Calendario

Aprile 2020


18 lug

TTB - Accademia delle Forme Sceniche, Accademia Arte Diversità-Teatro La Ribalta Antonio Viganò e Teatro Koreja

Il suono della caduta

Martina Natuzzi e Christian Greco

Dalla Luna alla Terra


19 lug

Tourneè

Teatro Koreja in collaborazione con Potenziali Evocati Multimediali

X di Xylella, Bibbia e alberi sacri

dj set a cura di Enrico Stefanelli

Frequenze naturali


20 lug

Emanuela Pisicchio ed Enrico Stefanelli

Ánemos Nóos

I nuovi scalzi/crest

La Ridiculosa commedia


21 lug

Roberto Latini

Paradiso Perduto

Gianluca De Rubertis (Il Genio)

Discorsi suonati su Paolo Conte


22 lug

Brigitte Cirla & Sébastien Béranger

Recettes Immorales

Brigitte Cirla & Sébastien Béranger

Recettes Immorales


23 lug

Carlotta Viscovo

Il corpo della Lotta

Gianni Blasi e Vincenzo Pentassuglia

Eco Liquido

A. Renda/ Albe, Ravenna Teatro

NEPHESH


24 lug

A. Renda/ Albe, Ravenna Teatro

NEPHESH

A. Renda/ Albe, Ravenna Teatro

NEPHESH

Atalaya de Musicas

Resistencia Arbórea


25 lug

A. Renda/ Albe, Ravenna Teatro

NEPHESH

A. Renda/ Albe, Ravenna Teatro

NEPHESH

Teatro Koreja

Modugno, prima di Volare

Atalaya de Musicas

Suite Flamenca

immagine di copertina Le parole ci cambiano

Le parole ci cambiano

Diario di un laboratorio- settimana tre*

Visioni
di Giorgia Cocozza e Anđelka Vulić

Cari ragazzi, secondo voi, cosa sta cambiando in queste settimane? Come sarà il futuro? Ci chiedono di restare a casa, tra le mura domestiche, e aspettare. Forse questa “imposizione all’attesa” ci aiuterà a diventare più pazienti, a rallentare, ad essere meno frenetici e superficiali, quindi ad aderire meglio agli eventi e ai sentimenti, a fare ordine tra i pensieri, i libri, i cassetti, i vestiti… Forse, dopo l’attesa, sapremo meglio godere della libertà a cui eravamo abituati, forse riusciremo ad assaporare meglio ogni giorno. Forse ogni giorno lo vivremo come fosse il sabato del villaggio, felici e speranzosi della pace e il riposo della domenica. Impariamo ad essere resilienti. La definizione di resilienza sul dizionario è questa: la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Attutiamo l’urto! In psicologia: “la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti”. Sapremo risollevarci. Continuiamo a crederci, a sperare, a riflettere.

FUTURO, 25 marzo 2020

Aggrapparsi alla
speranza di un domani prevedibile, continuando a credere che non possa essere
sconvolto da un battito d’ali di una farfalla. Giulia P.

Il futuro è il
destino, ciò che dovrà succedere, solo che in questo periodo il futuro di molte
persone è improbabile. Giorgio

Mentre sto qui a
scegliere il mio futuro, il futuro è davanti a me e mi tende la mano. Marco

Un mistero, a volte
fa anche paura. Le persone si chiedono cosa ne sarà di loro, quando spariranno
i loro dolori, quando saranno felici, ma solo il destino lo sa. Sofia

Tutti vorremmo
conoscere il nostro, ma il nostro viaggio non si compirebbe se conoscessimo già
la meta. Giulia C.

La nostra ansia non
proviene dal pensiero del futuro ma dal desiderio di controllarlo. Emma

Troppo spesso ci
facciamo domande come “da grande che farò?” oppure “cosa succederà?”. La verità
è che bisogna godersi il momento, bisogna godersi il presente. Il futuro, per
ora, non ci deve importare perché bisogna vivere ogni secondo come se fosse
l’ultimo. Lucrezia

Il futuro è
presente, un presente più lontano. Dobbiamo costruire il nostro presente: solo
in questo modo si avrà un futuro. Giulia M.

Non sappiamo per
certo cosa ci aspetta ma quello che è certo è che la parola “FUTURO”
oggi vuol dire speranza. Ludovica

Personalmente fa
paura pensare al futuro perché se qualcuno pensa troppo al futuro si aggrappa a
qualcosa che potrebbe non avverarsi e quindi tralascia il presente che è la
cosa più importante. Antonio

Mi interessa molto
il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita. Giovanna

Non cercare quel che
di secondo in secondo ti raggiunge. Stefano

Tutto ciò che è
ignoto ma con cui convivremo a vita. Valerio

Il futuro è sempre un’incognita, ma nonostante tutto bisogna lottare per costruirne uno migliore. Chiara S.

ATTESA, 26 marzo 2020

Siamo tutti in
attesa…. Ci hanno messo in: “stand by” aspettando che in
televisione qualcuno ci dica: “È finita. Potete tornare alla vita di
sempre”. Ludovica

Viviamo di attese,
aspettiamo solo l’attimo, con il vento a favore, per spiegare le ali e prendere
il volo. Giulia P.

Per qualsiasi cosa
c’è una attesa da rispettare, e molte persone non riescono a rispettarla. Marco

Ciò che rende
speciale qualcosa, raffinandone il valore a seconda del tempo passato. Valerio

La vita è un’attesa
tra un passo e l’altro. Giovanna

Questa parola non mi
piace molto, perché non amo attendere. L’attesa mi mette ansia e mi fa
innervosire.  Chiara Stigliano

Io vedo l’attesa
come un momento in cui ti fermi e pensi. Pensi a tutto, alle cose felici e alle
cose tristi, pensi e basta. Lucrezia

Tutto
si ferma, il tempo non si muove, passano tante cose per la testa, i pensieri
scorrono veloci. Giulia M.

Mette
ansia, può essere causato da qualsiasi cosa, è come una suspence, mette
curiosità. Sofia

MURI, 27 marzo 2020

Il pensiero dei muri
mi riporta all’idea della prigione dove l’individuo si trova rinchiuso e non ha
la possibilità di uscire come sta succedendo oggi a causa del Coronavirus.
Ludovica

Pareti,
dove la libertà viene intrappolata, dove solo da una porta puoi uscire. Però in
questo periodo, rimanere chiusi in quattro pareti fa sentire in galera e pensi
sempre a quando tutto questo finirà. Sofia

A
volte proteggono le persone e, in queste situazioni, sono necessari. Altre
volte però sono delle barriere che noi creiamo per delle cose che preferiamo
lasciare in sospeso al posto di affrontarle. Giulia C.

I muri possono sembrare a volte insormontabili ma tutto si può abbattere con il coraggio e la voglia di non lasciarsi soccombere. Chiara S.

LIBERTÀ, 28 marzo 2020

Qualcosa per cui
lotti, perché vuoi essere te stessa. Ma che alla fine non avrai mai
completamente. Questo perché gli uomini si sono dati delle regole di vita, di
routine, che tu devi seguire perché hanno deciso che si vive così. Giulia C.

Quel senso di
vittoria che porti dentro finché non esplode e inizi a sentirti più leggera. La
miglior sensazione credo sia proprio questa.  Lucrezia

Anche se a volte il
vento non ti permetterà di volare, troverai sempre un momento per spiegare le
ali. Giulia P.

Che cos’è la
libertà?  Per me, significa tutto. Quando
penso alla libertà immagino una persona che sogna di spalancare la finestra e
spiega le ali, volando felice nel cielo infinito. Ludovica

La libertà è un po’
come l’aria ne comprendi il valore solo quando inizia a mancare. Valerio

La libertà è una
cosa che abbiamo in molti, ma che anche molti non hanno, alcune persone in una
parte del mondo, ora, vogliono scappare dai propri padroni, non vogliono essere
più schiavi, mentre adesso tutti non siamo liberi, perché siamo nelle nostre
case, ci sentiamo bloccati! E in effetti, ho fatto anche amicizia con i mobili
di casa mia! Giorgio

Una parola che porta
dietro di sé anni di battaglie, lotte, dimostranze, manifestazioni ed è
considerata uno dei principi massimi dell’uomo. Giovanna

Nessuno ci potrà mai privare della libertà: è un diritto inalienabile. Chiara S.

DOMENICA, 29 marzo 2020

La domenica è
l’ultimo giorno della settimana dedicato al riposo, al divertimento, e certe
volte, anche allo studio. Ma oggi stando tutti a casa, sembra che ogni giorno
sia domenica. Ludovica

Un giorno speciale,
dove poter stare tutti insieme: la famiglia riunita, gli amici… Ora però, in
questo periodo di tensione, si è trasformato in un giorno qualunque. Lucrezia

La domenica è un
apostrofo d’ansia fra le parole “sabato” e “lunedì”. Giovanna

Per alcuni un
semplice giorno della settimana, per altri un giorno di riposo, ma ultimamente
è un giorno come un altro. Antonio

Il giorno in cui
devi fare tutti i compiti che non hai fatto sabato sera. Giulia C.

Riposo, messa, casa dei nonni, passeggiata…  Era così fino a poco tempo fa e ora mi manca molto. Chiara S.

Una
pausa della settimana che riesce a farci capire quanto sia importante la calma.
Valerio

RESILIENZA, 30 marzo 2020

La mia resilienza, presente
per tante avversità della vita, si azzera nel momento in cui mi confronto con
la morte di una persona a me cara. Ludovica

Di fronte ad un incubo quale quello che stiamo vivendo in questo momento fondamentale è la resilienza di ognuno di noi, la forza di opporsi a tutto ciò e a voler andare avanti a tutti i costi. Chiara S.

ORDINE, 31 marzo 2020

Quando non accade
nulla di nuovo. Giulia C.

Questa parola può
sottintendere quel bisogno che si ha ad un certo punto di riorganizzare la
propria vita mettendo le cose al loro posto. 
Per altri versi, invece, l’ordine può essere sottinteso come il
compimento di qualcosa che ci viene imposto spesso per il nostro bene, come, in
questo caso, è un ordine rimanere in casa.  Ludovica

prossimi Appuntamenti

17, 18 lug

TTB - Accademia delle Forme Sceniche, Accademia Arte Diversità-Teatro La Ribalta Antonio Viganò e Teatro Koreja

Il suono della caduta

18 lug

Martina Natuzzi e Christian Greco

Dalla Luna alla Terra

19 lug

Teatro Koreja in collaborazione con Potenziali Evocati Multimediali

X di Xylella, Bibbia e alberi sacri

Koreja in tournée

immagine di copertina La nostalgia del tornare

La nostalgia del tornare

Parole scelte del Liceo "Virgilio - Redi " di Lecce

Visioni
di Giulia Falzea

LA VOCE

Guardo i volti di Aurora, Fabiana, Benedetta, Federica, Irene, Marina, Giada, Martina e Piera e mi sembra di leggere nei loro occhi qualcosa che non è più solo stanchezza e voglia di uscire come delle ragazze di sedici anni dovrebbero fare fino alla nausea. Leggo la malinconia delle cose semplici, quotidiane, quelle delle quali si lamentano. La vita piatta di provincia, i bar, la scuola. E allora mi metto in testa che le loro voci si devono sentire. Che non devono solo essere la massa informe di ragazze che seguono le lezioni on line e fanno compiti e interrogazioni, materiale per statistiche ed economisti. Hanno volti, hanno storie, hanno voci. Continuiamo ancora a riflettere sul tema dei nostri incontri, la nostalgia del tornare. Ho chiesto loro di scrivere cos’ è in questo questo momento la nostalgia. Mi hanno scritto lunghi testi, oppure niente. Così in quell’ ora che ci concediamo ogni martedì da due settimane, dò loro il tempo di affinare il senso di nostalgia in cinque frasi. Condensare tutto il sentire in questo modo. Non paga, penso che la voce sia uno strumento, al di là della potenza degli strumenti tecnologici. E così invento un bordone di voci, chiedo loro di eseguirlo e di leggere in ordine quello che hanno scritto. Le registro con il telefono. Questo è il piccolo componimento che, miracolosamente, ne viene fuori. Immodestamente mi viene in mente un brano di Bjork: All is full of love.

Ed è proprio così, nella distanza, nelle voci rarefatte,
nel sole dietro ai vetri, tutto è pieno d’amore.

Questo il pezzo letto e scritto:

_Come se stessi annegando nel lago di lacrime che tu
stessa hai creato.

Mi manca la me del sabato sera. Perché lei è una delle
tre cose più importanti della mia vita. Perché lui è così. Mi mancano le
farfalle nello stomaco quando lo vedo, e la mia più grande paura è di non
sentirle mai più___

_ _

_Nostalgia è il profumo dei tuoi capelli, la mia canzone
preferita a tutto volume e i tuoi occhi grandi. Il tuo sorriso che mi da
sicurezza e mi fa sentire a casa.Sono anche ora a casa ma se tu non ci sei non
la sento casa mia. Siamo passati dalla distanza di un respiro a quella di un
metro. Mi mancheresti anche a quel metro di distanza. La mia nostalgia più
grande sei tu___

_ _

_Mi manca  la mia
nonna,  la sua camicia da notte con i
cuoricini rosa sa di torta alla mela. ___

_il mio nonno,  il
suo sapere è qualcosa di unico e raro, mi manca la scuola e  mi manca la nostra panchina del cuore, è una
semplice panchina marrone ___

_ _

_Mi sento come in una bolla che con la minima distrazione
potrebbe scoppiare. Ora sto capendo l’importanza di cose che davo per scontato:

un bacio, un abbraccio o anche un semplice gioco di
sguardi. Mi mancano le risate con i miei amici, la mia famiglia…Ma sto
scoprendo anche tanti nuovi passatempi___

_ _

_Quello che manca di più è la semplicità delle piccole
cose, un abbraccio o un sorriso, per questo proviamo nostalgia dei giorni in
cui tutto questo era possibile. Condanniamo l’arte di essere felici come se un
giardiniere non si fida del piccolo seme e per questo decide di non curarlo.
Dimentichiamo di prenderci cura di noi stessi come esseri viventi, chiamati
ogni giorno a essere vivi, invece di accontentarci della ripetizione dei giorni
senza gioia.___

_ _

_Ci sentiamo come cocci di un vaso rotto, dispersi___

_Eppure ritorneremo insieme per davvero ___

_Sarà bellissimo stringerci forte___

_Riscoprire la magia di un contatto ___

_E imparare ad apprezzare ciò che avevamo___

_ _

_La nostalgia è un dolore strano, che a volte cessa e
dopo un po’ di tempo ritorna, mentre a volte lo portiamo con noi per sempre,
potrebbe essere causata dalla persona che non puoi avere al tuo fianco, dal
ricordo delle cose passate , la nostalgia di casa, di una persona che non c’è
più , ma qualunque cosa sia è un’emozione e le emozioni vanno vissute fino
infondo, perchè fanno parte della vita___

_ _

_La nostalgia per me è un’ansia che mi assale ogni giorno
ormai ,mi fa paura. Ho paura che la felicità non torni più,___

_mi manca abbracciare i miei migliori amici, mi manca il
bar Astoria che io chiamo casa e mi manca Tonio il barista più simpatico e
pigro che possa esistere, insomma mi manca la mia vita___

_ _

_Torneremo ad abbracciarci, a stringerci la mano, ad inalare i profumi del mondo. Torneremo ad ammirare il sole, di nuovo, in questo cielo spento dove non si distingue più il suo azzurro e il bianco delle nuvole. Torneremo a vivere, dove la luce, complice, tornerà ad accarezzare i nostri sorrisi.___

prossimi Appuntamenti

17, 18 lug

TTB - Accademia delle Forme Sceniche, Accademia Arte Diversità-Teatro La Ribalta Antonio Viganò e Teatro Koreja

Il suono della caduta

18 lug

Martina Natuzzi e Christian Greco

Dalla Luna alla Terra

19 lug

Teatro Koreja in collaborazione con Potenziali Evocati Multimediali

X di Xylella, Bibbia e alberi sacri

Koreja in tournée

immagine di copertina Giornata internazionale del Teatro

Giornata internazionale del Teatro

Visioni
di Gigi Mangia

Oggi è la giornata internazionale del Teatro istituita a Vienna nel 1961. I teatri sono chiusi e quindi non c’è festa. Teatro Koreja è chiuso, sono sospese le attività. Solo il vecchio carrubo rimane attivo guardiano del Teatro a sfidare i venti di scirocco. La città è ferma, non ci sono rumori, le strade sono semi deserte. Il silenzio è congelato, non si sente neanche il respiro che rimanere sbarrato nelle case. Il Teatro vive della gente e tornerà a vivere. Tutti insieme toglieremo dal palcoscenico la polvere del tempo sospeso e il Teatro tornerà a raccontare la vita che ci appartiene

prossimi Appuntamenti

17, 18 lug

TTB - Accademia delle Forme Sceniche, Accademia Arte Diversità-Teatro La Ribalta Antonio Viganò e Teatro Koreja

Il suono della caduta

18 lug

Martina Natuzzi e Christian Greco

Dalla Luna alla Terra

19 lug

Teatro Koreja in collaborazione con Potenziali Evocati Multimediali

X di Xylella, Bibbia e alberi sacri

Koreja in tournée

immagine di copertina Le parole ci cambiano

Le parole ci cambiano

Diario di un laboratorio – settimana due*

Visioni
di Giorgia Cocozza e Anđelka Vulić

Cari ragazzi, come è cominciata questa seconda settimana in quarantena? Un’antica leggenda narra che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita. Quando potremo riabbracciarci? La percezione del tempo è così diversa in questo periodo. Potersi incontrare in un abbraccio è un grande privilegio. Forse, lo scopriamo solo adesso che ci viene negato. Nell’abbraccio sapremmo dirci tante cose e, probabilmente, lo faremmo meglio che con le parole. Il “teatro” lo si può fare solo insieme agli altri; il teatro è contatto, è respirare insieme, è abbracci, lacrime e risate, qualche volta il teatro diventa anche famiglia, sempre è condivisione e ascolto, è una finestra aperta da cui sbirciare l’animo dell’Uomo. I canali social e la televisione, sono, invece, finestre sul mondo ancora più importanti in questo momento… grazie a questi strumenti possiamo restare in contatto da lontano. Coraggio e tanta pazienza! Riflettiamo su altre parole, anche questa settimana.

QUANDO, 19 marzo 2020

Un’espressione che
indica il tempo. Il tempo è una cosa preziosa e in questi giorni ne abbiamo tanto
per fare molto. Giorgio

Pensando alla parola
“quando”, come quando in autunno cadono le foglie, è tutto secco e
confuso. Quando? Un futuro indeterminato. Lucrezia

Viviamo per degli
obbiettivi e degli step, la mattina ci alziamo dal letto e pensiamo a qualcosa
che avverrà in futuro, al prossimo step, e così la vita ci pone una continua
domanda: quando…? Giulia P.

Siamo in continua
ricerca di qualcosa e desiderosi che qualcosa accada, prima o poi, in un
momento sconosciuto a noi. Giulia M.

Un’espressione usata
per capire quando sarà il momento che ci serve, ma non sempre quel momento arriva.
Valerio

Aspetto il momento,
l’occasione, l’attimo, il quando. Marco

Il momento in cui si
è interrotto qualcosa o qualcosa sta per iniziare. Giulia C.

Una domanda assai
curiosa… La utilizziamo spesso per immaginare cose belle, per pensare a cose
brutte, per immaginare il nostro futuro. Personalmente lo uso per fissare degli
obiettivi che nel futuro mi appagheranno. Antonio

Mai come in questo periodo mi domando: quando il sole ritornerà a spendere? Chiara S.

È
una domanda o una affermazione? Esprime felicità o tristezza? Un tempo
indeterminato? È una parola misteriosa che molte persone ripetono in
continuazione senza darsi una spiegazione, con ansia e sempre più voglia di
scoprire. Sofia

PRIVILEGIO, 20 marzo 2020

I privilegi possono
essere piccoli doni che una persona conserva nel proprio cuore.

Un esempio di
privilegio è stare insieme con gli amici, il privilegio di abbracciare una
persona per darle conforto, il privilegio di condividere opinioni e idee, oppure,
perché no, ricevere regali da una persona che non ti aspetti. Ludovica

Il libero arbitrio è
un privilegio donato agli uomini da Dio; ciò che gli angeli non possiedono.
Giovanna

Il privilegio è un
vantaggio particolare di cui gode una persona, c’è chi lo sfrutta al meglio,
c’è chi lo sfrutta in maniera sbagliata. Lucrezia

Il privilegio è un
bene che non va sprecato. Ad esempio, un privilegio è avere una casa. Qualcuno
non ce l’ha una casa. È un privilegio avere cibo, acqua e tanto affetto dalla
nostra famiglia. I privilegi non vanno dati per scontati, perché nel mondo
esistono persone meno fortunate di noi. Giorgio

Tutto ciò che ci
avvantaggia in qualche modo, diversificandoci dalla massa. Valerio

L’esclusività per
abbattere chi vuole raggiungerla. Stefano

Qualcosa che ci
avvantaggia rispetto agli altri, qualcosa che ci spetta dalla nascita o che ci
guadagniamo attraverso il nostro cammino. Marco

È qualcosa che hanno
tutti in qualche modo. C’è chi ha un privilegio rispetto a qualcun’altro e
scommetto che tutti vorremmo un qualche privilegio. Antonio

“Amare ed essere amati”, questo è il privilegio più importante. Chiara S.

Ce
ne sono tanti e non sono uguali per tutte le persone. La maggior parte delle
volte nemmeno siamo consapevoli di averli. Non riusciamo nemmeno a contarli, ma,
se fossimo più attenti, potremmo iniziare a contarli dalla mattina, quando ci
svegliamo in un letto caldo. Giulia C.

Viene
donato da Dio. Come i difetti, ognuno di noi ne ha alcuni, basta solo scoprirli.
Sofia

FAMIGLIA, 21 marzo 2020

La famiglia per me
significa tutto. L’unità di tante persone che si amano e che condividono
qualsiasi cosa, si scambiano le battute, ti consolano nei momenti tristi, ti
motivano a fare sempre meglio, sono sempre pronti ad aiutarti quando c’è una
necessità. La famiglia è il mio rifugio, una piccola casa in cui ci sono le
persone a cui voglio bene: mia mamma, mio papà, le mie sorelle e i miei
fratelli. La famiglia è la mia forza. Ludovica

Molti la descrivono
come un gruppo di persone, la verità è che non è assolutamente un gruppo di
persone, la famiglia è amore, unione, forza… ci sono tanti aggettivi per
poterla descrivere ma nessuno racchiude a pieno tutte le caratteristiche di
essa. Lucrezia

La famiglia è un
pilastro insostituibile sul quale si basa la nostra società. Per la maggioranza
degli italiani la famiglia è uno dei punti di riferimento più importanti il cui
impatto definisce i valori, il carattere e i comportamenti di tutti noi.
Giovanna

Ormai la famiglia
non è più unita. Non ci si parla più, non si interagisce e si diventa sempre
più distaccati. Ma la famiglia serve a darti supporto morale e fisico. Se c’è
qualcosa che non va, a chi lo racconti? Alla famiglia! Quindi la famiglia è
tutte queste parole messe insieme: affetto, amore, tristezza, aiuto, felicità.
Ed è per questo che la famiglia è troppo importante per ognuno di noi. Giorgio

Persone che si
vogliono bene e si prendono cura l’uno dell’altro. Un equilibrio che tutti
vorremmo si mantenesse per sempre.  Non
so come mai le famiglie si comportano così, nessuno è obbligato a fare nulla
per l’altro, ma tutti vogliono fare qualcosa per gli altri e lo fanno senza
pensarci. Non è un legame di sangue, non è un’amicizia, sembrano esserci delle
regole immutabili che però nessuno impone all’altro. Non riesco a definire
davvero cos’è una famiglia, ma è un qualcosa che percepiamo tutti noi. Giulia C.

L’unico legame che
non potrai mai spezzare: possono passare mesi, anni, decadi senza che tu veda
chi ti ha cresciuto o chi ti abbandonato, poco importa. Il sangue non
rinnegherà mai le proprie radici. Stefano

La famiglia è il mio posto sicuro, il morbido cuscino dove fare sonni tranquilli. Chiara S.

Quella vera, l’unica
che ha un legame che non si spezzerà mai, ti proteggerà, potrai fidarti di
essa, come una fortezza di cuscini che crolleranno pur di proteggerti. Giulia
P.

La famiglia è dove
la vita inizia e l’amore non finisce mai. Emma

La famiglia è
qualcosa in cui ci si sente a proprio agio e ci si può fidare l’un l’altro,
sempre. Giulia M.

Un
insieme di persone che si amano reciprocamente, un meccanismo perfetto che ci
rende più stabili attraverso amore e litigi. Valerio

Rispetto,
amore e fratellanza. Sentirsi a casa, al sicuro. Famiglia non sono solo i
parenti, ma anche gli amici, il compagno, chiunque ti fa stare bene. Chi
condivide con te qualcosa, chi ti consola, fa battute cercando di farti
sorridere, chi è sempre pronto ad aiutarti. Sofia

TELEVISIONE, 22 marzo 2020

Un’invenzione utile
che ha riempito la solitudine di molta gente. Ludovica

Un mezzo
straordinario che permette alla gente di sentirsi meno sola. Lucrezia

Tecnologia
attraverso la quale si vedono programmi noiosi, che esistono da anni (a volte
di qualità discutibile) e i notiziari. Però è bello sentire le voci che
provengono da essa quando si è da soli in una stanza buia. Giulia C.

Un quadro che si
muove, capace di condizionare le nostre scelte, indipendentemente dalla nostra
volontà. Marco

È una finestra sul mondo. Chiara S.

Un
oggetto inventato per i solitari, in modo che passino del tempo a
“divertirsi”. Ormai la televisione piano piano ci sta avvicinando
sempre di più e ci rende più vicini, ma sotto sotto, pensandoci, anche lontani.
Giorgio

Alcune
persone la definiscono inutile, ma se non fosse per lei nessuno avrebbe più
notizie. Inoltre i bambini guardano i cartoni, le serie tv. Dentro la
televisione c’è tanto lavoro svolto da attori, giornalisti, presentatori che, con
la loro forza di volontà e tenacia, fanno il loro lavoro per farlo amare ai
telespettatori. Sofia

FINESTRA, 23 marzo 2020

Uno squarcio nel
muro ricoperto da vetro che, nella sua semplicità, ci fa vedere cosa c’è
intorno a noi e che ci dà la possibilità di ricordarci quanto sia bello il
mondo. Valerio

Quando guardo fuori
dalla finestra immagino di vedere un prato fiorito, il quale mi trasmette gioia
e serenità. Mi piace osservare dalla finestra il tramonto che dà un colore alla
mia anima e mi racconta delle storie molto affascinanti. Ludovica

Anche se la finestra
è la stessa non tutti quelli che vi si affacciano vedono le stesse cose, la
veduta dipende dallo sguardo. Emma

Il solito risveglio
non è più lo stesso, la solita finestra non è più la stessa, io non voglio
andare via da tutto questo, o almeno non adesso. Giovanna

È un quadro che si
affaccia sul mondo. Lucrezia

Apri gli occhi,
nella tua stanza vuota e scura, affacciati in quello spazio di mondo
rettangolare e sogna la libertà. Giulia P.

La cosa più bella da osservare al mattino appena sveglia. La luce entra da lì, ma solo la luce perché il resto, come la natura, si trova dall’altra parte e lo si può solo ammirare. Gli alberi, le piante, gli uccelli, i gatti… Tutti si trovano alla giusta distanza dalla cornice affinché tu possa ammirare quel quadro unico che sarà ogni giorno diverso da quello precedente. Uno spettacolo dinamico che si modifica ogni giorno, ogni secondo davanti ai tuoi occhi. Giulia C.

Una cornice si
affaccia su un sogno, il sole splende, il cielo è chiaro e luminoso. È realtà. Giulia
M.

L’unico modo per
vedere al di fuori di questa stanza buia è una semplice finestra. Marco

Questa parola può
essere utilizzata in innumerevoli situazioni, ma il significato rimane lo
stesso, una fessura che ti lascia intravedere ciò che si trova all’esterno. Antonio

La finestra in questo momento per me è il sole, il cielo, la vita, la libertà. Chiara S.

PAZIENZA, 24 marzo 2020

Ciò che siamo
costretti ad avere molto nella vita, con le persone, con gli oggetti, con tutto
ciò che ci circonda. Antonio

Quando hai degli
obiettivi che non riesci a raggiungere e ti senti uno schifo per questo. Quando
pensi che sarebbero bastati pochi minuti, ma tu comunque non hai fatto quello
che ti eri prefissata di fare e sei nel tuo letto sconsolata a pensarci, quella
è l’unica cosa che ti puoi ripetere: “pazienza”. Giulia C.

La pazienza è un
dono che solo pochi hanno. Ludovica

Ingrediente segreto
per cogliere l’attimo, la pazienza è il tempo dedicato a chi il tempo lo
spreca, agli obiettivi che tardano ad arrivare, alle occasioni che speriamo
possano ricapitarci. Stefano

Quella cosa che
tutti hanno ma che pochi usano. Lucrezia

*Pratica
in Cerca di Teoria under 17 – esperimento di laboratorio a distanza per la
costruzione di pensiero.

prossimi Appuntamenti

17, 18 lug

TTB - Accademia delle Forme Sceniche, Accademia Arte Diversità-Teatro La Ribalta Antonio Viganò e Teatro Koreja

Il suono della caduta

18 lug

Martina Natuzzi e Christian Greco

Dalla Luna alla Terra

19 lug

Teatro Koreja in collaborazione con Potenziali Evocati Multimediali

X di Xylella, Bibbia e alberi sacri

Koreja in tournée

immagine di copertina Il tempo sospeso

Il tempo sospeso

Visioni
di Gigi Mangia

Nella notte sul mare gli occhi della Luna; sulla città le ombre mute e il pensiero fermo ed inquieto nel sonno. Poi viene la luce del giorno, che non è nuovo, è il tempo sospeso, è la rottura fra il tempo del dentro casa e fuori. Si vive dentro casa, in cucina, in compagnia del cibo sembra un tempo normale. Fuori la città è percepita senza tempo. L’Io libero è vuoto, la società civile è ferma, la città non vive più. Sono chiusi musei e biblioteche, scuole e teatri, le palestre e i parchi giochi: tutto è fermo. Finisce la città del Sole, muore l’utopia dell’uomo libero. Ha ragione la poetessa Angela Gualtieri “Il cielo non l’ha inventato l’uomo” l’uomo invece ha scoperto la terra e ha imparato a contemplare gli alberi. L’Io del Covid-19 ha paura del silenzio ed è fuori dalle sue certezze. L’Io ha perso l’Io, è diventato l’altro, è diventato il nemico, l’untore. Siamo stati presuntuosi. Eravamo convinti che l’Io del Virus fosse cinese, coreano lontano da noi. Ora scopriamo che l’Io malato è dentro di noi e che, io sono il pericolo, l’untore della società. Il pericolo è cambiato: non è più lo straniero nero, l’immigrato e il povero mendicante, sono diventato io e sono quello ad essere escluso dalla società, emarginato nella vita della città. Io sono l’altro e vivo del tempo sospeso. Dovevamo fermarci prima. Ora dobbiamo sperare che il tempo sospeso finisca e torni l’equilibrio dentro e fuori, che la luce del giorno ci fa scoprire. Ora continuiamo a scrivere le pagine del diario del tempo sospeso fino a quando non passerà. Siamo in una situazione grave che non interessa solo l’Italia ma l’Europa e il mondo.

prossimi Appuntamenti

17, 18 lug

TTB - Accademia delle Forme Sceniche, Accademia Arte Diversità-Teatro La Ribalta Antonio Viganò e Teatro Koreja

Il suono della caduta

18 lug

Martina Natuzzi e Christian Greco

Dalla Luna alla Terra

19 lug

Teatro Koreja in collaborazione con Potenziali Evocati Multimediali

X di Xylella, Bibbia e alberi sacri

Koreja in tournée

immagine di copertina La nostalgia del tornare

La nostalgia del tornare

Parole scelte del Liceo "Virgilio-Redi" di Lecce

Visioni
di Giulia Falzea

Ci diamo appuntamento su una piattaforma di apprendimento a distanza, MEET, e proviamo a incontrarci davvero. Sono dieci ragazze del Liceo Classico e Linguistico Virgilio – Redi di Lecce. Nei nostri incontri una volta a settimana avevamo appena iniziato a sentirci parte di un gruppo, cuore a cuore, a distanze annullate, nello spazio freddo di una palestra. Ma non importa, insieme decidiamo di non dimenticarci che possiamo ancora creare meraviglia. Il tema del nostro laboratorio è “Il Nostos di Odisseo”. Abbiamo appreso che il termine “nostalgia”, pur essendo composto di due parole greche, νόστος (nostos, che significa “ritorno a casa”) e άλγος (algos, che significa “dolore”) non è affatto una parola di origine greca, né tantomeno è antica come l’Odissea. La parola “nostalgia” è una parola moderna e, oltre che sui viaggi di Odisseo, abbiamo deciso di concentrarsi su cos’è la nostalgia. Ho chiesto a Benedetta, Irene, Piera, Gloria, Irene P., Martina, Alessia, Aurora, Marina e Federica di inviarmi una serie di canzoni delle quali in questo momento di grande nostalgia collettiva non possono proprio fare a meno. Ho composto una playlist e, dopo qualche piccolo intoppo tecnico, le abbiamo ascoltate insieme, scrivendo le parole che più le avevano colpite per ogni brano. Poi ho chiesto loro di fare grande attenzione, più grande di quando si possono guardare negli occhi, e di ascoltarsi le une con le altre e di provare a comporre, senza accavallare le voci, un testo. Questo è il risultato:

17 MARZO 2020

Perdere l’orientamento,

Siamo falsi amori

senza scarpe

Ricominciare la vita

Inseguite da strane cose

Conosco la tua pelle

Non c’è modo di scappare

è un proiettile al cuore

Amo e odio

Digerisco tutte le parole

Non mi fido del mio cuore

Cosa fuggi?

Mi viene da piangere

Il finale migliore

Voglio te

Notte e giorno

Dubbi non ho

Abbraccio la verità

Ritorno a fingere

Per strada c’è una linea sottile

Forse è tardi

Serviamo a niente

A parlare d’amore

chiudendo gli occhi

respirare

Maledetto occhi blu

Per due che come noi

piano piano

ridevamo come pazzi

notte e giorno

Soffrirò

Esplode uno sguardo perso

Scappare

in un posto chissà dove

Ricominciare

Per non vederti più

Sognare

Pioveranno giorni pallidi

Prima che tu vada

mi ricorderò

prossimi Appuntamenti

17, 18 lug

TTB - Accademia delle Forme Sceniche, Accademia Arte Diversità-Teatro La Ribalta Antonio Viganò e Teatro Koreja

Il suono della caduta

18 lug

Martina Natuzzi e Christian Greco

Dalla Luna alla Terra

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Teatro Koreja in collaborazione con Potenziali Evocati Multimediali

X di Xylella, Bibbia e alberi sacri

Koreja in tournée

immagine di copertina 21 marzo giornata mondiale dei Poeti

21 marzo giornata mondiale dei Poeti

Visioni
di Gigi Mangia

Il cielo e la terra sono nelle parole dei Poeti, i
segreti nascosti nei libri. Il 2020 per tutti è un anno speciale. Scopriremo
dai balconi il risveglio della natura. Saranno i fiori che ci aiuteranno a
credere e ad avere forza per vedere con la mente e seguire il loro profumo per
incontrare i colori dei sentieri, fatti tante volte, nei lenti passi per
conoscere la terra che ci appartiene. Nella mente cresce il seme del pensiero
trascendente. Se senti il vento, chiudi gli occhi e riesci a volare; vedi tutto
azzurro. È l’orizzonte che hai sempre pensato e mai attraversato.

Nella foto il quadro di Nicola Cesare, poeta e pittore
nato e vissuto a Maglie dove al liceo Capece ha insegnato storia dell’arte.

prossimi Appuntamenti

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Il suono della caduta

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Martina Natuzzi e Christian Greco

Dalla Luna alla Terra

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X di Xylella, Bibbia e alberi sacri

Koreja in tournée

immagine di copertina Le parole ci cambiano

Le parole ci cambiano

Diario di un laboratorio *

Visioni
di Giorgia Cocozza e Anđelka Vulić

Buongiorno ragazzi! Come state?
È un periodo delicato e tanto particolare. Ma insieme riusciremo a superarlo.
Le difficoltà vanno vinte insieme, come la scena ci insegna.
Siete nei nostri pensieri e sentiamo la vostra mancanza.
Ascoltate, io e Andjleka abbiamo pensato ad un piccolo gioco. Vi proporremo una parola al giorno. Ognuno di voi può scrivere un tweet, ossia un brevissimo pensiero, attorno al significato che per voi ha quella parola. Creeremo un altro gruppo whatsapp la cui regola è la seguente: NESSUN COMMENTO.
Su questo secondo gruppo possiamo solo postare il tweet. Nessuno dovrà scrivere altro. Abbiamo il nostro solito gruppo per confrontarci.
Sfida lanciata! Il gruppo si chiamerà LEPAROLECICAMBIANO.
Vi abbracciamo forte anche se da lontano!

LONTANANZA, 16 marzo 2020
La lontananza significa essere soli, allontanarsi da qualcuno, quindi trasmette tristezza, ma anche libertà. Giorgio

Sebbene tu sia così distante da me, sappi che i miei sentimenti non cambieranno. Marco

Ognuno di noi ha tanti fili legati a sé che lo connettono a qualcosa.
In alcuni casi il filo è corto, in altri chilometrico, c’è chi lo ha resistente, chi debole e sottile. Passa il tempo e il filo si tende sempre di più. Per molti è ormai al limite, in alcuni più deboli il filo si spezzerà, ma resterà attaccato a quel qualcosa e al padrone lasciandone memoria. I fili più forti andranno avanti e difficilmente si spezzeranno, finché il padrone di essi non si riavvicinerà lasciando che i fili si accascino a terra
. Giulia P.

Ti cerco sulla linea dell’orizzonte ma tu sei oltre, solo il pensiero ti raggiunge. Stefano

Credo sia l’emozione più forte che un essere umano possa provare. Ti cambia, a volte in meglio e a volte in peggio. Il segreto è saperla solo gestire. Lucrezia

Una persona viene lasciata sola, in un angolo stretto della sua stanza. Non ha amici con cui potersi confidare. L’unica cosa che ha in quella stanza è un libro rosso: lo prende e inizia a sfogliarlo. Pagina dopo pagina, chiude gli occhi e immagina di vivere in un prato, insieme a tante persone a cui vuole bene. Maria Ludovica

Avrei voluto rimanerti accanto ma invece / Ti ho accompagnato lontano da me / Con un sorriso
Giovanna

Mi piace pensarlo. Vorrei dire che tutti siamo vicini ma non è così. Se vogliamo ciò bisogna svoltare l’angolo dei nostri pensieri per trovarci. Valerio

Per me è una parola che mi trasmette insicurezza: mi fa pensare a qualcosa che desidero con tutta me stessa, ma che trovo irraggiungibile. Mi fa pensare a quanto i miei sogni siano lontani dell’avverarsi e da quanta strada io abbia ancora da fare affinché si avverino. Giulia

Può essere una situazione determinata dalla distanza o può essere anche un’assenza temporanea e dolorosa. Può allontanare due persone o può renderle più vicine. Può essere fonte di felicità o di sollievo oppure può creare tristezza e paura. La lontananza può tante cose, ma comincia a significare poco quando qualcuno significa tanto. Antonio

La lontananza ormai non è una cosa di cui parlano tutti perché c’è la tecnologia che ci unisce, ma quelle persone hanno perso quella bellissima sensazione di stare insieme. Markuss

Quel senso di vuoto che ti mangia lo stomaco e prende a pugni il cuore. Emma

Quel qualcosa di soggettivo e astratto che ti perseguita nella consapevolezza che non puoi cancellarla. Giulia M.

La lontananza è solo uno stato di distanza fisica, ma per il cuore tale termine non sussiste perché non ci si allontana mai dalle persone care. Chiara

Qualcosa che non si può spiegare, che non si vede, a cui non puoi scappare. Non è mai prevista ed è questo che fa male. Alle volte si sceglie per cercare di non soffrire, magari tra due persone che si litigano e vogliono prendersi una pausa. Altre volte, tiene distanti due corpi che vogliono toccarsi, guardarsi, ma non due cuori.
Può avere molte sfumature e all’inizio non viene compresa come deve esserlo, ma incomincia a essere importante e a significare, solo quando quella persona che tu non ritenevi importante, è costretta a essere distante da te.
Sofia

SGUARDO, 17 marzo 2020
Lo sguardo comunica lo stato d’animo di una persona ed è lo specchio dell’anima. Ludovica

Durante la nostra vita incontriamo tanti sguardi: sguardi felici, sguardi spenti, sguardi persi, sguardi neutri…
È proprio lo sguardo che ci distingue dalle altre persone ed è proprio attraverso lo sguardo che riusciamo a guardare nell’anima.
Lucrezia

Lo sguardo fa capire ad uno sconosciuto chi sei veramente, lo sguardo vale più di 1000 parole. Giorgio

Può essere un qualcosa che si cerca in un’altra persona, qualcosa che ci “connette” all’altra persona. Ma può essere anche un qualcosa che noi vogliamo evitare perché ciò non ci fa sentire a nostro agio. Magari perché non ci sentiamo giusti, crediamo di non essere abbastanza o magari perché abbiamo semplicemente paura di “connetterci” con quella persona. Giulia C.

Due fasci di luce, in un millesimo di secondo, riescono a farci scansionare un’anima. Giulia P.

Con lo sguardo due persone possono capire dei sentimenti delle emozioni semplicemente guardandosi. Molte persone sottovalutano il potere dello sguardo… Antonio

Ciò che non si capisce ma senti perché troppo intenso, ciò che non si comprende ma che introduce nei nostri pensieri altre persone. Valerio

Per me è tutto nello sguardo perché si può capire come è fatta una persona nell’anima. Markuss

A volte, con gli occhi a fissare il vuoto, diamo l’illusione di stare prestando attenzione a qualcosa, illudiamo qualcuno di avere la nostra attenzione. Stefano

Con sti occhi ho visto le cose più strane, pensavo che guardandoti negli occhi avrei liberato un angelo. Non pensavo fosse un diavolo. Giovanna

Una forma di contatto senza distanza e senza tempo, che trasmette infiniti pensieri e emozioni. Marco

Lo sguardo esprime la profondità dell’anima ed è meraviglioso cercare di capirsi solo guardandosi negli occhi. Chiara

Lo sguardo è la migliore delle risposte. Emma

RITO, 18 marzo 2020
Il rito è un momento magico dove l’anima ha la possibilità di innalzarsi per raggiungere una dimensione al di fuori di quella terrena. Le parole, le formule che si recitano, e le azioni svolte servono ad aprire la porta per accedere a quel mondo diverso e incontrare chi vi dimora. Ludovica

Se vogliamo definire questa parola, possiamo dire che sia una situazione incantata o un’altra dimensione in cui puoi esternare tutti i tuoi sentimenti, le tue emozioni e le tue paure. Lucrezia

È una abitudine che si prende, come un piacere. Ma è qualcosa di imposto. Giovanna

Ripeto, ripeto e ripeto, non conosco se è bene o male, so solo che devo continuare farlo, così mi è stato detto, così ho deciso, perciò ripeto, ripeto e ripeto. Giulia P.

Un’azione che si compie continuamente ad intervalli di tempo regolari. Potrebbe essere un gesto d’amore rivolto a qualcuno o a noi stessi, ma potrebbe anche essere un’ossessione. È ciò per cui una persona vive, qualcosa di cui non si può fare a meno. Giulia C.

Un qualcosa che può portare fortuna o magari è rivolto a qualcuno o qualcosa di cui vogliamo sapere delle informazioni che ci aiutino in qualche modo agli altri sconosciuto. Valerio

Si abbandona tutto per pensare insieme agli altri. Markuss

Il rito è come un festeggiamento che coinvolge tutti, si balla, si danza e si festeggia! Giorgio

Il il rito è una consuetudine che di solito fai e neanche apprezzi, come per esempio la consuetudine di andare a scuola, che in questi giorni ci manca. Chiara

Innumerevoli anime cercano qualcosa, cercano di comunicare, di ottenere qualcosa a loro sconosciuto. Marco

*Pratica in Cerca di Teoria under 17 – esperimento di laboratorio a distanza per la costruzione di pensiero.

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immagine di copertina Il tempo della conoscenza

Il tempo della conoscenza

Critica
di Eleonora Lezzi*

È curioso quanto anche nella disperazione, anche nei momenti in cui servirebbe il conforto e la vicinanza, i pregiudizi riescano a costruire comunque muri attorno a noi che in apparenza ci fanno sentire sicuri, ma che in realtà ci lasciano sempre più soli con le nostre fragilità.

Mario e Saleh è un prodotto giovane, con il quale Scena Verticale  e Saverio Laruina, che ne è autore, regista ed interprete assieme Chadli Aloui, ci propongono uno spettacolo che sviscera i luoghi comuni e riprende le parole della gente, le ruba dalla quotidianità e le  ributta in faccia con tutto il loro verismo rivoltante e sfacciato. Quante volte le abbiamo sentite nei giornali, per strada, sul bus… parole su parole a cui si dà fiato senza attenzione. Quanto costa infatti fermarsi a capire e a conoscersi? Quanto tempo ci vuole per scoprire le differenze che ci accomunano? Perché un musulmano dovrebbe voler stare con un cristiano? che cosa ha in mente? Che cosa trama? c’è qualcosa che non va….si, è vero, c’è ed è la paura della diversità, figlia dell’ ignoranza.

Siamo in una tenda dopo un terremoto, in una tendopoli non meglio identificata. Lo spazio è claustrofobico, asettico e impersonale, il personale è rimasto sotto le macerie delle case distrutte dal sisma. Lì dentro c’è rimasto solo il guscio delle persone, pieno di rancore, amarezza, delusione e disperazione. Un’esistenza, quella di Mario, stravolta una volta e ri-stravolta ancora da una convivenza forzata e imprevista, ma soprattutto imprevedibile. Saleh è figlio di arabi, ma è nato in Italia. Parla arabo ed è un musulmano praticante. Ma questo non vuol dire che sia estremista; non vuole dire che sia un terrorista. Perché poi lo chiamiamo musulmano? Noi non ci chiamiamo cristiani, ma solo italiani. Già, perché noi siamo noi e poi c’è il “voi”: il “voi siete quelli degli attentati”, “voi siete pericolosi” e “voi siete diversi”,  questo è il paradigma di base, il muro contro il quale sbattere i pugni. Le parole di Saleh toccano perché sono vere, sentite. Affondano nel vissuto comune di chi viene additato quotidianamente con quel “voi”.

I personaggi entrano ed escono dallo spazio della convivenza forzata e della conoscenza difficile, lo vivono insieme e lo odiano insieme, sfogando l’imbarazzo di quella situazione così scomoda sugli oggetti, buste, zaini e borse che vengono fatte e disfatte, fatte e disfatte ancora e ancora, precarie, come precari sono i rapporti umani. Saleh, il voi, ha scelto di mischiarsi con il noi. Lo ha fortemente voluto e Mario si interroga incessantemente sul perché. Solo alla fine lo scoprirà, svelando il senso di una domanda ricorrente durante tutto lo spettacolo, su cui anche lo spettatore si interroga incessantemente. Alle sue prime repliche, lo spettacolo si mostra intelligibile su più livelli e ci restituisce con abbondante chiarezza un’immagine nuda e cruda, ma piena di speranza. Un lavoro che non si lascia intimorire dal tirare fuori i luoghi comuni, ma li usa per dimostrarci quanto essi siano veri e quanto ci corrompano nel nostro modo di guardare gli altri e il mondo.

*progetto di scrittura critica “Giovani Sguardi”

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immagine di copertina Il coronavirus invisibile, la fragilità della modernità evidente

Il coronavirus invisibile, la fragilità della modernità evidente

Visioni
di Gigi Mangia

Il coronavirus è invisibile, fa paura e causa la fragilità della modernità.

Si chiudono i teatri e i musei, le biblioteche e le scuole, il Duomo e la Scala a Milano, si dichiara la caccia alla ricerca “dell’infettato zero” e non lo si trova. E l’angoscia del pericolo aumenta perché non si riesce a vedere il volto dell’infettato.  Il vocabolario delle parole nuove, delle paure, della modernità, si è arricchito di una nuova, COVID-19, identificato ma sconosciuto e quindi difficile da combattere e da isolare: manca, infatti ancora, un vaccino. Il coronavirus è invisibile, ed è la sua invisibilità a fare paura, a causare terrore e a pretendere l’identificazione del portatore per difendersi e creare barriere di isolamento, le “zone rosse”. Sono stati sospesi i voli verso la Cina, chiusi i porti, isolate le grandi Province di 6 milioni di persone. Sono state chiuse le fabbriche, rinviate le mostre internazionali specializzate, ma è percepito tutto inutile, perché il virus colpisce e per di più, lo abbiamo in Italia, dove ha fatto già 4 morti. La globalizzazione è andata in crisi davanti ad una virus invisibile. L’Occidente dei paesi del sistema sanitario forte e organizzato, capace di curare tutti, di vincere le malattie e dare fiducia, oggi è in crisi.  Abbiamo fatto esperienze di epidemie. La mia generazione ha fatto il colera a Napoli negli anni ‘70. Da giovane degli anni ‘80, quando eravamo nel tempo felice di vivere i piaceri della rivoluzione sessuale arrivò l’AIDS a frenare i nostri ardori, a rifiutare di dare la mano agli amici, a pretendere la tazza di caffè bollente al bar senza essere macchiata del famoso rossetto. Negli anni successivi è stato un susseguirsi di epidemie: quella della mucca pazza, della peste suina, della Sars, in più gli incidenti delle centrali nucleari come quello di Chernobyl, degli attentati terroristici, quello dell’11 Settembre delle Torri Gemelle in America, a rovinare i nostri giorni, di figli fortunati, ancora in corsa con il benessere. Ora tutto è cambiato: la geografia economica, la Cina possiede il primo Pil per lo sviluppo; è la geografia sociale a rompere le vecchie regole e a modificare gli equilibri fra gli Stati e, soprattutto, a disorientare le nuove generazioni in crisi con il loro futuro. 

Siamo malati di incertezza e subiamo la fragilità della modernità, per questo, viviamo nel terrore. Antonio Scurati, in un suo articolo sul Corriere della Sera del 22 Febbraio “l’inerzia e l’isteria quando va’ in pezzi un’idea di modernità”, sottolinea proprio le difficoltà del nostro tempo. Scrive Scurati: “questo immaginario globale ci dice che la modernità ha fallito: quasi nessuno, purtroppo, crede più nel suo glorioso progetto di previsione e contro, nelle magnifiche sorti di progetto, ci dice anche un’altra cosa: non siamo più capaci di un equilibrato, adulto, (sano) rapporto con la morte”.  Quello della morte, è un tema centrale e ci trova impreparati, sia a viverlo, sia a rappresentarlo. I giovani di oggi, sfidano la morte lanciandosi nel vuoto dai ponti, dai grattacieli, dai treni in corsa, per affermare la forza dell’identità nello spazio di un’emozione. Nel soggetto virtuale non c’è proprio il codice di come vivere la morte e soprattutto, di come raccontarla. 

Per trovare il codice della morte bisogna tornare al senso delle parole, quindi, alla narrazione del morire. Ce lo insegna ancora Alessandro Manzoni, nei suoi Promessi Sposi, quando narra la morte di Cecilia in cui, la sua mamma, porta al carro la sua bambina morta, la bacia sulla fronte e poi torna nella sua casa e dalla finestra la saluta con l’ultimo sguardo d’amore, restando in attesa di altra morte. È una lezione che l’uomo contemporaneo ha perso. 

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