicevo prima,sono nato in una città che ha delle piazze che presentano una concentrazione paurosa di scibile umano (pensi a Piazza San Domenico Maggiore). Mi sento molto legato a queste concentrazioni di energia umana e culturale, secoli e secoli di lotte e di conquiste. Per i miei colleghi americani raccontare un heritage è più facile, si tratta di pochi secoli (naturalmente ci sono culture straordinarie precedenti, che però sono rimaste sommerse e sono difficilmente ricostruibili), possono ricorrere a narrazioni che, se non sono lineari, sono quantomeno dirette. Noi europei dobbiamo ricorrere a sintesi più complesse, abbiamo molto più materiale da affrontare, dobbiamo usare molto di più il segno, come facevano i maestri del nostro Rinascimento. La connessione a questo heritage per un autore è un dovere verso la necessità di ampliare i discorsi. Provare ad ampliare i discorsi è un modo per provare a non abbandonare le persone.

Gian Maria Cervo è drammaturgo, traduttore, direttore artistico e curatore italiano, autore, insieme ai fratelli Presnyakov, di Freetime. Freetime è stato presentato all’interno de IL TEATRO DEI LUOGHI FEST 2021 nell’Ortale dei Cantieri Teatrali Koreja a Lecce; regia di Pierpaolo Sepe.

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immagine di copertina In cenere i luoghi dei poeti

In cenere i luoghi dei poeti

Visioni
di Gigi Mangia

Finisce in cenere il paesaggio del mediterraneo e finiscono in cenere i luoghi dei poeti. A Pescara il fuoco divora la pineta di Gabriele D’Annunzio, nel Salento gli ulivi del poeta Girolamo Comi. La violenza del fuoco distrugge il paesaggio di Vincenzo Ciardo e la campagna diventa un teatro di fantasmi, di tronchi carbone. Va in fiamme “Zante” la famosa Zacinto del poeta Ugo Foscolo e le fiamme distruggono Olimpia, la città degli dèi e la città dei filosofi Atene.

Quasi tutti gli incendi hanno dietro il vento del dolo. A causa della mancata prevenzione e del non sufficiente impegno della politica, agiscono indisturbati i criminali e la mafia. Prevalgono gli interessi della speculazione, a cui si aggiunge il cambiamento climatico; le alte temperature ne certificano la gravità e, quindi, la necessità di un cambiamento radicale dl comportamento dell’uomo. Brucia il Mediterraneo, avanza la desertificazione della terra.

L’aumento della temperatura porterà a vivere condizioni di vita tropicali nelle città benedette dal Mar Mediterraneo. Non è solo un cambiamento del paesaggio urbano e umano, ma è più ancora una perdita dei valori culturali e sociali, in particolare per il teatro dei luoghi in cui la cultura del vivere fuori è fatta per sentire il piacere della natura.

Non servono più le lacrime, ora è il tempo di cambiare e siamo in ritardo. Dovevamo fermarci prima e non lo abbiamo fatto.

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