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immagine di copertina Le parole ci cambiano

Le parole ci cambiano

Diario di un laboratorio-settimana quattro *

Visioni
di Giorgia Cocozza e e Anđelka Vulić

Come un’altalena i sentimenti, in questi giorni, si alternano e contraddicono. Viviamo nella costante ricerca di un equilibrio. Non si parla d’altro alla televisione e probabilmente anche a tavola: la drammatica pandemia e tutte le conseguenze che ne verranno. Può aiutare a sentirsi meglio il concedersi alla lettura di un libro, alla visione di un film, a giochi da tavola, alla musica, ascoltandola o magari approfondendo lo studio di uno strumento approfittando del tempo a disposizione. Tutto questo aiuta a distrarsi, a distogliere un po’ l’attenzione dall’ invadente Presente dell’ultimo periodo. In verità, il Presente dovrebbe sempre esserlo. Invadente. Dovremmo sempre occuparcene molto. Ma, invece, troppo spesso, tergiversiamo nei ricordi o ci culliamo riponendo troppa fiducia nel domani. Come non mai, probabilmente, oggi siamo presenti nel presente. E forse, dopotutto, è una sensazione positiva quella di sentire di esserci veramente nel tempo in cui si è. Quello ci tocca. Il tempo che c’è adesso. Rimpiangere tempi andati e aspirare a quelli che verranno, ci contraddistingue da sempre. Ma cerchiamo di sentirci vivi ora. Anche tappati in casa. Tempi migliori verranno. Ma viviamo pienamente anche il dubbio, l’attesa, il sacrificio, la tristezza, la malinconia. Guardiamo fuori dalle finestre, lasciamo che la luce primaverile avvolga lo sguardo e guardiamoci sempre dentro. In questo tempo sospeso e in qualsiasi tempo verrà dopo, cerchiamo di esserci, di sentirci vivi, pieni, spontanei, onesti, solidali. Condividiamo i pensieri e le domande.

DISTRAZIONE, 1 aprile 2020

In questo periodo si
sente molto il bisogno di “uscire” per distrarsi dai problemi dovuti al
Coronavirus. Ma l’unico modo che abbiamo è quello di portare almeno le nostre
menti fuori da questo incubo. Ludovica

Molte volte quando
parliamo di distrazione pensiamo a qualcosa di sbagliato ma in realtà è
semplicemente un modo per avere una pausa da ciò che facciamo. Valerio

Per me equivale al
cellulare. Un oggetto tramite cui potrei imparare ogni cosa, ma con cui finisco
solo per sprecare tempo. Giulia C.

Certe volte la
distrazione pone attenzione. Giovanna

In questo momento per me una distrazione fondamentale è lo studio grazie alla didattica a distanza. Chiara S.

Un
sentimento che può provocare piacere e può provocare disgrazie. Tutti vorremmo
distrarci da qualcosa che ci provoca emozioni negative ma non sempre distrarci
da qualcosa è la soluzione. Antonio

ALTALENA, 2 aprile 2020

Quando mi capita di
salire su un’altalena ritorno bambina perché ricordo la sensazione di volare
che provavo quando papà con una semplice spinta mi faceva andare in alto.
Ludovica

Sin da piccola ho sempre amato l’altalena, il lasciarsi dondolare con il vento che ti accarezza il viso quando vai in alto e il cuore in gola quando torni giù. È bellissimo andare su e giù, su e giù, anche se ad un certo punto desideri tornare con i piedi per terra. Chiara S.

Trovo
che l’altalena sia la migliore metafora della vita, la spinta verso il futuro è
il brivido di tornare indietro. Valerio

CONDIVISIONE, 3 aprile 2020

La cosa più bella
che noi facciamo a teatro. Condividiamo sogni, emozioni, pensieri, esperienze.
Condividiamo noi stessi. Giulia C.

Condividere
sentimenti, emozioni, oggetti, qualsiasi cosa. Significa voler far sentire a
qualcuno ciò che proviamo noi. Condividere. Giulia M.

Per
me la condivisione è un momento meraviglioso durante il quale una persona,
relazionandosi con un’altra, trova piacere nel dividere insieme un momento di
vita. Ludovica

DOMANDA, 4 aprile 2020

Qualcosa che spesso
noi esitiamo a fare. Anche se probabilmente nessuno ci giudicherebbe per averla
fatta, noi spesso preferiamo tenerci dentro i nostri dubbi per paura di
risultare ridicoli agli occhi degli altri. È anche per questo che viviamo con
molti dubbi intorno che vogliamo o pensiamo di poter risolvere da soli. Giulia C.

In questo periodo
buio ci poniamo sempre delle domande alle quali purtroppo non sappiamo darci
una risposta ben precisa. Non sappiamo se e quando vedremo un bagliore di luce
in fondo al tunnel. Ci chiediamo: “Quando terminerà questo incubo? Riusciremo
in qualche modo a riprendere i ritmi di quella vita frenetica che un tempo
conducevamo?”. Ludovica.

A volte non vogliamo
porci o porre domande per paura delle possibili conseguenze. In questo periodo
preferisco evitare di fare domande perché sono consapevole che le risposte non
saranno delle migliori. Aspetteremo tutti finché un giorno, alla domanda “è
finito?” si risponderà “Sì”. Lucrezia

La curiosità e la voglia di conoscere porta a fare tante domande. Ora la mia domanda è: quando ritorneremo alla vita? Chiara S.

Un
dubbio su qualcosa che non conosciamo e che ci fa paura e di conseguenza
vogliamo capire ciò che è. Valerio

TAVOLA, 5 aprile 2020

Penso a quei momenti
felici e spensierati passati in compagnia dei miei parenti. Il bello di
radunarsi la domenica a casa di mia zia per consumare il pranzo, il bello di
ridere e raccontare le tue giornate a scuola e giocare con i cugini. Purtroppo
a causa di questa pandemia da Coronavirus nessuno è mai venuto a trovarci. Mi
mancano un sacco quei momenti felici passati in compagnia. Tuttavia spero che
un giorno potrò rivedere tutti i miei amici e parenti. Ludovica.

Un luogo in cui ci
si riunisce per ritrovare un legame che durante la giornata si allenta. Valerio

Che bello mettersi a tavola! Non è solo un momento per mangiare, ma anche per rilassarsi e per parlare. Chiara S.

EQUILIBRIO, 6 aprile 2020

È quello di
mantenere stabile un rapporto tra due persone o più sulla corda tesa della
vita. Ludovica

Una volta raggiunto un certo equilibrio si riescono ad affrontare anche le situazioni più difficili. L’equilibrio consente la sopravvivenza. Chiara S.

PRIMA, 7 aprile 2020

Prima che arrivasse
la quarantena conducevo una vita serena fatta di impegni. Ora come ora, i
giorni sembrano essere infiniti. E prima che accadesse tutto questo, le cose
che sembravano scontate, ora hanno assunto dei valori inestimabili. Ludovica

Oggi pensando al
prima è impossibile non capire quanto fossero importanti alcune cose e non farsi
venire da piangere riguardandole. Valerio

Il prima di un mese fa era una quotidianità scontata e sicuramente poco apprezzata. Ora quel prima rappresenta un ritorno ad una quotidianità tanto aspettata e desiderata. Chiara S.

*Pratica in Cerca di Teoria under 17 – esperimento di laboratorio a distanza per la costruzione di pensiero.

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immagine di copertina Noi siamo oggetti familiari

Noi siamo oggetti familiari

Parole scelte del Liceo "Virgilio - Redi " di Lecce

Visioni
di Giulia Falzea

Sono esistenze quotidiane che si ripetono sempre uguali. svegliarsi, forse non togliersi neppure il pigiama, dedicare la maggior parte del tempo alle videolezioni e alle serie su Netflix. Gloria, Alessia, Irene, Martina, Benedetta e Marina mi concedono un’ora a settimana del loro tempo scandito a piccole porzione di vita. Che a sedici anni dovrebbe essere fuori di casa. E invece, “Bisogna resistere”, come mi dice Irene, che è più adulta dell’età che ha. E bisogna circondarsi di oggetti che sono familiari e rassicurano e non spaventano e significano il dentro e il fuori, il prima e il dopo. E bisogna farsi oggetti, per essere rassicurati e non spaventarsi. Per questo terzo incontro via MEET con le ragazze del “Virgilio Redi” di Lecce ho scelto una poesia di Amelia Rosselli, poetessa ed etnomusicologa Italiana, _C’è come un dolore nella stanza da “Documento” (1966-1973)._ Ho chiesto alle ragazze di sceglierne un verso, farlo proprio, poi scegliere un oggetto quotidiano e a partire dal verso scrivere cosa significa l’oggetto per loro. Infine usare il corpo, il volto, per farsi oggetto. Per appartenersi, per ricordarsi di essere vive, come le loro voci, che secche, senza artefatti si rileggono e si guardano.

I volti:

Il testo:

Èd è superato in parte perché mi sento libera È superato
in parte:

Ma vince il peso degli oggetti,

Il loro significare e

Aggrappata – non più al collo –

Riscalda solo gli altri cappotti,

La mia sciarpa.

Il loro significare peso e perdita,

come le violette che mi raccoglieva sempre il nonno.

Il loro significare peso e perdita,

come la grande giacca grigia di mamma che mi abbraccia
prima di dormire Comprato in luoghi che non voglio ricordare e ogni volta che
lo guardo, lui mi guarda, sbattendomi in faccia tutta la verità Come nulla
posso sapere della tua fame pigiamino mi ricorda la mia cameretta d’inverno
Come nulla posso sapere della tua fame queste foto mi ricordano il mio passato
i miei genitori e la mia casa Può ben situarsi un rovescio di un destino, cuore
rosa scrigno dei miei segreti, la mia acqua dalle mille fragranze che profuma
di libertà Di uomini separati per obliquo rumore è come se li toccassi con mano
mi fa percepire la loro presenza mi ricorda che sono più vicini di quanto io
possa pensare

Le voci: https://soundcloud.com/koreja/noi-siamo-oggetti-familiari

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immagine di copertina La crisi può essere una opportunità

La crisi può essere una opportunità

Visioni
di Gigi Mangia

Il tema è: come uscire dalla crisi del nostro tempo e quale uso fare del passato.

Ci lega la musica e il teatro e ci accomuna il pensiero. Ci unisce la creatività dell’arte, che ci motiva e ci orienta a scoprire le parole da usare come le chiavi per aprire la porta dove trovare le risposte al nostro come.  Per superare la crisi bisogna ripensare, più ancora, di costruire i pilasti del sistema: il clima e la salute, il lavoro e la distribuzione della ricchezza; promuovere il passaggio dall’ Io individuale consumatore, a quello sociale educato all’ ascolto dell’altro. Bisogna uscire dai principi secondo cui si produce dove costa di meno, per favorire un modello ecosostenibile come risposta allo spreco di risorse. Il coronavirus non è solo una pandemia, perché è una rivoluzione che cambierà la globalizzazione. Nella poesia vive la memoria del futuro, nei borghi antichi vive e resiste la cultura del passato. I volti e i luoghi della terra, propositivi, mantengono vive le tradizioni. La terra umida, nel suo colore marrone, fa sentire i suoi profumi. I gerani sui balconi e sulle terrazze invitano a guardare “la luna coi capelli corti ghiotta d’anguria” del poeta Vittorio Bodini. Il paesaggio del pensiero scopre la meraviglia dei 5 sensi in quella mappa emotiva, che il camminare lento porta a scoprire la terra e ad amare la natura. Per vincere la guerra contro il virus bisogna tornare ai borghi e trovare la bellezza che abbiamo trascurato. Caro Papa Francesco, tu hai ragione a dire che dopo l’epidemia non sarà tutto come prima, proprio per questo dobbiamo dire quale futuro vogliamo frequentare.

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immagine di copertina Note ai margini di un laboratorio teatrale

Note ai margini di un laboratorio teatrale

Il ritorno a casa

Visioni
di Emanuela Pisicchio

A dicembre ho cominciato un laboratorio teatrale con un gruppo di ragazzi e ragazze del Liceo Linguistico Virgilio-Redi di Lecce.Nella palestra del liceo ci sono Martina, Cristina, Beatrice, Simone, Giulio, Gaia e Claudia. Camminiamo insieme, come facciamo sempre all’inizio di un nuovo lavoro. La luce nella stanza è fredda. E il freddo si sente anche sulla punta delle dita. Ma camminiamo, guardandoci con un piccolo sorriso obliquo. Con gli occhi arresi e curiosi. E il passo svelto, vivo. Camminiamo e in un attimo siamo un corpo solo, un respiro unico, un’unica coscienza fatta di sguardi diversi. Qualcosa è accaduto. Possiamo cominciare.Il tema del nostro lavoro è “Il Nostos di Ulisse” e le due parole che guideranno il nostro viaggio sono nostos e oikos. Sono suoni aspri eppure carichi di immensa dolcezza. Il ritorno e la casa. Il tornare a casa. Ci incontriamo ogni lunedì. E la prima isola che conquistiamo è la nostra casa. La costruiamo pezzo per pezzo, ognuno con le sue parole, ma a occhi chiusi. Quella che segue è la casa costruita da Martina, Cristina, Beatrice, Simone, Giulio, Gaia e Claudia.

La mia casa è calore e saggezza. Fine della nostalgia.

Espansione, mancanza. Mi batte forte il cuore, penso al mio
paese. Apro le braccia e il petto. Ma a me non viene in mente casa mia.

Penso alla mia casa e sento mancanza. E serenità.

Ricordo:

il cane sul letto che dorme,

il sole del tramonto sulle case abbandonate, l’erba secca,

una televisione accesa, mia madre che beve il caffè,

un libro di matematica sul tavolo,

il sentiero del boschetto vicino al lago,

le ombre dei pullman sul muretto,

delle figure sul balcone di casa,

un camino acceso,

luce, spiragli, aperture,

il tè alla cannella sul tavolo, appena uscito dal microonde,

mia madre, il profumo dalla cucina del minestrone,

la luce bianca che attraversa la tenda mentre studio
matematica,

gli alberi di fronte alla panchina, accanto all’hotel dove
qualcuno fa colazione,

il mio cane che sbatte la coda e fa un rumore preciso. Quel
rumore lì.

il libro di Aghata Christie,

mia nonna che bastona il mio cane per aver dormito sul letto,
mentre lei guardava la televisione.

mia madre che scrive un nuovo racconto.

Apro le braccia e il petto.

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immagine di copertina Le parole ci cambiano

Le parole ci cambiano

Diario di un laboratorio- settimana tre*

Visioni
di Giorgia Cocozza e Anđelka Vulić

Cari ragazzi, secondo voi, cosa sta cambiando in queste settimane? Come sarà il futuro? Ci chiedono di restare a casa, tra le mura domestiche, e aspettare. Forse questa “imposizione all’attesa” ci aiuterà a diventare più pazienti, a rallentare, ad essere meno frenetici e superficiali, quindi ad aderire meglio agli eventi e ai sentimenti, a fare ordine tra i pensieri, i libri, i cassetti, i vestiti… Forse, dopo l’attesa, sapremo meglio godere della libertà a cui eravamo abituati, forse riusciremo ad assaporare meglio ogni giorno. Forse ogni giorno lo vivremo come fosse il sabato del villaggio, felici e speranzosi della pace e il riposo della domenica. Impariamo ad essere resilienti. La definizione di resilienza sul dizionario è questa: la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Attutiamo l’urto! In psicologia: “la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti”. Sapremo risollevarci. Continuiamo a crederci, a sperare, a riflettere.

FUTURO, 25 marzo 2020

Aggrapparsi alla
speranza di un domani prevedibile, continuando a credere che non possa essere
sconvolto da un battito d’ali di una farfalla. Giulia P.

Il futuro è il
destino, ciò che dovrà succedere, solo che in questo periodo il futuro di molte
persone è improbabile. Giorgio

Mentre sto qui a
scegliere il mio futuro, il futuro è davanti a me e mi tende la mano. Marco

Un mistero, a volte
fa anche paura. Le persone si chiedono cosa ne sarà di loro, quando spariranno
i loro dolori, quando saranno felici, ma solo il destino lo sa. Sofia

Tutti vorremmo
conoscere il nostro, ma il nostro viaggio non si compirebbe se conoscessimo già
la meta. Giulia C.

La nostra ansia non
proviene dal pensiero del futuro ma dal desiderio di controllarlo. Emma

Troppo spesso ci
facciamo domande come “da grande che farò?” oppure “cosa succederà?”. La verità
è che bisogna godersi il momento, bisogna godersi il presente. Il futuro, per
ora, non ci deve importare perché bisogna vivere ogni secondo come se fosse
l’ultimo. Lucrezia

Il futuro è
presente, un presente più lontano. Dobbiamo costruire il nostro presente: solo
in questo modo si avrà un futuro. Giulia M.

Non sappiamo per
certo cosa ci aspetta ma quello che è certo è che la parola “FUTURO”
oggi vuol dire speranza. Ludovica

Personalmente fa
paura pensare al futuro perché se qualcuno pensa troppo al futuro si aggrappa a
qualcosa che potrebbe non avverarsi e quindi tralascia il presente che è la
cosa più importante. Antonio

Mi interessa molto
il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita. Giovanna

Non cercare quel che
di secondo in secondo ti raggiunge. Stefano

Tutto ciò che è
ignoto ma con cui convivremo a vita. Valerio

Il futuro è sempre un’incognita, ma nonostante tutto bisogna lottare per costruirne uno migliore. Chiara S.

ATTESA, 26 marzo 2020

Siamo tutti in
attesa…. Ci hanno messo in: “stand by” aspettando che in
televisione qualcuno ci dica: “È finita. Potete tornare alla vita di
sempre”. Ludovica

Viviamo di attese,
aspettiamo solo l’attimo, con il vento a favore, per spiegare le ali e prendere
il volo. Giulia P.

Per qualsiasi cosa
c’è una attesa da rispettare, e molte persone non riescono a rispettarla. Marco

Ciò che rende
speciale qualcosa, raffinandone il valore a seconda del tempo passato. Valerio

La vita è un’attesa
tra un passo e l’altro. Giovanna

Questa parola non mi
piace molto, perché non amo attendere. L’attesa mi mette ansia e mi fa
innervosire.  Chiara Stigliano

Io vedo l’attesa
come un momento in cui ti fermi e pensi. Pensi a tutto, alle cose felici e alle
cose tristi, pensi e basta. Lucrezia

Tutto
si ferma, il tempo non si muove, passano tante cose per la testa, i pensieri
scorrono veloci. Giulia M.

Mette
ansia, può essere causato da qualsiasi cosa, è come una suspence, mette
curiosità. Sofia

MURI, 27 marzo 2020

Il pensiero dei muri
mi riporta all’idea della prigione dove l’individuo si trova rinchiuso e non ha
la possibilità di uscire come sta succedendo oggi a causa del Coronavirus.
Ludovica

Pareti,
dove la libertà viene intrappolata, dove solo da una porta puoi uscire. Però in
questo periodo, rimanere chiusi in quattro pareti fa sentire in galera e pensi
sempre a quando tutto questo finirà. Sofia

A
volte proteggono le persone e, in queste situazioni, sono necessari. Altre
volte però sono delle barriere che noi creiamo per delle cose che preferiamo
lasciare in sospeso al posto di affrontarle. Giulia C.

I muri possono sembrare a volte insormontabili ma tutto si può abbattere con il coraggio e la voglia di non lasciarsi soccombere. Chiara S.

LIBERTÀ, 28 marzo 2020

Qualcosa per cui
lotti, perché vuoi essere te stessa. Ma che alla fine non avrai mai
completamente. Questo perché gli uomini si sono dati delle regole di vita, di
routine, che tu devi seguire perché hanno deciso che si vive così. Giulia C.

Quel senso di
vittoria che porti dentro finché non esplode e inizi a sentirti più leggera. La
miglior sensazione credo sia proprio questa.  Lucrezia

Anche se a volte il
vento non ti permetterà di volare, troverai sempre un momento per spiegare le
ali. Giulia P.

Che cos’è la
libertà?  Per me, significa tutto. Quando
penso alla libertà immagino una persona che sogna di spalancare la finestra e
spiega le ali, volando felice nel cielo infinito. Ludovica

La libertà è un po’
come l’aria ne comprendi il valore solo quando inizia a mancare. Valerio

La libertà è una
cosa che abbiamo in molti, ma che anche molti non hanno, alcune persone in una
parte del mondo, ora, vogliono scappare dai propri padroni, non vogliono essere
più schiavi, mentre adesso tutti non siamo liberi, perché siamo nelle nostre
case, ci sentiamo bloccati! E in effetti, ho fatto anche amicizia con i mobili
di casa mia! Giorgio

Una parola che porta
dietro di sé anni di battaglie, lotte, dimostranze, manifestazioni ed è
considerata uno dei principi massimi dell’uomo. Giovanna

Nessuno ci potrà mai privare della libertà: è un diritto inalienabile. Chiara S.

DOMENICA, 29 marzo 2020

La domenica è
l’ultimo giorno della settimana dedicato al riposo, al divertimento, e certe
volte, anche allo studio. Ma oggi stando tutti a casa, sembra che ogni giorno
sia domenica. Ludovica

Un giorno speciale,
dove poter stare tutti insieme: la famiglia riunita, gli amici… Ora però, in
questo periodo di tensione, si è trasformato in un giorno qualunque. Lucrezia

La domenica è un
apostrofo d’ansia fra le parole “sabato” e “lunedì”. Giovanna

Per alcuni un
semplice giorno della settimana, per altri un giorno di riposo, ma ultimamente
è un giorno come un altro. Antonio

Il giorno in cui
devi fare tutti i compiti che non hai fatto sabato sera. Giulia C.

Riposo, messa, casa dei nonni, passeggiata…  Era così fino a poco tempo fa e ora mi manca molto. Chiara S.

Una
pausa della settimana che riesce a farci capire quanto sia importante la calma.
Valerio

RESILIENZA, 30 marzo 2020

La mia resilienza, presente
per tante avversità della vita, si azzera nel momento in cui mi confronto con
la morte di una persona a me cara. Ludovica

Di fronte ad un incubo quale quello che stiamo vivendo in questo momento fondamentale è la resilienza di ognuno di noi, la forza di opporsi a tutto ciò e a voler andare avanti a tutti i costi. Chiara S.

ORDINE, 31 marzo 2020

Quando non accade
nulla di nuovo. Giulia C.

Questa parola può
sottintendere quel bisogno che si ha ad un certo punto di riorganizzare la
propria vita mettendo le cose al loro posto. 
Per altri versi, invece, l’ordine può essere sottinteso come il
compimento di qualcosa che ci viene imposto spesso per il nostro bene, come, in
questo caso, è un ordine rimanere in casa.  Ludovica

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immagine di copertina La nostalgia del tornare

La nostalgia del tornare

Parole scelte del Liceo "Virgilio - Redi " di Lecce

Visioni
di Giulia Falzea

LA VOCE

Guardo i volti di Aurora, Fabiana, Benedetta, Federica, Irene, Marina, Giada, Martina e Piera e mi sembra di leggere nei loro occhi qualcosa che non è più solo stanchezza e voglia di uscire come delle ragazze di sedici anni dovrebbero fare fino alla nausea. Leggo la malinconia delle cose semplici, quotidiane, quelle delle quali si lamentano. La vita piatta di provincia, i bar, la scuola. E allora mi metto in testa che le loro voci si devono sentire. Che non devono solo essere la massa informe di ragazze che seguono le lezioni on line e fanno compiti e interrogazioni, materiale per statistiche ed economisti. Hanno volti, hanno storie, hanno voci. Continuiamo ancora a riflettere sul tema dei nostri incontri, la nostalgia del tornare. Ho chiesto loro di scrivere cos’ è in questo questo momento la nostalgia. Mi hanno scritto lunghi testi, oppure niente. Così in quell’ ora che ci concediamo ogni martedì da due settimane, dò loro il tempo di affinare il senso di nostalgia in cinque frasi. Condensare tutto il sentire in questo modo. Non paga, penso che la voce sia uno strumento, al di là della potenza degli strumenti tecnologici. E così invento un bordone di voci, chiedo loro di eseguirlo e di leggere in ordine quello che hanno scritto. Le registro con il telefono. Questo è il piccolo componimento che, miracolosamente, ne viene fuori. Immodestamente mi viene in mente un brano di Bjork: All is full of love.

Ed è proprio così, nella distanza, nelle voci rarefatte,
nel sole dietro ai vetri, tutto è pieno d’amore.

Questo il pezzo letto e scritto:

_Come se stessi annegando nel lago di lacrime che tu
stessa hai creato.

Mi manca la me del sabato sera. Perché lei è una delle
tre cose più importanti della mia vita. Perché lui è così. Mi mancano le
farfalle nello stomaco quando lo vedo, e la mia più grande paura è di non
sentirle mai più___

_ _

_Nostalgia è il profumo dei tuoi capelli, la mia canzone
preferita a tutto volume e i tuoi occhi grandi. Il tuo sorriso che mi da
sicurezza e mi fa sentire a casa.Sono anche ora a casa ma se tu non ci sei non
la sento casa mia. Siamo passati dalla distanza di un respiro a quella di un
metro. Mi mancheresti anche a quel metro di distanza. La mia nostalgia più
grande sei tu___

_ _

_Mi manca  la mia
nonna,  la sua camicia da notte con i
cuoricini rosa sa di torta alla mela. ___

_il mio nonno,  il
suo sapere è qualcosa di unico e raro, mi manca la scuola e  mi manca la nostra panchina del cuore, è una
semplice panchina marrone ___

_ _

_Mi sento come in una bolla che con la minima distrazione
potrebbe scoppiare. Ora sto capendo l’importanza di cose che davo per scontato:

un bacio, un abbraccio o anche un semplice gioco di
sguardi. Mi mancano le risate con i miei amici, la mia famiglia…Ma sto
scoprendo anche tanti nuovi passatempi___

_ _

_Quello che manca di più è la semplicità delle piccole
cose, un abbraccio o un sorriso, per questo proviamo nostalgia dei giorni in
cui tutto questo era possibile. Condanniamo l’arte di essere felici come se un
giardiniere non si fida del piccolo seme e per questo decide di non curarlo.
Dimentichiamo di prenderci cura di noi stessi come esseri viventi, chiamati
ogni giorno a essere vivi, invece di accontentarci della ripetizione dei giorni
senza gioia.___

_ _

_Ci sentiamo come cocci di un vaso rotto, dispersi___

_Eppure ritorneremo insieme per davvero ___

_Sarà bellissimo stringerci forte___

_Riscoprire la magia di un contatto ___

_E imparare ad apprezzare ciò che avevamo___

_ _

_La nostalgia è un dolore strano, che a volte cessa e
dopo un po’ di tempo ritorna, mentre a volte lo portiamo con noi per sempre,
potrebbe essere causata dalla persona che non puoi avere al tuo fianco, dal
ricordo delle cose passate , la nostalgia di casa, di una persona che non c’è
più , ma qualunque cosa sia è un’emozione e le emozioni vanno vissute fino
infondo, perchè fanno parte della vita___

_ _

_La nostalgia per me è un’ansia che mi assale ogni giorno
ormai ,mi fa paura. Ho paura che la felicità non torni più,___

_mi manca abbracciare i miei migliori amici, mi manca il
bar Astoria che io chiamo casa e mi manca Tonio il barista più simpatico e
pigro che possa esistere, insomma mi manca la mia vita___

_ _

_Torneremo ad abbracciarci, a stringerci la mano, ad inalare i profumi del mondo. Torneremo ad ammirare il sole, di nuovo, in questo cielo spento dove non si distingue più il suo azzurro e il bianco delle nuvole. Torneremo a vivere, dove la luce, complice, tornerà ad accarezzare i nostri sorrisi.___

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immagine di copertina Giornata internazionale del Teatro

Giornata internazionale del Teatro

Visioni
di Gigi Mangia

Oggi è la giornata internazionale del Teatro istituita a Vienna nel 1961. I teatri sono chiusi e quindi non c’è festa. Teatro Koreja è chiuso, sono sospese le attività. Solo il vecchio carrubo rimane attivo guardiano del Teatro a sfidare i venti di scirocco. La città è ferma, non ci sono rumori, le strade sono semi deserte. Il silenzio è congelato, non si sente neanche il respiro che rimanere sbarrato nelle case. Il Teatro vive della gente e tornerà a vivere. Tutti insieme toglieremo dal palcoscenico la polvere del tempo sospeso e il Teatro tornerà a raccontare la vita che ci appartiene

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Diario di un laboratorio – settimana due*

Visioni
di Giorgia Cocozza e Anđelka Vulić

Cari ragazzi, come è cominciata questa seconda settimana in quarantena? Un’antica leggenda narra che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita. Quando potremo riabbracciarci? La percezione del tempo è così diversa in questo periodo. Potersi incontrare in un abbraccio è un grande privilegio. Forse, lo scopriamo solo adesso che ci viene negato. Nell’abbraccio sapremmo dirci tante cose e, probabilmente, lo faremmo meglio che con le parole. Il “teatro” lo si può fare solo insieme agli altri; il teatro è contatto, è respirare insieme, è abbracci, lacrime e risate, qualche volta il teatro diventa anche famiglia, sempre è condivisione e ascolto, è una finestra aperta da cui sbirciare l’animo dell’Uomo. I canali social e la televisione, sono, invece, finestre sul mondo ancora più importanti in questo momento… grazie a questi strumenti possiamo restare in contatto da lontano. Coraggio e tanta pazienza! Riflettiamo su altre parole, anche questa settimana.

QUANDO, 19 marzo 2020

Un’espressione che
indica il tempo. Il tempo è una cosa preziosa e in questi giorni ne abbiamo tanto
per fare molto. Giorgio

Pensando alla parola
“quando”, come quando in autunno cadono le foglie, è tutto secco e
confuso. Quando? Un futuro indeterminato. Lucrezia

Viviamo per degli
obbiettivi e degli step, la mattina ci alziamo dal letto e pensiamo a qualcosa
che avverrà in futuro, al prossimo step, e così la vita ci pone una continua
domanda: quando…? Giulia P.

Siamo in continua
ricerca di qualcosa e desiderosi che qualcosa accada, prima o poi, in un
momento sconosciuto a noi. Giulia M.

Un’espressione usata
per capire quando sarà il momento che ci serve, ma non sempre quel momento arriva.
Valerio

Aspetto il momento,
l’occasione, l’attimo, il quando. Marco

Il momento in cui si
è interrotto qualcosa o qualcosa sta per iniziare. Giulia C.

Una domanda assai
curiosa… La utilizziamo spesso per immaginare cose belle, per pensare a cose
brutte, per immaginare il nostro futuro. Personalmente lo uso per fissare degli
obiettivi che nel futuro mi appagheranno. Antonio

Mai come in questo periodo mi domando: quando il sole ritornerà a spendere? Chiara S.

È
una domanda o una affermazione? Esprime felicità o tristezza? Un tempo
indeterminato? È una parola misteriosa che molte persone ripetono in
continuazione senza darsi una spiegazione, con ansia e sempre più voglia di
scoprire. Sofia

PRIVILEGIO, 20 marzo 2020

I privilegi possono
essere piccoli doni che una persona conserva nel proprio cuore.

Un esempio di
privilegio è stare insieme con gli amici, il privilegio di abbracciare una
persona per darle conforto, il privilegio di condividere opinioni e idee, oppure,
perché no, ricevere regali da una persona che non ti aspetti. Ludovica

Il libero arbitrio è
un privilegio donato agli uomini da Dio; ciò che gli angeli non possiedono.
Giovanna

Il privilegio è un
vantaggio particolare di cui gode una persona, c’è chi lo sfrutta al meglio,
c’è chi lo sfrutta in maniera sbagliata. Lucrezia

Il privilegio è un
bene che non va sprecato. Ad esempio, un privilegio è avere una casa. Qualcuno
non ce l’ha una casa. È un privilegio avere cibo, acqua e tanto affetto dalla
nostra famiglia. I privilegi non vanno dati per scontati, perché nel mondo
esistono persone meno fortunate di noi. Giorgio

Tutto ciò che ci
avvantaggia in qualche modo, diversificandoci dalla massa. Valerio

L’esclusività per
abbattere chi vuole raggiungerla. Stefano

Qualcosa che ci
avvantaggia rispetto agli altri, qualcosa che ci spetta dalla nascita o che ci
guadagniamo attraverso il nostro cammino. Marco

È qualcosa che hanno
tutti in qualche modo. C’è chi ha un privilegio rispetto a qualcun’altro e
scommetto che tutti vorremmo un qualche privilegio. Antonio

“Amare ed essere amati”, questo è il privilegio più importante. Chiara S.

Ce
ne sono tanti e non sono uguali per tutte le persone. La maggior parte delle
volte nemmeno siamo consapevoli di averli. Non riusciamo nemmeno a contarli, ma,
se fossimo più attenti, potremmo iniziare a contarli dalla mattina, quando ci
svegliamo in un letto caldo. Giulia C.

Viene
donato da Dio. Come i difetti, ognuno di noi ne ha alcuni, basta solo scoprirli.
Sofia

FAMIGLIA, 21 marzo 2020

La famiglia per me
significa tutto. L’unità di tante persone che si amano e che condividono
qualsiasi cosa, si scambiano le battute, ti consolano nei momenti tristi, ti
motivano a fare sempre meglio, sono sempre pronti ad aiutarti quando c’è una
necessità. La famiglia è il mio rifugio, una piccola casa in cui ci sono le
persone a cui voglio bene: mia mamma, mio papà, le mie sorelle e i miei
fratelli. La famiglia è la mia forza. Ludovica

Molti la descrivono
come un gruppo di persone, la verità è che non è assolutamente un gruppo di
persone, la famiglia è amore, unione, forza… ci sono tanti aggettivi per
poterla descrivere ma nessuno racchiude a pieno tutte le caratteristiche di
essa. Lucrezia

La famiglia è un
pilastro insostituibile sul quale si basa la nostra società. Per la maggioranza
degli italiani la famiglia è uno dei punti di riferimento più importanti il cui
impatto definisce i valori, il carattere e i comportamenti di tutti noi.
Giovanna

Ormai la famiglia
non è più unita. Non ci si parla più, non si interagisce e si diventa sempre
più distaccati. Ma la famiglia serve a darti supporto morale e fisico. Se c’è
qualcosa che non va, a chi lo racconti? Alla famiglia! Quindi la famiglia è
tutte queste parole messe insieme: affetto, amore, tristezza, aiuto, felicità.
Ed è per questo che la famiglia è troppo importante per ognuno di noi. Giorgio

Persone che si
vogliono bene e si prendono cura l’uno dell’altro. Un equilibrio che tutti
vorremmo si mantenesse per sempre.  Non
so come mai le famiglie si comportano così, nessuno è obbligato a fare nulla
per l’altro, ma tutti vogliono fare qualcosa per gli altri e lo fanno senza
pensarci. Non è un legame di sangue, non è un’amicizia, sembrano esserci delle
regole immutabili che però nessuno impone all’altro. Non riesco a definire
davvero cos’è una famiglia, ma è un qualcosa che percepiamo tutti noi. Giulia C.

L’unico legame che
non potrai mai spezzare: possono passare mesi, anni, decadi senza che tu veda
chi ti ha cresciuto o chi ti abbandonato, poco importa. Il sangue non
rinnegherà mai le proprie radici. Stefano

La famiglia è il mio posto sicuro, il morbido cuscino dove fare sonni tranquilli. Chiara S.

Quella vera, l’unica
che ha un legame che non si spezzerà mai, ti proteggerà, potrai fidarti di
essa, come una fortezza di cuscini che crolleranno pur di proteggerti. Giulia
P.

La famiglia è dove
la vita inizia e l’amore non finisce mai. Emma

La famiglia è
qualcosa in cui ci si sente a proprio agio e ci si può fidare l’un l’altro,
sempre. Giulia M.

Un
insieme di persone che si amano reciprocamente, un meccanismo perfetto che ci
rende più stabili attraverso amore e litigi. Valerio

Rispetto,
amore e fratellanza. Sentirsi a casa, al sicuro. Famiglia non sono solo i
parenti, ma anche gli amici, il compagno, chiunque ti fa stare bene. Chi
condivide con te qualcosa, chi ti consola, fa battute cercando di farti
sorridere, chi è sempre pronto ad aiutarti. Sofia

TELEVISIONE, 22 marzo 2020

Un’invenzione utile
che ha riempito la solitudine di molta gente. Ludovica

Un mezzo
straordinario che permette alla gente di sentirsi meno sola. Lucrezia

Tecnologia
attraverso la quale si vedono programmi noiosi, che esistono da anni (a volte
di qualità discutibile) e i notiziari. Però è bello sentire le voci che
provengono da essa quando si è da soli in una stanza buia. Giulia C.

Un quadro che si
muove, capace di condizionare le nostre scelte, indipendentemente dalla nostra
volontà. Marco

È una finestra sul mondo. Chiara S.

Un
oggetto inventato per i solitari, in modo che passino del tempo a
“divertirsi”. Ormai la televisione piano piano ci sta avvicinando
sempre di più e ci rende più vicini, ma sotto sotto, pensandoci, anche lontani.
Giorgio

Alcune
persone la definiscono inutile, ma se non fosse per lei nessuno avrebbe più
notizie. Inoltre i bambini guardano i cartoni, le serie tv. Dentro la
televisione c’è tanto lavoro svolto da attori, giornalisti, presentatori che, con
la loro forza di volontà e tenacia, fanno il loro lavoro per farlo amare ai
telespettatori. Sofia

FINESTRA, 23 marzo 2020

Uno squarcio nel
muro ricoperto da vetro che, nella sua semplicità, ci fa vedere cosa c’è
intorno a noi e che ci dà la possibilità di ricordarci quanto sia bello il
mondo. Valerio

Quando guardo fuori
dalla finestra immagino di vedere un prato fiorito, il quale mi trasmette gioia
e serenità. Mi piace osservare dalla finestra il tramonto che dà un colore alla
mia anima e mi racconta delle storie molto affascinanti. Ludovica

Anche se la finestra
è la stessa non tutti quelli che vi si affacciano vedono le stesse cose, la
veduta dipende dallo sguardo. Emma

Il solito risveglio
non è più lo stesso, la solita finestra non è più la stessa, io non voglio
andare via da tutto questo, o almeno non adesso. Giovanna

È un quadro che si
affaccia sul mondo. Lucrezia

Apri gli occhi,
nella tua stanza vuota e scura, affacciati in quello spazio di mondo
rettangolare e sogna la libertà. Giulia P.

La cosa più bella da osservare al mattino appena sveglia. La luce entra da lì, ma solo la luce perché il resto, come la natura, si trova dall’altra parte e lo si può solo ammirare. Gli alberi, le piante, gli uccelli, i gatti… Tutti si trovano alla giusta distanza dalla cornice affinché tu possa ammirare quel quadro unico che sarà ogni giorno diverso da quello precedente. Uno spettacolo dinamico che si modifica ogni giorno, ogni secondo davanti ai tuoi occhi. Giulia C.

Una cornice si
affaccia su un sogno, il sole splende, il cielo è chiaro e luminoso. È realtà. Giulia
M.

L’unico modo per
vedere al di fuori di questa stanza buia è una semplice finestra. Marco

Questa parola può
essere utilizzata in innumerevoli situazioni, ma il significato rimane lo
stesso, una fessura che ti lascia intravedere ciò che si trova all’esterno. Antonio

La finestra in questo momento per me è il sole, il cielo, la vita, la libertà. Chiara S.

PAZIENZA, 24 marzo 2020

Ciò che siamo
costretti ad avere molto nella vita, con le persone, con gli oggetti, con tutto
ciò che ci circonda. Antonio

Quando hai degli
obiettivi che non riesci a raggiungere e ti senti uno schifo per questo. Quando
pensi che sarebbero bastati pochi minuti, ma tu comunque non hai fatto quello
che ti eri prefissata di fare e sei nel tuo letto sconsolata a pensarci, quella
è l’unica cosa che ti puoi ripetere: “pazienza”. Giulia C.

La pazienza è un
dono che solo pochi hanno. Ludovica

Ingrediente segreto
per cogliere l’attimo, la pazienza è il tempo dedicato a chi il tempo lo
spreca, agli obiettivi che tardano ad arrivare, alle occasioni che speriamo
possano ricapitarci. Stefano

Quella cosa che
tutti hanno ma che pochi usano. Lucrezia

*Pratica
in Cerca di Teoria under 17 – esperimento di laboratorio a distanza per la
costruzione di pensiero.

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

11 mag

LàQua

12 mag

LàQua

16 mag

LàQua

immagine di copertina Il tempo sospeso

Il tempo sospeso

Visioni
di Gigi Mangia

Nella notte sul mare gli occhi della Luna; sulla città le ombre mute e il pensiero fermo ed inquieto nel sonno. Poi viene la luce del giorno, che non è nuovo, è il tempo sospeso, è la rottura fra il tempo del dentro casa e fuori. Si vive dentro casa, in cucina, in compagnia del cibo sembra un tempo normale. Fuori la città è percepita senza tempo. L’Io libero è vuoto, la società civile è ferma, la città non vive più. Sono chiusi musei e biblioteche, scuole e teatri, le palestre e i parchi giochi: tutto è fermo. Finisce la città del Sole, muore l’utopia dell’uomo libero. Ha ragione la poetessa Angela Gualtieri “Il cielo non l’ha inventato l’uomo” l’uomo invece ha scoperto la terra e ha imparato a contemplare gli alberi. L’Io del Covid-19 ha paura del silenzio ed è fuori dalle sue certezze. L’Io ha perso l’Io, è diventato l’altro, è diventato il nemico, l’untore. Siamo stati presuntuosi. Eravamo convinti che l’Io del Virus fosse cinese, coreano lontano da noi. Ora scopriamo che l’Io malato è dentro di noi e che, io sono il pericolo, l’untore della società. Il pericolo è cambiato: non è più lo straniero nero, l’immigrato e il povero mendicante, sono diventato io e sono quello ad essere escluso dalla società, emarginato nella vita della città. Io sono l’altro e vivo del tempo sospeso. Dovevamo fermarci prima. Ora dobbiamo sperare che il tempo sospeso finisca e torni l’equilibrio dentro e fuori, che la luce del giorno ci fa scoprire. Ora continuiamo a scrivere le pagine del diario del tempo sospeso fino a quando non passerà. Siamo in una situazione grave che non interessa solo l’Italia ma l’Europa e il mondo.

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

11 mag

LàQua

12 mag

LàQua

16 mag

LàQua

immagine di copertina La nostalgia del tornare

La nostalgia del tornare

Parole scelte del Liceo "Virgilio-Redi" di Lecce

Visioni
di Giulia Falzea

Ci diamo appuntamento su una piattaforma di apprendimento a distanza, MEET, e proviamo a incontrarci davvero. Sono dieci ragazze del Liceo Classico e Linguistico Virgilio – Redi di Lecce. Nei nostri incontri una volta a settimana avevamo appena iniziato a sentirci parte di un gruppo, cuore a cuore, a distanze annullate, nello spazio freddo di una palestra. Ma non importa, insieme decidiamo di non dimenticarci che possiamo ancora creare meraviglia. Il tema del nostro laboratorio è “Il Nostos di Odisseo”. Abbiamo appreso che il termine “nostalgia”, pur essendo composto di due parole greche, νόστος (nostos, che significa “ritorno a casa”) e άλγος (algos, che significa “dolore”) non è affatto una parola di origine greca, né tantomeno è antica come l’Odissea. La parola “nostalgia” è una parola moderna e, oltre che sui viaggi di Odisseo, abbiamo deciso di concentrarsi su cos’è la nostalgia. Ho chiesto a Benedetta, Irene, Piera, Gloria, Irene P., Martina, Alessia, Aurora, Marina e Federica di inviarmi una serie di canzoni delle quali in questo momento di grande nostalgia collettiva non possono proprio fare a meno. Ho composto una playlist e, dopo qualche piccolo intoppo tecnico, le abbiamo ascoltate insieme, scrivendo le parole che più le avevano colpite per ogni brano. Poi ho chiesto loro di fare grande attenzione, più grande di quando si possono guardare negli occhi, e di ascoltarsi le une con le altre e di provare a comporre, senza accavallare le voci, un testo. Questo è il risultato:

17 MARZO 2020

Perdere l’orientamento,

Siamo falsi amori

senza scarpe

Ricominciare la vita

Inseguite da strane cose

Conosco la tua pelle

Non c’è modo di scappare

è un proiettile al cuore

Amo e odio

Digerisco tutte le parole

Non mi fido del mio cuore

Cosa fuggi?

Mi viene da piangere

Il finale migliore

Voglio te

Notte e giorno

Dubbi non ho

Abbraccio la verità

Ritorno a fingere

Per strada c’è una linea sottile

Forse è tardi

Serviamo a niente

A parlare d’amore

chiudendo gli occhi

respirare

Maledetto occhi blu

Per due che come noi

piano piano

ridevamo come pazzi

notte e giorno

Soffrirò

Esplode uno sguardo perso

Scappare

in un posto chissà dove

Ricominciare

Per non vederti più

Sognare

Pioveranno giorni pallidi

Prima che tu vada

mi ricorderò

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

11 mag

LàQua

12 mag

LàQua

16 mag

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